Emilia Romagna, il PD brinda la legge. 4 vaccini obbligatori per l’accesso ai nidi pubblici e privati. Codacons: “Raffica di denunce”

VACCINI

di Cinzia Marchegiani

Regione Emilia Romagna – Via libera in Aula, prima Regione ad approvare una legge sul tema. Bonaccini: “Misura a tutela della salute pubblica e dei bimbi più deboli”.

E’ la prima approvata da una Regione italiana, dopo il via libera dell’Assemblea legislativa alla riforma dei servizi educativi per la prima infanzia.
Per accedere ai nidi, pubblici e privati, bisognerà aver somministrato ai minori l’antipolio, l’antidifterica, l’antitetanica e l’antiepatite B. Ma in Italia non esiste il vaccino quadrivalente, quindi i genitori dovranno mettersi in regola con uno fuori legge, e cioè l’esavalente.
Il presidente Bonaccini: “Misura a tutela della salute pubblica e dei bimbi più deboli. Apriamo la strada a livello nazionale”. L’assessore Venturi: “Fondamentale per la prevenzione”.
La norma introduce poi l’accreditamento delle strutture e la valutazione della qualità dei servizi. La vicepresidente Gualmini: “La legge dopo aver ascoltato amministratori, operatori, educatori”.
LA LEGGE VIETA L’ACCESSO AI NIDI PER CHI NON HA IL LIBRETTO VACCINALE IN REGOLA
Emilia RomagnaAdesso è legge, ed è la prima varata da una Regione italiana: per poter frequentare gli asili nido dell’Emilia-Romagna i bambini dovranno essere vaccinati. Lo prevede il progetto di legge della Giunta regionale di riforma dei servizi educativi per la prima infanzia e approvato oggi dall’Assemblea legislativa con 27 voti favorevoli (Pd), 5 no (M5S) e 10 astenuti (Sel, Ln, Fdi, Fi).
L’articolo 6, quello che introduce l’obbligatorietà dei vaccini, è stato votato da Pd, Sel, Fdi, Fi; contrario il M5s, astenuta la Ln. Nel ridisegnare i servizi 0-3 anni, la norma introduce come requisito d’accesso a quegli stessi servizi, pubblici e privati, “l’avere assolto gli obblighi vaccinali prescritti dalla normativa vigente”, e quindi aver somministrato ai minoril’antipolio, l’antidifterica, l’antitetanica e l’antiepatite B.

I DATI SU CUI IL PD HA FATTO LEVA, LE COPERTURE VACCINALE SENZA CASI DI EPIDEMIE

La percentuale di vaccinati che garantisce la migliore protezione a tutta la popolazione deve essere superiore al 95%, limite indicato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). In Emilia-Romagna tale copertura è stata del 93,4% nel 2015 dopo essere scesa al di sotto di quella richiesta nel 2014, quando arrivò al 94,5%. Nel 2010 era al 96,5%. L’anno scorso solo i territori di tre Ausl sono risultati al di sopra del 95%: Imola, la più alta, con il 95,8% (rispetto al 95,3% del 2014), Parma con il 95,6% (95% l’anno precedente) e Piacenza sempre con il 95,6% (95,7%). Al di sotto tutte le altre: Modena col 94,1% (dal 94,7% del 2015), Reggio Emilia col 93,7% (95,2%), Ferrara col 93,6% (96,1%) e Bologna col 93,5% (95,2%). Dati ancor più negativi per la Ausl unica della Romagna, che sempre nel 2015 ha fatto registrare una copertura pari al 92,3% rispetto al 91,1% dell’anno precedente. Prendendo le singole aree, si ha Rimini con l’87,5%, in leggera salita rispetto all’87,3% del 2014, poi Cesena con l’89,4% (92,5%), Forlì con il 93% (94,5%) e Ravenna con il 94,3% (95,2%)

Per quanto riguarda più in generale i servizi educativi per la fascia di età da 0 a 3 anni, la riforma tocca un sistema regionale fatto di 1.199 servizi per oltre 32.500 bimbi iscritti. Un indotto importante!

VACCINI, ENTRO UN MESE LE REGOLE ATTUATIVE. C’E’ TEMPO FINO A MAGGIO/GIUGN0 2017 PER METTERSI IN REGOLA

Oggi in Italia l’obbligo riguarda 4 vaccinazioni, e precisamente contro la poliomielite, la difterite, il tetano e l’epatite B. Per preservare lo stato di salute “sia del minore sia della collettività” con cui il minore stesso viene a contatto, “costituisce requisito di accesso ai servizi educativi e ricreativi pubblici e privati l’avere assolto gli obblighi vaccinali prescritti dalla normativa vigente”. E’ quanto sancisce l’articolo 6, comma 2, della nuova legge regionale dell’Emilia-Romagna, specificando che, ai fini dell’accesso, la vaccinazione deve essere omessa e differita solo in caso di pericoli concreti accertati per il bimbo, “in relazione a specifiche condizioni cliniche”.

Entro un mese dall’entrata in vigore della legge la Giunta regionale, attraverso un provvedimento apposito, specificherà “le forme concrete di attuazione” del comma sui vaccini. Per l’accesso al nido, i genitori dei bimbi non ancora vaccinati avranno tempo per presentare il certificato di avvenuta vaccinazione fino a quando non sarà accettata la domanda d’iscrizione (maggio-giugno 2017, data che varia a seconda del Comune di appartenenza). Parallelamente, la Regione si impegna a rafforzare azioni, interventi di comunicazione e informazione sull’importanza delle vaccinazioni.

