Sulla guerra innescata in Italia sui vaccini e sulla volontà di alcune Regioni di vietare l’iscrizione ai nidi e alla materna ai bambini che non siano in regola con i vaccini obbligatori (sono quattro) che si vorrebbero passare a 13, il dibattito arriva fino al parlamento europeo, grazie all’eurodeputato Piernicola Pedicini del gruppo Efdd – Movimento 5 Stelle Europa.
Di certo non rimane inosservato che questa forzatura istituzionale sia figlia temporale di un’indagine attivata dall’Antitrust riguardo al monopolio dei vaccini umani e la notizia ufficializzata dall’AIFA stessa, l’Agenzia italiana dei farmaci, ancora quando era guidata dalla presidenza di Sergio Pecorelli tramite il comunicato del 29 settembre 2014 con cui informava che l’Italia avrebbe guidato nei prossimi cinque anni le strategie e le campagne vaccinali nel mondo:
“È quanto deciso al Global Healty Security Agenda (GHSA) che si è svolto venerdì scorso alla Casa Bianca. Il nostro Paese, rappresentato dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, accompagnata dal Presidente dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) prof. Sergio Pecorelli, ha ricevuto l’incarico dal Summit di 40 Paesi cui è intervenuto anche il Presidente USA Barack Obama“.
Si, lo stesso Sergio Pecorelli che si era dovuto poi dimettere dalla sua carica nel dicembre 2015, accusato di conflitto di interessi dal direttore generale Luca Pani dopo un’indagine interna che ha coinvolto anche gli uffici dell’Anticorruzione. Per lui troppi presunti legami con le aziende farmaceutiche che producono vaccini, ma anche ruoli di vertice inopportuni in società di venture capital sul mercato della farmaceutica.
L’ON. PEDICINI PORTA IL CASO VACCINI ITALIA AL PARLAMENTO EUROPEO E INTERROGA L’ECDC
L’On. Pedicini al Parlamento europeo ha affrontato il “Caso Vaccini Italia” poiché sembra chiara la volontà del governo italiano, regioni e ministro Lorenzin, anche dopo un imbarazzante dietrofront (almeno per ora) di impegnarsi con leggi mirate a coercizzare le vaccinazioni per le iscrizione ai nidi e alla materna. Piedicini fa una premessa:
In 16 Paesi europei l’obbligatorietà dei vaccini non esiste. Austria, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Irlanda, Islanda, Lituania, Lussemburgo, Olanda, Norvegia, Portogallo, Spagna, Svezia e Regno Unito hanno un approccio diverso basato su raccomandazione, prevenzione e informazione. I dati dimostrano che in questi Paesi la copertura vaccinale è simile a quella presente nei Paesi in cui vige l’obbligatorietà. Non c’è nessuna epidemia e nessuna minaccia alla salute pubblica ma solo una lieve flessione delle coperture vaccinali che può essere fronteggiata con la raccomandazione. Il Movimento 5 Stelle non è contro i vaccini, ma contro l’abuso che si fa dei vaccini.
DIBATTITO, DIRETTORE ECDC: “NON C’E’ NESSUNA GARANZIA SECONDO CUI L’OBBLGATORIETA’ ASSICURI UNA MAGGIORE COPERTURA VACCINALE”
Durante un dibattito al Parlamento europeo Piernicola Pedicini ha chiesto un parere al Direttore del Centro Europeo per la prevenzione ed il controllo delle malattie (ECDC). La sua risposta conferma tutti i dubbi del Movimento 5 Stelle sul piano nazionale vaccini 2017-2019 presentata dal Ministro Beatrice Lorenzin: secondo l’ECDC non c’è nessuna garanzia secondo cui l’obbligatorietà assicuri una maggiore copertura vaccinale. Ascoltate la domanda di Pedicini e la risposta della direttrice Andrea Ammon.
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Insomma…”Secondo l’ECDC non c’è nessuna garanzia secondo cui l’obbligatorietà assicuri una maggiore copertura vaccinale”
L’On Pedicini spiega :”Entriamo nello specifico e cerchiamo di comprendere meglio come stanno le cose. L’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’Unicef hanno stimato che nel periodo 2010-2015 in Europa si è registrato un calo della copertura vaccinale complessiva (poco meno del 2%), rispetto ai massimi valori (95% circa) ottenuti nel periodo 2012-2013. Nonostante ciò, la copertura vaccinale media in Europa (appena superiore al 93%) rimane comunque al secondo posto dopo la regione oceanica (94% circa), sopra al continente americano (91% circa) e molto sopra della media mondiale (86% circa)”.
Pedicini snocciola anche i dati: “In Italia le coperture vaccinali a 24 mesi, valutate a partire dall’anno 2000, hanno fatto registrare prima un andamento in crescita dei vaccini inclusi nella formulazione esavalente (antidifterica, anti-tetanica, anti-pertossica, anti-polio, anti-Hib e anti-epatite B), fino al superamento del 95%, e successivamente una flessione a valori di poco superiori al 93,4%. Il calo riguarda sia le vaccinazioni obbligatorie (anti-difterica, anti-polio, anti-tetanica, anti-epatite B) sia quelle raccomandate”.
