Radio Radio TV, YouTube censura il canale: “L’accusa è infamante, ripristinato ma non finisce qui!”

 

di Cinzia Marchegiani

Il giornalismo “virtuale” mostra la vera forza dei giganti del web. Senza un tribunale, senza una giuria si emettono sentenze senza un reale e costruttivo confronto e con un semplice click possono far sparire canali che sono il frutto di un impegno duro, costante e professionale.

Ma non solo, i giganti oltre a censurare lasciano il sospetto sull’operato dei giornalisti professionisti.

Un servizio sulle mascherine si trasforma in un video con ‘minorenni in situazioni sessualmente allusive’

Il caso di Radio Radio TV ha sollevato questo spinoso problema che fa riflettere sulla necessità di una regolamentazione seria e ormai urgente.

ACCUSA INFAMANTE. L’accusa a Radio Radio TV è alquanto infamante, un’accusa che senza la possibilità di replica e risoluzione del contenzioso porta di riflesso un discredito serio.

Per Radio Radio TV l’accusa come spiegava l’editore  Fabio Duranti è delle più infamanti “Pedofilia, video con minorenni in situazioni sessualmente allusive”:

“Siamo una RadioTelevisione italiana con concessioni e licenze pubbliche rilasciate dal Ministero dello Sviluppo Economico e dall’Autortà per le Garanzie delle Comunicazioni; le stesse Autorità pubbliche vigilano per legge sui contenuti da noi diffusi. Sul nostro canale YouTube pubblichiamo video estratti dalle trasmissioni in diretta delle nostre testate giornalistiche radiotelevisive e che, ovviamente, giammai hanno diffuso – né potrebbero farlo – contenuti che violano le vostre norme. Le vostre comunicazioni e l’oscuramento del canale sono pertanto fantasiose ovvero nella fattispecie palesemente calunniose; la censura subita si inquadra inoltre in abuso della vostra posizione dominante. Per quanto sopra vi diffidiamo: al ripristino immediato del canale; al ritiro di ogni calunnia verso i nostri riguardi; al risarcimento del danno cagionato. Seguiranno comunicazioni formali del nostro ufficio legale”.

L’editore Fabio Duranti tramite un video non su You Tube mostrava fattivamente cosa fosse accaduto e con quale modalità YouTube cancella un canale invece di censurare quello presunto sospetto:

“Questa la nostra risposta a YouTube, nei limiti dei ristrettissimi 1000 caratteri concessi per difenderci e chiedere la riapertura del nostro canale Radio Radio Tv, con 190 mila iscritti e più di 2000 video al momento della chiusura.
Dopo il danno, c’è stata anche la beffa: l’accusa di pubblicare file video contenenti ‘minorenni in situazioni sessualmente allusive’ non è solo un insulto alla nostra intelligenza, ma anche a tutti gli iscritti che abitualmente fruiscono della nostra piattaforma, testimoni della calunnia senza fondamento.
Perché agire in questo modo censorio e diffamatorio in modo univoco e senza possibilità di una reale replica?” 

OGGI 15 GIUGNO 2020 YOUTUBE RIPRISTINA IL CANALE RADIO RADIO TV, MA IL DANNO E’ FATTO!

E ora? Ora dopo il tam tam e la replica di Radio radio TV, You Tube ripristina il canale, ma il danno ormai è fatto come spiega oggi lo stesso Fabio Duranti:

“Ventisei ore per ripensarci, ed evitare il peggio. A questo punto il soggetto di cui parliamo non è certo Radio Radio, bensì la piattaforma multinazionale di YouTube.
Già, perché il leviatano dei video a stelle e strisce alle 10.29 di stamattina ci ha ripensato: ‘Il tuo canale non viola le norme della community’.
Dopo la diffida firmata da Fabio Duranti ieri pomeriggio in cui si intimava al ripristino del canale previa azioni legali, Radio Radio TV è tornato online.

Tutto come prima? No, secondo l’editore, che precisa in diretta a ‘Un giorno speciale’ quanto questo sistema giustizialista e unilaterale nasconda del marcio che non può certo passare inosservato e che dal punto di vista giudiziario non resterà anonimo.”

Ecco il suo intervento.

Conclude Fabio Duranti:Stamattina ci sono arrivate due righe di spiegazione senza neanche una scusa.
Mi hai dato del criminale ieri e oggi mi scrivi “non violi nulla”?
Ci hanno accusato forse del reato più atroce che ci sia, ma non finisce qui
“.

 

Comunque si sappia, non è proprio facile accedere ai vostri contenuti, occorre più volte cliccare sul link!

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