NIZZA: L’ATTENTATORE, UN FRANCESE TUNISINO. MA QUALE FRATERNITÈ!

di Claudio Coletti

Nizza (Francia) – L’attentato al cuore di una ricorrenza, il 14 Luglio francese, la presa della Bastiglia. Una festa sentita in molti villaggi e città metropolitane della Francia ed anche nelle località turistiche tipiche di questa stagione estiva del 2016.

Un camion colpisce le persone come birilli. Urla? Parapiglia? Un delirio, gente scioccata e attonita. Gente che scappa e non riesce a reagire, increduli e incapaci di realizzare la mattanza.

Ma cosa sta succedendo? Come cosa sta succedendo!? Accade che la vita nel quotidiano mostra in tutta la sua crudezza i rischi ed i pericoli di politiche sociali e internazionali scriteriate, inadeguate, non idonee, foriere di problematiche ancor più gravi dei problemi oggetto della soluzione.

Come si può pensare che in un Paese, ed oggi questo vale per la Francia come pure per l’Italia, per la Spagna, la Finlandia, la Norvegia, la Grecia, etc,  laddove c’è una concentrazione di immigrazione che va al di là delle capacità di accoglienza di quel paese, la quotidianità possa scorrere al riparo da problemi, da disagi, da tumulti, da proteste.

Come si può pensare che dopo 500 anni di sfruttamento del continente africano da parte dei Paesi emergenti di questa Europa che si sono appropriati di tutte le risorse, sia del suolo che del sottosuolo, di quei paesi dell’Africa lasciandoli nella disperazione e nella fame, senza possibilità di un futuro.

Parliamoci onestamente, i Paesi che hanno colonizzato l’Africa rappresentano un sogno per la ricchezza ed il benessere per molti di questi popoli, l’”Eldorado”per il loro futuro.

E’ normale che in quelle comunità abbia fatto presa una religione che si indirizza all’individuo, al singolo che riporti speranza e fiducia sulle proprie forze sulla propria identità e sul rispetto delle proprie potenzialità. Una religione che ha i suoi culti. La cosa che non è normale, ed è uno degli errori dei paesi colonialisti,  è sottovalutare o sminuire il fenomeno che si assiste  all’interno di questo culto, dove vi sono diversi modi di percepire le stesse “Sacre Scritture” e quindi sono palesi le svariate interpretazioni dei vari “Profeti”.

Interpretazioni che possono essere liberamente e soggettivamente interpretate e “strumentalizzate” fino ad essere portate agli estremismi che conosciamo oramai. In nome di un dio si possono infierire stragi.  Queste frange estreme hanno da sempre mostrato insofferenza per le regole democratiche occidentali, per i modi di vivere che non sono in linea con la loro visione del mondo e della società.

Ma nessun stato sovrano si è sentito in dovere di prendere in seria considerazione queste differenze e queste distanze sempre più evidenti e più vaste. NESSUNO !!!!

Si è continuato ad operare nel “day by day” del business e dell’accumulare ricchezza e benessere ed è sotto gli occhi di tutti che negli ultimi 20 anni chi ha generato ricchezza per se stesse sono state solo le Banche e gli istituti finanziari di speculazione impoverendo sempre di più le popolazioni sia quelle dell’Africa nera che quelle degli altri Continenti.

L’Europa poi con la sua moneta unica ha affamato milioni di europei e acutizzato le problematiche di convivenza e dei diritti sociali nelle varie politiche di welfare dei singoli Stati. Si sono arricchiti i soliti noti mentre tutto il resto regrediva fino ad arrivare alla soglia della fame. Lì non ci sono più diritti alla casa, alla salute, alla istruzione, alla disabilità, alla povertà in genere. In molti Paesi membri del’UE si è tornati indietro di più di 30 anni, sia dal punto di vista dei diritti acquisiti, molti dei quali guadagnati con anni di lotte sindacali sul lavoro e nella vita sociale.

E allora?

