Prof.ssa Gandini e il Nobel per la medicina: “Scelta politica, marketing o scienza corrotta?”

 

di Cinzia Marchegiani

Il Premio Nobel 2023 per la Fisiologia e la Medicina è stato assegnato congiuntamente a Katalin Karikó e Drew Weissman

per le loro scoperte riguardanti le modifiche delle basi nucleosidiche che hanno consentito lo sviluppo di efficaci vaccini a mRNA contro COVID-19

Il comunicato spiega: Le scoperte dei due premi Nobel sono state fondamentali per lo sviluppo di vaccini a mRNA efficaci contro il COVID-19 durante la pandemia iniziata all’inizio del 2020. Attraverso le loro scoperte rivoluzionarie, che hanno cambiato radicalmente la nostra comprensione di come l’mRNA interagisce con il nostro sistema immunitario, i vincitori hanno contribuito al ritmo senza precedenti di sviluppo di vaccini durante una delle più grandi minacce alla salute umana dei tempi moderni.

La notizia ha creato sentimenti e giudizi molto diversi, direi contrastanti. Era inevitabile, la politica (ma anche i comunicatori della scienza) non ha sempre brillato e dato sfoggio di trasparenza e competenza!

Non solo, su questo tipo di vaccini inoltre le istituzioni, su richiesta formale di alcuni europarlamentari di acquisire informazioni importanti e dettagliate, si sono trincerate dietro a troppi ommissis e al contempo hanno imposto, obbligato alla profilassi lasciando firmare un consenso atipico lo stesso cittadino. Sono stati coinvolti minori, bambini, studenti. E’ stato creato (almeno in Italia su richiesta della Fnomceo) uno scudo penale per i medici vaccinatori e il fatto ancora più curioso (sono ironica) riguarda il fenomeno della farmacovigilanza attiva (serve a segnalare alla Rete di farmacovigilanza dell’AIFA e EMA casi di sospette reazioni avverse a farmaci e quindi vaccini da parte degli stessi operatori sanitari affinchè la vaccinazione stessa sia effettuata in sicurezza) che però non è obbligatoria ma solo raccomandata alla stessa classe medica (la legge prima prevedeva invece l’obbligo). Molte persone hanno dovuto far valere le loro testimonianze solo con la farmacovigilanza passiva (eppure l’AIFA ha sempre comunicato… ai medici che le segnalazioni vanno fatte sempre: per casi noti, meno noti; lievi o importanti perchè funziona così il controllo su un farmaco immesso nel circuito), è un tabù parlare di vaccini e reazioni o danni collaterali, eppure il bugiardino (foglietto illustrativo di un farmaco) viene sempre aggiornato al riguardo. Molte persone non sapevano neanche cosa fosse questa sconosciuta attività di controllo sui farmaci (ormai hanno imparato che occorre specializzarsi, conviene) e quindi sulle esperienze personali hanno dovuto cominciare a non demandare più le questioni che rigardano la propria salute e i propri diritti.

La scienza… “qualcuno insiste a dire che non è democratica“, ma dove sono finiti i diritti dei cittadini? L’etica e la deontologia? La scienza o chi parla a suo nome può fare quello che vuole? Può intimidire gli interlocutori (anche giornalisti?) che chiedono trasparenza? O è la politica che ha fatto e disfatto usando a proprio vantaggio i key opinion leader?

In questi tre anni politica, medici ricercatori hanno dato sfoggio in tv di tanti clamorosi annunci troppo spesso stravolti, ridimensionati. Col tempo le persone hanno cominciato a valutare la serietà di coloro che le hanno coinvolte, consigliate in scelte importanti per se stesse e il nucleo familiare. Per la propria vita, salute e lavoro. Addirittura in corso d’opera abbiamo assistito anche l’estensione di validità di 3 mesi applicata retroattivamente ai flaconcini prodotti prima della data di approvazione, mentre la stessa AIFA informava che tutti i flaconcini con una data di scadenza successiva a marzo 2022 sarebbero stati aggiornati con il nuovo periodo di validità a 9 mesi. Per non parlare degli aggiornamenti sugli effetti avversi che riguardano soprattutto gli adolescenti (c’era chi aveva posto limiti e dubbi al riguardo). Troppi vaccini acquistati? Eppure la campagna vaccinale ha dato riscontri importanti. Che contratti sono stati siglati con le case farmaceutiche? Mistero. Ancora mistero!

Questi aspetti hanno influenzato i sentimenti e quindi il giudizio nei confronti di questa assegnazione del Premio Nobel per la medicina?

I dubbi non sono verso gli scienziati sia chiaro o il valore della loro ricerca. La scienza continua e continuerà il suo tortuoso e difficile lavoro di cercare, verificare, modificare dogmi e certezze. Molti  cittadini si stanno chiedendo se le istituzioni abbiano operato seguendo le norme in campo di trattamenti sanitari sperimentali e non, di privacy o di principio di  precauzione.

