Tutti a pensare a Riina mentre la vera mafia agisce indisturbata

Editoriale

di Daniel Prosperi

Essere o non essere…è questo il problema! Chiunque tu sia, in questa italietta dei rubagalline, degli sversatori abusivi, degli evasori, sei comunque un “povero”. Quando uno muore poi, ci sarà sempre quel qualcuno che dirà che eravamo bravi. Anche per Salvatore Riina sarà così.

La scorsa settimana è stata costellata da questa altisonante “decisione” della Cassazione: merita una morte dignitosa.

Fatta premessa doverosa sulla posizione collettiva di scandalo e rabbia, la presentazione della richiesta sul piano giuridico è legittima. Poi è ovvio che è rimesso tutto alla discrezionalità oggettiva del Giudice.

In realtà però, quello che la Cassazione ha eccepito è la superficialità con cui il Tribunale di Sorveglianza di Bologna ha emesso il provvedimento di rigetto all’istanza. È opportuno ricordare che la Suprema Corte non decide nel merito, ma sentenzia sulla validità della procedura, della “legis actione” seguita dal Giudice del Tribunale di rango inferiore, come in questo caso. La sentenza infatti non concede alcuna misura alternativa alla pena detentiva, ma rimanda al Tribunale di Sorveglianza per il riesame della richiesta, che rimane legittima. Sia chiaro: la richiesta, non l’accoglienza della medesima.

Nel 2017, nel 25imo anniversario dalle barbare uccisioni degli ultimi Giudici italiani che hanno avuto il coraggio di contrastare il fenomeno “mafia nelle istituzioni”, dobbiamo ancora parlare di chi, in uno Stato democratico, sarebbe già negli inferi.

È incomprensibile comunque l’attività mediatica che c’è al momento, con la ricerca affamata a ciò che viene per di più distorto, nonostante il già contenuto della notizia lo sia di per sè. L’altro giorno ho dedicato un pensiero a questa vicenda: “tutti a pensare a Riina mentre la vera mafia agisce indisturbata“.

È così. Catalizzare l’attenzione massificata per offuscare la mente umana, anche dei più intellettuali, e permettere silente il perdurare di sistemi criminali nelle istituzioni.

C’hanno sempre assegnato un nemico da dover identificare, un capro espiatorio di tutti i mali. E se fossero proprio questi personaggetti ad essere i nostri veri nemici? Riflettiamoci. Magari insieme. Magari con un bella pizzata e una risata vaccinale.

Eh sì, forse i migliori vaccini sono i sorrisi, non l’acqua con l’alluminio nelle fiale.

 

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