Allora la quarta e la quinta generazione di immigrazione in Francia non è stata facile ma non è mai stata un problema dilagante come quello della sesta e settima generazione. Un esercito sempre crescente di uomini e donne, di giovani e di bambini senza possibilità di inserimento, senza possibilità di svilupparsi, senza possibilità concreta di integrazione, senza possibilità di comunicazione. Emarginati in veri e propri quartieri ghetto che sono diventate delle vere e proprie CITE’ (cittadine) dove non si parla più il francese ma senti il “wolof” oppure il dialetto “algerino” oppure quello “marocchino” nemmeno l’arabo puro si sente più. Nella migliore delle ipotesi si parla il “verlain” che è il francese storpiato al contrario (esempio Festa si dice in francese “FETE” in verlain è “TEUF” oppure Donna in France è “FEMME” in verlain è “MEUF”). Una lingua incomprensibile ai più che si mischia con tutti i nuovi gerghi che arrivano dai diversi Paesi del Continente Africano.

Emarginazione, incomprensione nel linguaggio, distanza sul culto, lontananza sulle tradizioni non c’è mix più esplosivo di questo.

Il fenomeno degli ultimi 15 anni in Francia che è stato operato sia dalla destra che dalla sinistra che ha accentuato il pericolo nei rischi e nella difficoltà di gestire l’ordine pubblico delle maggiori città francesi è questa idiozia della “CO-HABITATION” per preferire il “MIX-SOCIALE” tra le diverse classi sociali, cioè far coabitare case popolari in quartieri residenziali radical-chic. Questo fenomeno ha portato ad avere più colori diversi, più lingue diverse, più culti diversi, più situazioni sociali diverse in un vespaio di abitazioni dello stesso condominio.

Ora se “teoricamente” e anche “umanamente” questa cosa può suonare intelligente e lecita, nella pratica dell’esperienza quotidiana invece ha mostrato tutta la sua “dissonanza e pericolosità”? Si instaurano dinamiche di competizione e di scontro, le differenze si acutizzano, la violenza aumenta e la delinquenza anziché essere “geograficamente” ben identificata è dispersa e ben amalgamata con tutto il resto della comunità.Oggi quindi in virtù (io direi a causa) di tutto questo si è costruito un “MIX ESPLOSIVO” in ogni condominio di ogni quartiere di ogni città metropolitana in Francia. Poi le disuguaglianze dal punto di vista sociale restano perché c’è chi non può avere accesso a certi ammortizzatori sociali e a certi indennizzi mentre c’è chi ce l’ha.

Tutta questa kafkiana realtà viene esasperata dalla politica estera. Le stratificazioni multietniche sono una realtà non volutamente studiata, analizzata. Il Paese invece di arginare questi fenomeni di immigrazione senza un reale cambiamento culturale e vera integrazione con tutti i diritti e doveri, continua la linea dei bombardamenti alla Libia, all’Iraq, alla Siria ma soprattutto alla vendita più o meno dichiarata degli armamenti con quelli che ieri erano nemici ed oggi sono amici. Illogicità che potete ben immaginare come siano recepite in questi quartieri dove si vive una realtà lontana anni luce da ciò che si vuole fra credere.

Poi una mattina ci svegliamo e leggiamo di 84 morti a Nizza, che si vanno a sommare con le centinaia di Parigi, che si sommano con le altre in altra località.

Credo ormai necessaria e indispensabile un’analisi  e rilettura delle politiche estere e di quelle sociali in questo Paese dove sulla bandiera c’è scritto “LIBERTE’ e siamo al limite, “EGALITÉ” ma non ci siamo proprio, “FRATERNITÉ”…ma dov’è finita se con un camion un “francese” di origini tunisine falcia zigzagando sulla “Promenade des Anglais” di fronte all’Hotel NEGRESCO più di 100 esseri umani tra uomini, donne e bambini di ogni nazionalità, di ogni lingua e di ogni culto ?

Se a livello europeo non si prenderà coscienza di questa reale e amara sconfitta sociale,  dovremo continuare per molto a fare olà e contare le vittime e a cambiare la foto del profilo di facebook con le diverse bandiere nazionali.

C’è bisogno di una tregua altro che guerra, e capire che l’integrazione non significa dare solo ospitalità  e poi bombardare i loro paesi. Finché non si comprenderà bene a fondo che ogni uomo nasce col sangue della propria terra di origine che rimane un’impronta difficile da cancellare, non si può offrire un paese pieno di mille contraddizioni, una società civile di facciata ma che poi permette di vivere senza regole, diritti e doveri creando ed esacerbando situazioni  al limite della civiltà, sia per chi ospita sia per chi viene accolto. L’illogica crea mostri tortuosi.

Non si può pretendere di vedere le stelle con gli occhi chiusi!

 

 

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