La riforma dei servizi educativi per la fascia da zero a tre anni
Nella legge si ridefinisce il sistema educativo integrato dei servizi per la prima infanzia, flessibile e diversificato, con al centro il nido classico, con orari part-time e tempo lungo, inteso come principale servizio educativo con la doppia funzione formativa e di cura per i bambini e di sostegno delle famiglie. Intorno al nido, una rete di servizi più flessibili (sperimentali, domiciliari, integrativi, spazi genitori-bambini) e più diversificati nelle proprie modalità organizzative per andare incontro a nuovi bisogni e alle scelte educative delle famiglie. Il provvedimento riafferma la responsabilità degli Enti pubblici, nelle loro funzioni di controllo e regolazione dei servizi educativi, per avere elementi minimi comuni rispetto alla qualità pedagogica, alla tutela sanitaria, alle modalità di accesso e ai criteri di contribuzione, e introduce:

processi di valutazione della qualità dei servizi e la valorizzazione del ruolo dei coordinamenti pedagogici territoriali, ora collocati presso i Comuni capoluogo;

formazione del personale, ancor più importante per coloro che esercitano professioni di grande responsabilità dovendo interagire con i bambini;

semplificazione e accelerazione delle procedure per l’assegnazione dei finanziamenti regionali ai servizi;

– riferimento alla legge 107/2015, che inserisce i servizi 0/3 a tutti gli effetti all’interno del percorso di istruzione: questo significa valorizzare dell’esperienza dei servizi educativi e rafforzare i collegamenti con le scuole dell’infanzia;

accreditamento dei servizi. Già previsto dalla legge del 2000 e mai realizzato, diventa ora condizione essenziale per poter usufruire dei finanziamenti regionali da parte di chi gestisce servizi privati. Fulcro dell’accreditamento, concesso dal Comune, è la valutazione della qualità del servizio in base a una serie di requisiti che verranno esplicitati nella direttiva sull’accreditamento quali il progetto pedagogico, la presenza del coordinatore pedagogico e l’adozione di strumenti di auto-valutazione del servizio oltre a un adeguato numero di ore di formazione del personale. 

INSORGE IL CODACONS: LEGGE E’ INCOSTITUZIONALE, PRONTI A DENUNCIARE ASILI PER ABUSO DI ATTI D’UFFICIO E VIOLENZA PRIVATA

L’associazione dei consumatori, spiega che in commercio non esistono i 4 vaccini obbligatori, ma solo l’esavalente.

Il CODACON AVVISA

Una legge incostituzionale che se verrà messa in pratica porterà ad una raffica di denunce contro gli asili nido. Lo afferma il Codacons, commentando la legge approvata oggi dall’Assemblea legislativa dell’Emilia Romagna, che impone la vaccinazione dei bambini per poter frequentare gli asili nido della regione.
La norma introduce come requisito la somministrazione dei vaccini obbligatori previsti dalla normativa vigente, e quindi quello antipolio, antidifterica, l’antitetanica e l’antiepatite B – spiega il Codacons – Peccato che in Italia non esista il vaccino tetravalente, e chi vuole vaccinare i propri figli sia costretto a far iniettare loro l’esavalente, che contiene anche pertosse ed infezioni da Haemophilus influenzale di tipo b.

La legge regionale, quindi, non è applicabile, perché gli asili che adotteranno la norma rischiano di essere denunciati per abuso di atti d’ufficio e violenza privata, non potendo i genitori somministrare ai figli i soli 4 vaccini obbligatori previsti, costringendoli così a ricorrere all’esavalente.

Il Codacons ribadisce l’importanza della vaccinazione, ma solo quando i vaccini sono singoli e testati, e invita tutte le famiglie dell’Emilia Romagna a segnalare forzature da parte degli asili della regione e anche eventuali problematiche insorte a seguito della somministrazione dell’esavalente, sul sito www.codacons.it

Non menzionati i possibili casi in cui i bambini siano stati vaccinati solo per un tipo di vaccino. Quali offerte sono state prospettate per potersi mettere in regola che non sia il vaccinio esavalente? Nessuna informazione al riguardo alle immunità acquisite dagli operatori scolastici e personale ATA che sono a diretto contatto con i bambini tutti i giorni. Se è vero che si vuole proteggere i bambini dalle malattie infettive, la vaccinazione è solo la punta dell’iceberg affinchè sia reale l’obiettivo che si vorrebbe perseguire.

Se fosse questa la fotografia scattata, si è pensato solo spingere ai genitori a scegliere obbligatoriamente alla vaccinazione (quale tipo?) per l’accesso al nido, senza una concreta strategia affinchè i bambini siano realmente protetti dalle malattie infettive. Insomma una bella pentola senza pensare a quale coperchio mettere.

La Regione Emilia Romagna diventa una fucina di esperimenti anche per eventuali leggi future? In assenza di reali pandemie si potrebbero chiedere altre coercizioni ai genitori affinché sia possibile l’accesso alla scuola imponendo anche altri tipi di vaccini, dall’HPV, influenza, morbillo e meningite? Lo stesso Bonaccini afferma:Siamo i primi in Italia ad adottare questa misura, aprendo la strada, visto che altre Regioni intendono fare lo stesso e che se ne parli come di un provvedimento di interesse nazionale“.

Ma una domanda sorge spontanea, questi genitori dovranno firmare la responsabilità degli eventuali danni da vaccino? Ai posteri la sentenza.

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