Sanità laziale. Nonostante le “Case della Salute” nei Pronto Soccorso regna l’emergenza e il caos

 

di Cinzia Marchegiani

Roma – Non c’è pace per i pronto soccorso romani. A denunciare lo stato dell’arte in cui versa l’assistenza sanitaria romana è il Sindacato delle Professioni Infermieristiche NURSIND:

“Alle h 17.40 (dati Regione Lazio) ci troviamo ancora in grave difficoltà nella gestione dei pazienti all’interno dei maggiori pronto soccorso della Capitale con punte di 117 pazienti al Policlinico Umberto I° di cui 34 in attesa di ricovero, 109 al San Camillo-Forlanini con 44 in attesa di ricovero, 115 al Sant’Andrea con 40 utenti in attesa di ricovero, al Sant’Eugenio 94 con 21 in attesa di ricovero e 105 al Pertini con 32 pazienti in attesa di posti letto.

SISTEMA PRONTO SOCCORSO AL COLLASSO, PAZIENTI PARCHEGGIATI OVUNQUE, AMBULANZE SENZA BARELLE, OPERATORI SANITARI LAVORANO IN UNO STATO DI EMERGENZA CONTINUA

Il comunicato stampa del Nursind a firma di Stefano BaroneSeg. Amministrativo Nursind Provincia di Roma e Seg. Aziendale Nursind San Camillo- Forlanini nel dettaglio mostra una situazione dei pronto soccorso romani degno di un’attenta analisi e rivolta a chi dovrebbe tutelare sia il diritto del malato ma anche degli stessi operatori sanitari:

“Per un totale di  circa 540 pazienti di cui 171 in attesa di sistemazione definitiva! Questa situazione di stallo nelle strutture ospedaliere comporta che circa il 40% dei pazienti che afferiscono a DEA di II livello siano quotidianamente in attesa di allocazione sostando in condizioni disagiate anche per più giorni. Il sistema è al collasso come sono al collasso gli operatori che ci lavorano. Naturalmente questa situazione di sovraffollamento comporta anche il blocco delle ambulanze del 118 che, prive delle barelle, non possono ripartire per altri servizi sul Territorio (ne abbiamo contate ben 6 ferme al pronto soccorso del San Camillo). Questa presenza in sovrannumero di pazienti complica la vita organizzativa e lavorativa dei sanitari che prestano assistenza. E’ logico pensare che lavorare con questa situazione di letti messi dovunque ci sia uno spazio libero non sia il massimo in termini di efficacia ed efficienza dal punto di vista assistenziale. E’ facile che in questa confusione non organizzata ci siano episodi che possono sfociare in situazioni di cronaca.  Addirittura al San Camillo assistiamo al solito sovraffollamento di pazienti parcheggiati dovunque si trovi un posto senza un’assistenza di tale nome. I nostri Delegati Aziendali ci riferiscono di:

  1. a) sovraffollamento nella sala dei codici giallo rossi 1 dove alle 17.40 sostano in condizioni di assistenza precarie 26 pazienti laddove ne dovrebbero sostare per ragionevoli motivi di sicurezza solo 11.
  2. b) un paziente alle 17.40 è ricoverato e monitorizzato nella stanza del Cardiologo di Guardia.

Assistiamo oggigiorno a protocolli per sovraffollamento nei Pronto Soccorso mai utilizzati, Case della Salute che non compiono il servizio che la cittadinanza si aspetta per un miglioramento operativo dei Pronto Soccorso e, non ultimo, il ricovero come soluzione per bypassare gli esami diagnostici oggigiorni prenotabili in tempi brevi solamente in intramoenia. Questo è la realtà oggettiva della Sanità Laziale. Quello che noi tutti dobbiamo fare è abbandonare questa sorta di realtà virtuale fatta di comunicati stampa cara a questa Giunta Regionale e calarci invece nella realtà quotidiana fatta di situazioni al limite della civiltà cercando di pungolare Regione e Aziende Ospedaliere nel fargli capire che i numeri sono persone e non puntini sulle facce di un dado”.

L’O.S. Nursind quindi conferma che continuerà a vigilare su tutte le situazioni “off limits” legate a problematiche sia logistiche sia organizzative denunciando, come ha sempre fatto, tutte le condizioni che minino la dignità dei lavoratori e di conseguenza quella dei pazienti ricoverati.

Chissà se Nicola Zingaretti avrà una nuova ricetta per il nuovo anno per curare questa sanità ormai in evidente stato comatoso. Questo comunicato mette in evidenza come il progetto e gli obiettivi delle “Casa della Salute” laziali non siano stati raggiunti, nate per decongestionare i pronto soccorso e gli stessi ospedali pubblici, diventano ora la pubblicità di una sanità laziale di cui vergognarsi e lo sanno bene i cittadini che devono confrontarsi con questa gestione e congestione che pone dei grandi limiti alla tutela della dignità e dei diritti dei pazienti ma anche degli stessi operatori sanitari. La realtà questa volta supera ogni perversa fantasia…purtroppo!

Se vieni dal Cairo… Roma sembra Londra, eppure se ci torni da Londra, Roma sembra il Cairo. E’ sempre questione di punti di riferimento!

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