Italia. Scandalo Università, concorsi truccati. Miur valuta di costituirsi parte civile

 

 

di Ci. Ma.

Firenze – Una storia scandalosa, così l’ha definita il ministro Fedeli rispondendo al quesito del Question Time presentato ieri dopo la scoperta di un sistema corruttivo (se dimostrato), da parte di professori universitari: “Una vicenda che non esitiamo a giudicare scandalosa e inaccettabile qualora risultasse confermata in sede giudiziaria“.

Un vaso di Pandora quello appena scoperchiato dalla Guardia di Finanza del Comando di Firenze sui concorsi truccati all’Università che

IL FATTO. Nella mattinata del 25 settembre 2017 oltre 500 militari della Guardia di Finanza hanno dato esecuzione ad una vasta operazione di polizia giudiziaria su tutto il Territorio nazionale, nell’ambito della quale sono stati eseguiti 29 provvedimenti cautelari personali nei confronti di docenti universitari (7 agli arresti domiciliari e 22 interdetti allo svolgimento delle funzioni di professore universitario e di quelle connesse ad ogni altro incarico assegnato in ambito accademico per la durata di 12 mesi) per reati di corruzione e più di 150 perquisizioni domiciliari presso Uffici pubblici, abitazioni private e studi professionali.

Nei confronti di altri 7 docenti universitari, il Giudice per le Indagini Preliminari di Firenze si è riservata la valutazione circa l’applicazione della misura interdittiva all’esito dell’interrogatorio degli stessi.

Le misure coercitive sono state disposte dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Firenze – Dott. Angelo Antonio Pezzuti – su richiesta della locale Procura della Repubblica diretta dal Procuratore Capo, Dott. Giuseppe Creazzo, a seguito di articolate investigazioni svolte dai Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Firenze coordinate dal Proc. Agg. Dott. Luca Turco e dal Sost. Proc. Dott. Paolo Barlucchi.

Il contesto investigativo ha preso le mosse dal tentativo di alcuni professori universitari di indurre un ricercatore universitario, candidato al concorso per l’Abilitazione Scientifica Nazionale all’insegnamento nel settore del “diritto tributario”, a “ritirare” la propria domanda, allo scopo di favorire un terzo soggetto in possesso di un profilo curriculare notevolmente inferiore, promettendogli che si sarebbero adoperati con la competente Commissione giudicatrice per la sua abilitazione in una successiva tornata.

L’INDAGINE AVREBBE SCOPERTO SISTEMATICI ACCORDI CORRUTTIVI TRA NUMEROSI PROFESSORI DI DIRITTO TRIBUTARIO PER LE PROCEDURE DI ABILITAZIONE SCIENTIFICA NAZIONALE SECONDO LOGICHE DI SPARTIZIONE TERRITORIALE E SCAMBI DI FAVORE

Gli approfondimenti investigativi avrebbero consentito di accertare sistematici accordi corruttivi tra numerosi professori di diritto tributario – alcuni dei quali pubblici ufficiali in quanto componenti di diverse Commissioni nazionali (nominate dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) per le procedure di Abilitazione Scientifica Nazionale all’insegnamento nel settore scientifico diritto tributario – finalizzati a rilasciare le citate abilitazioni secondo logiche di spartizione territoriale e di reciproci scambi di favori, con valutazioni non basate su criteri meritocratici bensì orientate a soddisfare interessi personali, professionali o associativi.

UNIVERSITÀ, MIUR VALUTA DI COSTITUIRSI PARTE CIVILE
 “Nessuna comunicazione ufficiale è ancora pervenuta al Ministero relativamente ai provvedimenti assunti dall’autorità giudiziaria”.
Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca “si riserva” comunque “di costituirsi parte civile nel relativo procedimento“.  Questo uno dei passaggi chiave della risposta che il Miur ha fornito oggi pomeriggio durante il Question Time alla Camera dei deputati in merito all’inchiesta in atto sui concorsi universitari. La risposta è stata letta a nome della Ministra Valeria Fedeli, fuori per motivi istituzionali, dalla Ministra per i Rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro.

“I fatti di cronaca, specifica la risposta, si riferiscono alle due tornate 2012 e 2013 dell’Abilitazione Scientifica Nazionale (ASN). Dopo un primo controllo da parte del Ministero, risulta che rispetto ai docenti indagati, 16 hanno fatto parte delle Commissioni nominate per l’ASN 2012 e 2013. Ferma la condanna della Ministra Fedeli: ‘Il quesito formulato (nel question time, ndr) – si legge nella risposta – permette di intervenire su una vicenda che non esitiamo a giudicare scandalosa e inaccettabile qualora risultasse confermata in sede giudiziaria’”.

Come previsto dalla legge 240/2010 – chiarisce nella risposta sempre la Ministra Fedeli -, il Ministero ha il compito di nominare le commissioni per l’Abilitazione Scientifica Nazionale, di verificare la regolarità formale degli atti relativi ai lavori delle commissioni e di pubblicare i risultati. Le Commissioni di valutazione sono composte da 5 professori ordinari, selezionati con un sorteggio effettuato all’interno di liste, una per ciascun settore concorsuale, tra coloro che hanno fatto domanda per esservi inclusi e rispetto ai quali è stata accertata la qualificazione scientifica da parte dell’Anvur (l’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca). “Le procedure di Abilitazione sono caratterizzate da assoluta trasparenza”, e alle stesse “viene data ampia pubblicità sul sito dedicato”.

Il Ministero, inoltre, “nel corso degli ultimi sei mesi ha collaborato con l’Anac (Autorità Nazionale Anticorruzione, ndr) e con gli altri organismi rappresentativi del mondo accademico”. E questo “ai fini della stesura di una specifica sezione, dedicata all’Università, del Piano Nazionale Anticorruzione”. Piano – viene ricordato – che è stato sottoposto a consultazione pubblica con l’obiettivo di “acquisire osservazioni e contributi in vista dell’adozione del testo definitivo che avverrà entro la metà del mese di ottobre”. Il Piano, in particolare, si propone di “togliere ogni area di opacità e zone d’ombra e affrontare in modo serio, rigoroso e trasparente ogni parte del funzionamento dell’università”.
Tra le intenzioni del Ministero anche quella, sempre nel corso del mese di ottobre, “di adottare, per la prima volta, un vero e proprio Atto di indirizzo sulla trasparenza e sui conseguenti comportamenti che devono ispirare la vita accademica e devono improntare codici etici e di autoregolamentazione degli Atenei”.

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