Uranio Impoverito. Muore senza giustizia Antonio Attianese. On. Scanu: “Rabbia mista a vergogna per l’ignobile trattamento che talune istituzioni del nostro Paese gli hanno riservato”

 

di Cinzia Marchegiani

Salerno (Campania) – Una notizia che ha sollevato rabbia, tristezza e infinito dolore. Antonio Attianese è morto nella sua casa nel pomeriggio del 24 giugno. È morto senza che fosse stata scritta la parola giustizia per lui che l’ha cercata invano.

Attianese  solo qualche mese fa, era il 1° marzo 2017 tramite Striscia la notizia aveva fatto sapere al mondo intero la sua più grande battaglia, non quella vissuta in Afhganistan, ma contro il muro delle istituzioni italiane.

Antonio Attianese era un ex soldato italiano in congedo che nel 2002 e nel 2003 dopo essere stato in Afhganistan, fu colpito da un carcinoma vescicale provocato da uranio impoverito con cui è entrato in contatto nelle missioni all’estero di cui però nessuno lo aveva informato della pericolosità. L’ex Alpino-Paracadutista dei reparti speciali  per questa sua patologia aveva dovuto subire 35 importanti interventi chirurgici devastanti, e ultimamente era sotto una terapia chemioterapica sperimentale.

Alle telecamere di “Striscia la Notizia” Attianese aveva denunciato di aver subito forti intimidazioni. Era uscito alla scoperto l’ex ranger perchè come aveva spiegato:” Ora esiste una seria commissione parlamentare d’inchiesta sull’Uranio Impoverito che sta indagando a 360 gradi sui casi di morte e di gravi malattie che hanno colpito il personale italiano impiegato in missioni militari”.

Attianese lottava per  ottenere l’aggravamento di pensione privilegiata che riguarda i militari che riportano infermità o lesioni dipendenti a causa di servizio. Nel suo caso era dovuta all’esposizione all’uranio impoverito,  ma a lui era stata negata nonostante l’ex militare avesse provato con le cartelle cliniche un bruttissimo avanzamento delle metastasi.

ONOREVOLE GIANPIERO SCANU, PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE D’INCHIESTA URANIO IMPOVERITO ESPRIME PAROLE DURE CONTRO LE ISTITUZIONI

Il Presidente della Commissione d”inchiesta sull’Uranio impoverito, l’ Onorevole Gian Piero Scanu ha voluto salutare così Antonio Attianese, con parole forti di grande denuncia.

Ricordiamo che al centro dei lavori dell’organismo parlamentare, presieduto dall’ On. Gian Piero Scanu, c’è l’indagine sui casi di morte e di gravi malattie che hanno colpito il personale italiano impiegato in missioni militari all’estero, nei poligoni di tiro e nei siti di deposito di munizioni, in relazione all’esposizione a determinati fattori chimici, tossici e radiologici dal possibile effetto patogeno e alla somministrazione di vaccini. In particolare, l’attenzione della Commissione si concentra sugli effetti dell’utilizzo di proiettili all’uranio impoverito e della dispersione nell’ambiente di nanoparticelle di minerali pesanti prodotte dalle esplosioni di materiale bellico.

l’Onorevole Scanu saluta così l’ex alpino Attianese: 

“Antonio è stato un uomo forte. Ha dimostrato di essere un soldato leale e coraggioso. Al suo fianco ha avuto una donna eccezionale. Sposa e madre esemplare.
Come uomo sono orgoglioso di averlo conosciuto.
Come ‘politico di turno’ provo tanta rabbia mista a vergogna per l’ignobile trattamento che talune ‘istituzioni’ del nostro Paese gli hanno riservato. Per Antonio e la sua Signora, che della dignità hanno sempre tenuto alta la bandiera, si leveranno voci di commosso cordoglio anche da parte di coloro che sono stati l’espressione del peggiore cinismo e della più perfida indifferenza.
A costoro vorrei assicurare che, anche se con disumano ritardo, non ci fermeremo fino a quando non avremo ottenuto giustizia piena”.

Antonio è il simbolo di tanti altri eroi. Antonio è morto senza essere riuscito ad avere giustizia per lui, la sua famiglia e i tanti colleghi accomunati dalla stessa sorte. Antonio era un giovane uomo ancora speranzoso, pieno di coraggio e fiducioso del futuro che lo attendeva. Ma Antonio ora non c’è più nonostante avesse onorato il suo Paese nei grandi scenari di guerra mondiale e in regalo ha dovuto caricarsi, nonostante una terribile malattia, un’altra battaglia più ostinata e crudele, quella contro le sue stesse istituzioni che non avrebbero saputo accogliere, proteggere e tutelare uomini di grande valore professionale, umano e umanitario, come lui.

Le parole dell’On. Scanu non siano dimenticate. Ci sono 8000 famiglie che vivono la stessa battaglia di Antonio Attianese. A 38 anni Antonio lascia sua moglie Maria e due piccoli bambini di 5 e 6 anni. Domai i funerali nel suo paese, Sant’Egidio del Monte Albino (Salerno). E non si può morire a 38 anni senza che nessuno abbia tolto gli ostacoli burocratici ed economici affinché la sua dignità di uomo fosse riscattata e ciò vale per tutti i suoi colleghi che stanno combattendo contro la morte.

Ciao Antonio….condoglianze a chi ti ha amato, alla tua famiglia e a tutti i colleghi che ti hanno sostenuto e a chi ha dato voce alla tua battaglia di dignità.

 

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