Di certo dove non c’è trasparenza il rischio di perdere credibilità è dietro l’angolo ed è un fatto umano. Quasi scontato! E questo è un male per la scienza e il mondo stesso della ricerca che crea, rinnova e perfeziona in divenire ogni scoperta scientifica.

E’ lecito fare domande in questa era moderna? Quante opinioni, dibattiti sono stati bollati come fake news? C’è una parte del mondo scientifico che si sente di dare spiegazioni? Di mettersi in discussione su ciò che è accaduto al di là del valore straordinario che stanno promettendo i futuri farmaci a mRNA? Farmaci che avranno molto da offrire all’umanità con il giusto tempo senza passare più a scappatoie come la rolling review.

C’È CHI DELLE DOMANDE SE LE PONE E CHIEDE UN ATTO IMPORTANTE ALLA COMUNITA’ SCIENTIFICA

Molto interessante l’intervento di Sara Gandini sul caso che si è sollevato sul premio Nobel per la ricerca sui vaccini a mRNA.

 

La professoressa Gandini è una donna STEM. Epidemiologa/biostatistica, direttrice dal 2018 dell’unità “Molecular and Pharmaco-Epidemiology” presso l’Istituto Europeo di Oncologia di Milano (IEO) e docente dell’European School of Molecular Medicine di Milano (SEMM). Insegna come professoressa a contratto di statistica medica presso l’Università Statale di Milano e nel 2017 ottiene l’abilitazione scientifica nazionale alle funzioni di professoressa universitaria.  Autrice di più di 300 articoli su riviste scientifiche internazionali, in un’intervista spiega il suo impegno in un settore molto importante per la tutela e i trattamenti terapeutici per molti malati di cancro:

Faccio ricerca in ambito epidemiologico sui fattori di rischio dei tumori, offro consulenza statistica e metodologica per la progettazione di sperimentazioni cliniche ed effettuo analisi statistiche dei dati e interpretazione dei risultati degli studi osservazionali e clinici per lo studio della prognosi e la cura dei tumori. Negli ultimi anni il mio principale interesse ha riguardato in particolare l’epidemiologia del melanoma, il ruolo del microbiota nel tumore al colon, la vitamina D e in generale un nuovo uso di vecchi farmaci già in commercio per la prevenzione e la cura del cancro.

Per vent’anni, la dottoressa Gandini – ci tiene a ricordare – ha partecipato attivamente alla Libreria delle donne di Milano organizzando incontri pubblici e scrivendo articoli in particolare per le riviste femministe Via Dogana e “Per amore del mondo” della comunità filosofica di Diotima.

L’INTERVENTO DELLA PROFESSORESSA SARA GANDINI SUL DIBATTITO PREMIO NOBEL PER LA MEDICINA: “L’ASSEGNAZIONE DEL NOBEL PER LA MEDICINA È STATA UNA SCELTA POLITICA, DICONO ALCUNI, È MARKETING. LA COMUNITA’ SCIENTIFICA È CORROTTA”


“L’assegnazione del Nobel per la medicina è stata una scelta politica, dicono alcuni, è marketing. La comunità scientifica è corrotta.

Entrambe le affermazioni contengono a mio parere delle verità.

È evidente che durante la pandemia non solo i media mainstream ma anche la comunità scientifica si è piegata alla politica nella scelta di cosa pubblicare o meno su importanti riviste scientifiche.

Ora che non c’è più quella pressione politica molte istituzioni e società scientifiche lo stanno ammettendo. Allora pubblicavano quello che si poteva dire secondo la verità istituzionale. Obbedivano a personaggi come Fauci, talmente potenti da orchestrare internazionali campagne di discredito contro i grandi scienziati della Great Barrington Declaration, che si erano uniti per far conoscere la loro voce e mostrare che la comunità scientifica non era compatta a sostenere i lockdown.

Chi portava senso critico sulle evidenze scientifiche come Ioannidis, uno dei maggiori epidemiologi al mondo, è stato attaccato brutalmente.

Chi diceva che in una sindemia investire solo su una soluzione biomedica, e quindi chiusure e vaccini, avrebbe avuto effetti perversi, è stato ignorato.

Chi si è alzato in piedi contro le discriminazioni è stato screditato.

Ioannidis in un articolo magistrale sul fallimento della scienza durante la pandemia spiega bene come la politica abbia avuto un’influenza deleteria sulla scienza durante la pandemia. Qualunque cosa uno scienziato dicesse poteva essere utilizzato come arma per le agende politiche.

A me è successo di essere attaccata anche sui quotidiani nazionali, non solo per le mie ricerche scientifiche ma persino per un post sui social di tre righe.

Siamo stati attaccati ma non ci siamo zittiti. Abbiamo continuato a lavorare e a pubblicare articoli scientifici che mostrano una realtà che ora non può più essere taciuta.