L’orientamento prevalente negli Stati europei per contrastare questa flessione è la raccomandazione vaccinale e non l’obbligo. Pedicini spiega quindi come il quadro di vaccinazione europeo relativo ai programmi vaccinali nazionali, infatti, comprende sia vaccinazioni obbligatorie sia raccomandate: dei 30 paesi (i 28 dell’Unione Europea più Islanda e Norvegia), 15 hanno almeno una vaccinazione obbligatoria all’interno del proprio programma vaccinale, mentre gli altri 15 non hanno alcuna vaccinazione obbligatoria.
MOLTI PROGRAMMI EUROPEI SULLA VACCINAZIONE RISULTANO EFFICACI ANCHE SE NON PREVEDONO ALCUN OBBLIGO
Pedicini dopo una riflessione sui dati appena osservati spiega: “Pertanto, se da un lato l’obbligatorietà delle vaccinazioni è considerata una strategia per migliorare l’adesione ai programmi di immunizzazione, dall’altro appare chiaro che molti dei programmi europei risultino efficaci anche se non prevedono alcun obbligo. Non emergono infatti differenze significative nelle coperture vaccinali tra i paesi che rendono obbligatorie e quelli che raccomandano le vaccinazioni più importanti. I Paesi che non hanno adottato obblighi per nessun vaccino, sono: Austria, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Irlanda, Islanda, Lituania, Lussemburgo, Olanda, Norvegia, Portogallo, Spagna, Svezia e Regno Unito. Questi Paesi sono anche quelli che si posizionano più in alto nella classifica dei Paesi con più libertà d’informazione.
Il Belgio adotta l’obbligatorietà solo per un vaccino, la Francia per tre vaccini, Grecia, Italia e Malta per quattro vaccini (tutti riservano l’approccio raccomandato per i rimanenti vaccini). I Paesi che, ad oggi, adottano un programma vaccinale nazionale con un numero di vaccini obbligatori maggiore di quattro sono: Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Ungheria, Lettonia, Polonia, Romania, Slovacchia, Slovenia. Questi Paesi si collocano molto in basso nella classifica della libertà di informazione“.
ITALIA E IL NUOVO PROGRAMMA NAZIONALE 13 VACCINI IN CONTROTENDENZA ALLA SCELTA DEGLI ALTRI PAESI EUROPEI
L’obbligo vaccinale è stato introdotto più di cinquanta anni fa con l’obiettivo di far fronte a quelle malattie infettive che avevano causato migliaia di morti infantili, ci tiene a precisare Pedicini: “Si tratta una misura di prevenzione resa necessaria dall’emergenza epidemica di quell’epoca per garantire un intervento omogeneo, costante e tempestivo in tutto il Paese e ridurre il rischio di ammalarsi. Pur non trovandoci di fronte a una fase di emergenza epidemica, il nuovo programma nazionale italiano estende l’offerta vaccinale fino a 13 vaccini (di cui 4 obbligatori), in totale controtendenza rispetto alla scelta dei principali Paesi europei. Parte integrante di questi vincoli è anche il controllo di possibili violazioni del supporto alla pratica vaccinale e dell’offerta attiva delle vaccinazioni da parte dei medici e del personale del servizio sanitario nazionale, violazioni che possono portare anche all’adozione di sanzioni disciplinari o contrattuali“.
Pedicini si è dichiarato contro l’abuso dei vaccini e il business delle multinazionali e spiega che il concetto di “obbligatorietà” si contrappone al concetto di “promozione” della salute che è alla base di qualsiasi efficace azione preventiva: “La promozione coniuga la responsabilità dell’individuo con quella della comunità che, con le sue istituzioni, garantisce il rispetto del diritto universale alla salute. L’approccio basato sulla raccomandazione intende favorire l’esercizio cosciente della libera scelta sia nell’interesse della salute dei propri figli che nell’interesse collettivo, sostenendo politiche di prevenzione tramite una corretta e completa informazione delle famiglie.”
Chiosa l’eurodeputato Piedicini da sempre è attento alla facile strumentalizzazione di terapie che nulla hanno a che vedere con la salute dei bambini come quello degli psicofarmaci, una battaglia che sembra portare da solo sulle sue spalle: “In questo ambito assume una importanza fondamentale il ruolo del medico/pediatra, come intermediario tra le istituzioni e le famiglie, per una scelta consapevole e informata. La sottrazione di questa responsabilità alla categoria dei medici lascia le famiglie sempre di più nella condizione di ricercare e maturare convinzioni ‘fai da te’ che non consentono una scelta consapevole e propriamente informata; per di più l’approccio basato sulla raccomandazione è sostenuto anche dall’Agenzia Europea di Controllo delle Malattie Infettive“.