Elezioni ad Hong Kong: democratici e indipendentisti fanno tremare la Cina

Hong Kong – Si fa sempre più marcata la spaccatura sorta tra il Governo centrale cinese e l’ex colonia britannica di Hong Kong, dove le prime elezioni politiche dopo la rivolta pro-democrazia del 2014, tenutesi il 4 settembre, portano nel Parlamento della metropoli alcuni tra i candidati democratici e indipendentisti. I risultati, infatti, danno accesso al Consiglio legislativo ad alcuni tra i leader del movimento studentesco “Occupy 2014” insieme ad altri provenienti dai movimenti secessionisti, spinti alla vittoria da un’affluenza record alle urne pari al 60% ( 7 punti percentuali in più rispetto alle precedenti elezioni del 2012), grazie alla quale si sono aggiudicati 4 seggi dei 35 a cui avrebbero potuto ambire.

Ammissione di Stato. Anche i media di Stato prendono atto del “Successo sorprendente” ottenuto nell’ambito della tornata dai filo-democratici e dai secessionisti, evidenziando come la loro cordata supererà un terzo dei seggi più uno: la quota necessaria a respingere le riforme imposte da Pechino in un momento in cui il Governo centrale cinese tende a rafforzare la sua presa sulle politiche locali, economiche e sociali.

Figli della “Rivoluzione degli ombrelli”. Tra gli eletti, appartenenti ai gruppi studenteschi e altri movimenti promotori di un referendum che renderebbe indipendente dalla Cina la città finanziaria, così da superare il modello “Un paese, due sistemi” concordato con la Gran Bretagna nel 1997. Tra i vincitori spuntano nomi divenuti noti già 2 anni fa con la “Rivoluzione degli ombrelli”. Primo fra tutti è Nathan Law, 23enne, pronto a diventare il più giovane deputato eletto nel Consiglio legislativo della città ad amministrazione speciale. Nei 79 giorni della manifestazione stette in piazza per opporsi alla riforma elettorale-truffa messa in campo dal Partito Comunista Cinese, che non concesse un autentico suffragio universale alla città. Numero uno del neonato movimento democratico “Demositos” insieme all’altro candidato Joshua Wong, era stato condannato a svolgere 120 ore di servizi sociali proprio in seguito alle occupazioni dell’autunno 2014, quando piantonò il palazzo Legco dove oggi si appresta ad entrare da vincitore.

La sorpresa indipendentista. Ma la grande novità di questa tornata è l’elezione non ancora ufficiale degli indipendentisti. In barba alle azioni vessatorie della fazione pro-pechino che attualmente Governa la città, dovrebbero entrare in Parlamento due esponenti di “Youngspiration”, partito secessionista che allo stesso modo affonda le sue radici nella “rivoluzione” del 2014. Il 25enne Yau Wai e il 30enne Sixtus Leung, soprannominato Baggio in quanto sostenitore del calciatore italiano e famoso per i suoi discorsi carichi di nazionalismo ed indipendenza, risulterebbero i più votati tra i secessionisti.

Honkonghesi e basta. Il messaggio per il Governo centrale cinese, dunque, appare chiaro: gli abitanti di Hong Kong sono sul piede di guerra. Una guerra per i valori democratici, approntata da una schiera di giovani occidentalizzati che non intendono sottostare al diktat imposto da Pechino.

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