Certo, se è accaduto tutto questo è perché la comunità scientifica ha sempre meno anticorpi, ma non è solo questo.

Il punto è che manca la politica. O meglio, i politici non decidono più nulla, decide il mercato.

Quindi la domanda vera da porsi è:

È possibile far accadere altro?

Perché a mio parere se ce la prendiamo così tanto con gli scienziati è solo per nascondere il nostro senso di impotenza. Siamo noi che non riusciamo più a fare politica. Non abbiamo parole e pratiche efficaci. Gli scienziati hanno perso credibilità, e questo è grave. Ma ancora più grave è la nostra incapacità, quella dei movimenti del dissenso, di riuscire a essere convincenti e quindi poter incidere.

Il problema non è se la ricerca scientifica a cui è stato assegnato il Nobel sia o meno di valore (secondo me lo è), ma il fatto che la politica istituzionale abbia sistematicamente usato gli scienziati, durante la pandemia e ora con il nobel, per seguire la sua agenda politica ed economica.

Sappiamo tutti che gli studi sui vaccini non sono stati disegnati dalle aziende farmaceutiche per dimostrare di essere in grado di bloccare il contagio. L’obiettivo dei trial era ridurre il rischio di malattia. Questo dato fondamentale era noto a tutti, in primis ai politici che hanno finanziato con soldi pubblici le aziende farmaceutiche per quegli studi.

Le aziende farmaceutiche fanno i loro interessi economici. I politici dovrebbero fare gli interessi dei cittadini, mentre invece fanno tutt’altro. Questo è il punto.

I governanti hanno usato determinati scienziati e non altri per imporre politiche autoritarie e discriminazioni insensate. E soprattutto per indirizzare le risorse finanziarie solo in determinate direzioni, fare gli interessi di determinate multinazionali, dal digitale alle aziende farmaceutiche. E la cosa ancora più grave è che la gestione della pandemia, in primis della pseudo sinistra, ha dato il colpo finale al sistema sanitario nazionale.

In una situazione in cui i soldi si trovano per le armi ma non per curare le persone, figurarsi se ci sono soldi per la ricerca scientifica indipendente.

Io per prima ho scelto di rinunciare a soldi e carriera garantiti dalle aziende farmaceutiche, che mi avrebbero fatto ponti d’oro, pur di rimanere a fare ricerca indipendente. Ma ho potuto farlo solo in un istituto privato, perché nelle università è impossibile entrare, è un luogo di potere tanto quanto gli altri. E il silenzio degli accademici su tutto quello che è accaduto è imbarazzante.

Quello che vedo al momento è che la lucidità di analisi e la rabbia di tanti cittadini e intellettuali producono in larga parte recriminazioni e posizioni depressive che ci schiacciano in una postura di impotenza.

È urgente ragionare su come trasformare la rabbia in politica, e quindi fare mediazioni e invenzioni, creare alleanze, per recuperare la fiducia e la forza necessaria per ripensare la politica, a partire dai contesti in cui siamo.

Per concludere la professoressa offre una serie di link di studi e articoli a cui fa riferimento e che lasciamo ai nostri lettori:

How the Pandemic Is Changing the Norms of Science link —> QUI

How Fauci and Collins Shut Down Covid Debate  link —> QUI

Contagi nelle scuole, non capisco chi critica duramente lo studio a favore del rientro in classe  link —> QUI


“Quando vengono trattati problemi legati alla vita umana, dobbiamo stare molto attenti a non sovrastimare la scienza e i metodi scientifici; non dobbiamo dare per scontato che gli esperti siano gli unici ad avere il diritto di trattare questioni che riguardano l’organizzazione della società”

…..citazione attribuita ad Albert Einstein che irrompe a distanza di tanti anni dalla sua esistenza e squarcia queste verità scientistiche che qualcuno ancora ha la determinazione di arrogarsi.

Comunque vorrei ricordare che esiste un enorme mondo scientifico di valore straordinario fuori dai nostri programmi tv,  popolato da tantissimi scienziati che animano confronti. Non vanno in scena format studiati per assecondare agende politiche, ma ricercatori che senza arroganza si pongono quesiti nel bene dell’evoluzione dell’umanità.

Ringrazio la professoressa Gandini per questa riflessione rivolta soprattutto al mondo della scienza  (ma anche a noi semplici cittadini e alla politica tutta) che ricordo è fatta di persone con tutti i loro pregi e difetti. Questa pandemia ha imposto scelte, impegni, riflessioni. Ogni persona (e ogni professionista soprattutto) è stata chiamata a dare un contributo inedito  e  con pesi diversi. Ecco perchè è importante ora confrontarsi e mettersi anche in discussione di fronte alla collettività che guarda esterrefatta con occhi e sentimenti purtroppo diversi gli attori principali di questa pagina di storia… che piaccia o non piaccia non verrà scritta dai governi o dagli uffici stampa.


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