di Cinzia Marchegiani
Dunedin (Nuova Zelanda) – Una nuova ricerca mette in chiaro come il virus dell’HPV sia combattuto dal sistema immunitario nella maggior parte delle donne, circa l’80-90% riesce a sconfiggerlo in pochi anni grazie al sistema immunitario. Ma cosa accade per il resto di quelle donne che invece non riescono a debellarlo? Quale meccanismo sta alla base di questa differenza? I ricercatori dell’Università di Otago hanno acquisito nuove intuizioni sul modo in cui uno dei principali virus che causano il cancro cervicale elude i sistemi immunitari nel corpo che lo ospita. Questo studio innovativo che potrebbe portare a nuove terapie mirate per sconfiggere il cancro alla cervice è stato sostenuto da sovvenzioni da parte di Health Research Council della Nuova Zelanda e Cancer Society della Nuova Zelanda.
SCOPERTA E7, LA PROTEINA CHE ELUDE IL SISTEMA IMMUNITARIO
I risultati, pubblicati sulla rivista internazionale Scientific Reports, suggeriscono che una proteina, nota come E7, prodotto da un tipo ad alto rischio di papillomavirus umano, il HPV16, potrebbe essere il giocatore chiave nel sopprimere la risposta immunitaria dell’organismo al virus. Nella maggior parte persone con da HPV, l’infezione sarà debelletato dai loro corpi nel giro di due anni, mentre il 10-20% delle persone infette non riuscirà a farlo e va incontro al “rischio” molto più elevato di sviluppare il cancro della cervice uterina.
Sono circa 1.550 donne con diagnosi di alto grado cancro cervicale pre-maligne in Nuova Zelanda, e globalmente circa mezzo milione di donne con diagnosi di cancro del collo dell’utero ogni anno. Nei paesi senza programmi di screening organizzati, cancro del collo dell’utero è una delle principali cause di mortalità per cancro nelle donne.
Merilyn Hibma, l’autore principale dello studio Professore Associato spiega come le proteine HPV16 sopprimono le risposte immunitarie del corpo:”I nostri nuovi risultati mostrano che E7, in assenza di altre proteine HPV16, è sufficiente per causare una serie di effetti sulle cellule specializzate normalmente coinvolte nel priming T-cellule del corpo per combattere l’infezione virale” dice il professore associato Hibma.
Per i ricercatori autori dello studio, studiare i meccanismi che stanno alla base del fallimento di cellule T può consentire nuove terapie che permettono al corpo di combattere una infezione persistente da HPV.
“Questa conoscenza ci aiuta anche a capire come le cellule tumorali non sono rilevate dal sistema immunitario quando E7 è prodotto dalle cellule di cancro cervicale. Partendo da questo possiamo essere in grado di identificare nuovi modi per bloccare la soppressione del cancro della risposta immunitaria. Questo approccio è simile a quello dei ‘inibitori checkpoint ‘- Keytruda e Opdiva – recentemente finanziati dal Pharmac per il trattamento del melanoma“, spiega Hibma.