di Cinzia Marchegiani
Francia – Era nell’aria. In Francia si è mosso un esercito contro la vaccinazione selvaggia, cioè la formulazione di vaccini non corrispondenti a quelli stabiliti per legge, ma gli unici disponibili sul mercato con cui i bambini venivano sottoposti a profilassi senza dare opportunità di scelta, ma imponendo un prodotto fuori normativa. Un vero monopolio che ledeva la libertà delle persone.
Ieri, 8 febbraio 2017 è il giorno della svolta e una vittoria popolare. Il Consiglio di Stato con un ordine ha imposto al Ministero della Salute di rendere disponibili, entro sei mesi, i tre vaccini obbligatori per i bambini sotto i 18 mesi contro la difterite, il tetano e la poliomielite – acronimo DTP (diverso dal DPT italiano che corrisponde al vaccino difterite, tetano e pertosse), senza combinazione con altri vaccini, in risposta ad una petizione che ha raccolto più di un milione di firmatari.
Si legge che la più alta Corte in effetti, riconosce: “Per diversi anni, nessun vaccino corrispondente solo agli obblighi legali di vaccinazione nei riguardi dei bambini sotto i 18 mesi è commercializzato in Francia”. L’unico kit specifico DTP che i medici sono in grado di ottenere dal Canada, è riservata ai bambini con una contro-indicazione per la pertosse. Il vaccino tetravalente (DTP + tosse convulsa) e pentavalente (DTP + pertosse e Haemophilus) sono colpiti da problemi di approvvigionamento. Rimane quindi il vaccino esavalente (DTP + pertosse + + Haemophilus epatite B), quello che più facilmente sono in commercio e quindi trovabili.
I candidati che avevano sollevato questo contenzioso sono stati inviati a Marisol Touraine, ministro degli Affari sociali e della Sanità ma sono stati respinti il 12 Febbraio 2016 e quindi si sono rivolti al Consiglio di Stato che nella riunione del 16 febbraio 2017 e poi con lettura in data 8 febbraio 2017 ha pubblicato la sentenza della suddetta controversia (Sezione Contenzioso, 1 ° e 6 ° Assemblea plenaria della Corte).
Ai sensi del Codice della sanità pubblica, i genitori dovrebbero essere in grado di soddisfare i tre obblighi, senza essere costretti a presentare il loro bambino ad altre vaccinazioni.
LA FORMULAZIONE DEI VACCINI IN COMMERCIO DIPENDE DALLA VOLONTÀ DEL GOVERNO
L’Alto Consiglio ritiene che il ministero non può limitarsi a “ricordare i laboratori con i loro obblighi”. I governi possono infatti penalizzare i laboratori e le aziende che violano la legge e introdurre un piano di gestione del “vaccino carenza”.
Il Ministero della Salute può anche chiedere al Ministro per la proprietà intellettuale di presentare, per ordine, il brevetto di un farmaco per il sistema di licenze d’ufficio, il beneficio di una società farmaceutica o l’Agenzia nazionale la salute pubblica.
Il Ministero della Salute ha sei mesi di tempo per “prendere le misure, o alle autorità competenti per l’adozione di misure volte a garantire la disponibilità” del vaccino DTP sia rigorosa. A meno che la legislazione è in continua evoluzione, nel frattempo, soprattutto a seguito della relazione del professor Alain Fischer, che raccomanda di estendere la profilassi a 11 vaccini pediatrici.
Il Consiglio di Stato scrive al punto 6: “Tuttavia, ai sensi degli articoli L. 5121-31 e L. 5121-32 del codice della sanità pubblica, i licenziatari del marketing e le aziende farmaceutiche operative devono sviluppare e attuare un piano di gestione carenza di vaccini il cui elenco è determinato dal Ministro per la salute. Essi sono sotto il controllo della française de sécurité sanitaire des produits de santé, di prendere questi vaccini, così come per altri farmaci di alto valore terapeutico. E le autorità hanno il potere di sanzionare i laboratori e le aziende che non soddisfano tali obblighi di legge. Inoltre, ai sensi dell’articolo L. 613-16 del Codice della proprietà intellettuale, il Ministro della sanità può, nell’interesse della salute pubblica, richiedere il ministro responsabile per la proprietà intellettuale presentata dal decreto, il brevetto di un farmaco per il sistema di licenze di legge a favore di una società farmaceutica, per garantire la sua disponibilità in quantità sufficiente. Infine, secondo le stesse disposizioni, questo può, nell’interesse della salute pubblica e su richiesta del Ministro della Salute, condurre all’acquisizione, la fabbricazione, l’importazione e la distribuzione di farmaci per far fronte con la loro commercializzazione o la produzione insufficiente.”
“Questa decisione ci dà soddisfazione“, ha commentato Me Jacqueline Bergel l’avvocato di circa 2.300 che hanno presentato la denuncia e che si sono visti costretti a rivolgersi al Consiglio di Stato.