Regioni contro nuovo DCPM. No a nuovi lockdown: “Ristoranti fino alle 23, tamponi solo ai sintomatici e aiuti economici”

di Cinzia Marchegiani

Ea stato annunciato magistralmente una nuova bozza del DCPM che Conte avrebbe dovuto comunicare oggi, quasi sicuramente sempre con il favore delle tenebre, verso sera.

Un Dcpm molto restrittivo che avrebbe imposto chiusure domenicali e festive ai locali ristoranti, bar pasticcerie, chiusura palestere e piscine. Chiudere di nuovo gli impianti con piscine non lede solo chi fa sport, ma chi con la dinamicità dell’acqua ottiene benefici importanti per la salute, come eprsone con disabilità, malati neurodegenerativi i quali tramite dei eprsorsi e protocolli medici ottengono finalità terapeutiche.

Conte chiede, chiede e chiede, ma di fatto siamo a fine ottobre e ancora non ha realizzato nulla ci ciò che serviva alla comunità. Trasporti pubblici ampliati, servizio sanitario all’altezza della sfida invernale, di fatto senza un piano serio con incremento dei medici, anestesisti e infermieri.

SCONTRO GOVERNO REGIONI. LA LETTERA DEL PRESIDENTE DELLA CONFERENZA REGIONI, STEFANO BONACCINI

Si parla solo di restrizioni. Questa bozza elaborata dai ministri però non è piaciuta alle Regioni, tanto che il Presidente della Conferenza Regioni, il governatore della regione dell’Emilia, Stefano Bonaccini ha mandato una lettera indirizzata al premier Giuseppe Conte, i ministri Roberto Speranza e Francesco Boccia indicando delle osservazioni da recepire nel nuopvo DCPM, avanzando  dubbi e chiedendo di inserire nel provvedimento l’impegno a riconoscere ristori adeguati ai settori più colpiti dalla stretta anti-Covid. Ma non solo. Infatti si parla di un vero e proprio scontro tra Stato e Regioni, poichè poi sono i governatori delle regioni a prendersi cura effettivamente dei cittadini, sia in merito alla tutela della loro salute che della stessa economia, motore delle comunità.

QUESTE LE OSSERVAZIONI:

  1. estensione della didattica a distanza al 100% per scuole superiori e università (il governo si fermava al 75%);
  2. destinare i tamponi ai sintomatici e ai contatti familiari stretti “al fine di rendere sostenibile il lavoro delle ASL/Regioni in tempo di emergenza riducendo il carico di lavoro dovuto alle difficoltà nel contact tracing”;
  3. prevedere l’orario di chiusura di ristoranti alle 23 e i bar alle 20 con il solo servizio al tavolo (il governo voleva lo stop alle 18);
  4. tenere aperti gli impianti sciistici; prevedere la chiusura nei weekend dei centri commerciali con eccezione per prodotti alimentari e farmaceutici.

La lettera chiede infine di “valutare le chiusure relative a: palestre, piscine, centri sportivi, cinema, teatri etc.,anche valutando i dati epidemiologici di riferimento”, quindi evitando uno stop generalizzato su tutto il territorio nazionale. Altro punto, quest’ultimo, che faceva parte della bozza del dpcm del governo.

 

LEGGIAMO:


Osservazioni al DPCM del 24 ottobre 2020
1) Si richiede l’estensione della didattica a distanza fino al 100% per le scuole
secondarie superiori e per le università.
2) Al fine di rendere sostenibile il lavoro delle ASL/Regioni in tempo di emergenza
riducendo il carico di lavoro dovuto alle difficoltà nel contact tracing si dovrebbe
destinare i tamponi (molecolari o antigenici) solo ai sintomatici e ai contatti stretti
(familiari e conviventi) su valutazione dei Dipartimenti di prevenzione e si
dovrebbe riservare la telefonata giornaliera per i soggetti in isolamento o
quarantena a specifici casi su valutazione dell’operatore di sanità pubblica.
3) Prevedere l’orario di chiusura per i ristoranti alle ore 23.00, con il solo servizio
al tavolo; per i bar prevedere la chiusura alle ore 20.00 ad eccezione degli esercizi
che possono garantire il servizio al tavolo. Eliminare l’obbligo di chiusura
domenicale.
4) Eliminare all’art.1, comma 6 lettera f), il riferimento “impianti nei comprensori
sciistici”.
5) Prevedere nel fine settimana la chiusura dei centri commerciali, con eccezione di
alimentari e farmacie.
Si sottopone, inoltre, all’attenzione del Governo, la necessità di:
– eliminare alla lettera r) le parole “previa comunicazione al ministero
dell’istruzione da parte delle autorità regionali, locali o sanitarie delle situazioni
critiche e di particolare rischio riferite agli specifici contesti territoriali”, come
già richiesto in occasione del DPCM del 18 ottobre 2020;
valutare le chiusure relative a: palestre, piscine, centri sportivi, cinema, teatri etc.,
anche valutando i dati epidemiologici di riferimento;
prevedere nel DPCM un impegno da parte del Governo a ristorare le attività che
hanno subìto limitazioni e/o chiusure


 

LO STUDIO CHE AVVERTE DI NON INDICARE SOLO POSITIVITA’ MA ANCHE CARICA VIRALE. QUARANTENE SENZA SENSO

In realtà il nuovo studio clinico pubblicato dall’Istituto Mario Negri lo scorso 21 ottobre in effetti mette di fronte ora a chi governa scelte importanti, poichè sono state messe in quarantena persone solo per la loro positività senza avere informazioni sulla loro contagiosità. Poi le notizie hanno mostrato un tracciamento tra l’altro, quello dei casi positivi, che vede le persone continuare a frequentare per molti giorni un posto di lavoro o scuola fino a quando non c’è la risposta del tampone del loro collega o studente e/o dei loro familiari coinvolti. Un tracciamento che proprio per il record dei tamponi processati è andato in tilt.

Lo studio suindicato e le sue evidenze – ricordano gli autori – suggeriscono che qualificare l’entità della carica virale, piuttosto che riportare solo una positività di per sé, è importante per ottimizzare i criteri di dimissione dei soggetti infetti che serve a armonizzare le regole imposte dalla politica stessa, e chiedenono di ottimizzare i criteri per liberare dalla quarantena soggetti con carica virale bassa. La politica ora deve dare risposte serie. 

QUI L’APPROFONDIMENTO:

Sars-Cov 2. Positivi, Studio Istituto Mario Negri: “Casi con una bassissima carica virale, nessun potenziale infettivo”

To be continued…

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