di Cinzia Marchegiani
Sembra di vivere in un società dispopica. La libertà di stampa è sotto attacco ormai è evidente.
Dopo la norma che prevede (se votata al Parlamento europeo il prossimo 3 ottobre) la legalizzazione da parte dei governi di intercettare e spiare i giornalisti con tutte le conseguenze inarrabili del caso, in Italia è stata inserita una norma contenuta nel DPCM del 27 luglio 2023 che istituisce la figura del garante contro le fake news, nelle agenzie di stampa.
Un controllore sull’operato e la produzione dei giornalisti?
Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti (Cnog), riunito nella seduta di mercoledì 20 settembre 2023, ha approvato all’unanimità un ordine del giorno in cui rinnova la richiesta al Governo di eliminare la norma
Una disposizione che il Consiglio nazionale ritiene fortemente lesiva della libertà di informazione e delle prerogative deontologiche del giornalista a cui spetta, come prescrive la legge, la verifica delle notizie e la garanzia della loro autenticità, in piena autonomia.
Lo stesso Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha ricordato, il 27 luglio scorso incontrando la stampa parlamentare, che “l’autenticità dell’informazione è affidata, dalle leggi, alla professionalità e alla deontologia di ciascun giornalista”.
“Sarebbe fuorviante e contraddittorio con le stesse disposizioni costituzionali”, ha sottolineato ancora il Presidente Mattarella, “”.
Al fine di superare questa disposizione, il Consiglio nazionale chiede pertanto un incontro urgente con il sottosegretario all’editoria Alberto Barachini.
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