di Cinzia Marchegiani
Zagarolo (RM) – Torna il sereno per una famiglia di Zagarolo con tre minorenni che era stata inghiottita in un vero e proprio inferno e in un vortice di terrore perpetrato quotidianamente e sempre in modo più pressante e destabilizzante da parte di una donna che da pochi mesi si era stabilita a vivere sotto il loro appartamento.
Una storia di ordinaria follia vissuta da questa famiglia che è diventata l’oggetto di pesanti minacce fino a quella di morte, anatemi ingiurioisi, mortificanti anche nei confronti della figlia quindicenne strillati senza alcun timore dalla mattina alla sera anche di fronte agli stessi minori. La vita quotidiana ormai si era trasformata in un vortice di continue pressioni anche psicologiche tale da rendere la loro casa non più l’oasi di rifugio e benessere dal ritorno dal lavoro e dalla scuola, ma un supplizio e un luogo di paura e teatro di azioni orribili. Le loro semplici abitudini, come quelle di giocare in giardino o poter rietrare o uscire dalla propria abitazione da soli non erano più possibili. L’incubo era quello di trovarsi di fronte la coinquilina accompagnata dai suo 4 cani che usava spesso per intimidire.
Quando non trovava alcun appagamento la donna aveva cominciato a sporcare gli stessi luoghi usati dalla famiglia (come le scale) – si legge nel dispositivo della ordinanza – imbrattandoli con gli escrementi dei cani.
Purtroppo, nonostante approcci tesi al confronto e al dialogo da parte della famiglia la donna ha cominciato ad aggredire in modo sempre più violento gli stessi condomini. Azioni forti che hanno portato al figlio più grande ad essere ricoverato all’ospedale di Palestrina per problemi al cuore, vomito e cefalea scatenati dallo stress emotivo subentrato quando la donna aveva scagliato contro il ragazzo i suoi cani. Il ragazzo rimarrà per molti giorni ricoverato per poter valutare e controllare i valori fuori dalla norma della Troponina.
L’inferno per questa famiglia termina il giorno 2 novembre 2021 quando gli stessi Carabinieri di Zagarolo che hanno seguito tutta la paradossale vicenda hanno notificato l’ordinanza emessa dal Tribunale di Tivoli di daspo alla donna, e cioè il divieto di dimora nel Comune di Zagarolo, e il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalle persone offese con dispositivo di controllo elettronico sia per le parti offese che per l’imputata.
I reati – si legge nella ordinanza – contestati riguardano le reiterate condotte con la quale molestava e minacciava di morte i condomini. Atteggiamenti che hanno tra l’altro generato un perdurante stato di ansia e di paura sia nei genitori ma soprattutto nei figli, i quali hanno cominciato a soffrire di insonnia, ansia e paura di uscire e anche di stare in casa. Anche il loro rendimento scolastico subisce un danno.
CARABINIERI SEMPRE PRESENTI E TEMPESTIVI. UN RIFERIMENTO IMPORTANTE NEI MOMENTI DI GRANDE CRITICITA’ E PAURA. Gli interventi tempestivi dei Carabinieri di Zagarolo, sia chiamati dalla nuova coinquilina che dalla stessa famiglia Iovino hanno permesso di raccogliere le testimonianze e valutare lo stato di pericolosità in cui si trovava il nucleo familiare oggetto di minacce; e sensibilizzati soprattutto dalla presenza di minori impauriti e angosciati per tutte le vicissitudini subite dalla madre, dal fratello maggiore e dal loro padre che li hanno purtroppo anche portati lontano da casa, in degenza in ospedale.
REATI CONTESTATI ALL’INDAGATA. La donna è stata anche indagata per reato art 582,585,576 c. 1 n.51 c.p. poichè lo scorso 25 settembre ponendosi alla guida della sua macchina investiva il capofamiglia che era intervenuto per evitare l’investimento della moglie provocandogli lesioni giudicate guaribili in sette giorni.
Una storia fatta di grande amarezza quella della famiglia Iovino che dai primi approcci di intimidazione della coinquilna del loro palazzo hanno provato un dialogo costruttivo.
A finire in ospedale oltre il padre e il figlio andrà anche la mamma. Questa volta però le condizioni di salute sono più preoccupanti, tanto che ancora oggi la mamma deve essere monitorata seppur uscita dall’ospedale. La famiglia Iovino aveva sporto denuncia querela nei confronti di questa nuova coinquilina, ormai le fratture createsi non trovavano un rimedio e ha spinto gli stessi capofamiglia a tutelarsi nei confronti di nuove potenziali aggressioni e minacce di morte anche di fronte ai figli e verso i figli. La signora Iovino spiega, verrà contattata telefonicamente al suo cellulare privato dagli assistenti sociali di Zagarolo che dichiarano di aver ricevuto da una loro vicina una denuncia e per la quale era necessaria una valutazione dei figli nel contesto familiare. La signora Iovino che aveva risposto in viva voce di fronte a delle persone (era dall’estetista) pensava ad uno scherzo di pessimo gusto e aveva risposto che sicuramente c’era stato un malinteso.
“Dall’altra parte del telefono però confermavano – racconta la signora Iovino – che non c’era alcun fraintendimento”.
La signora stressata anche dalle precedenti e continue dispute, aggressioni, al pensiero di nuove problematiche che potevano ulteriormente subire i propri figli sviene sotto gli occhi delle testimoni che stavano vicino a lei. Portata di fretta al Policlinico Tor Vergata la signora veniva presa in carico annotando: “Perdita di coscienza a seguito di uno stress emotivo, al risveglio presentava un deficit di forza, disorientamento e impaccio nell’eloquio“. La signora Iovino verrà sottoposta ad angiotac che valuterà poi lesione cortico e sottocorticale, rimarrà in ospedale sotto osservazione per molti giorni.
FACEBOOK E GRUPPO TERRITORIALE DI ZAGAROLO, NELLA DENUNCIA SI FA PRESENTE CHE LA DONNA AVEVA CREATO UN POST DOVE CHIEDEVA AIUTO PER RISOLVERE IL PROBLEMA DEL CONTATORE DELL’ACQUA E DIPINGENDO I COINQUILINI E IL LORO FIGLIO COME PERSONE DI DUBBIA MORALITA’
Purtroppo in questa vicenda vengono coinvolti anche gli internauti di Facebook del gruppo territoriale di Zagarolo. Nel verbale di denuncia viene fatto presente che la coinquilina in un gruppo con oltre 8mila contatti con post mirato (lo abbiamo verificato ndr) aveva fatto credere che la famiglia dello stesso palazzo dove era andata a vivere aveva fatto un abuso lasciandola senza acqua, e che questa famiglia era cattiva nei suoi confronti e aveva paura delle minacce che le rivolgevano. Alcuni internauti avevano dato dei suggerimenti per contattare l’ACEA per il nuovo contatore. Lei risponde e scrive che aveva presentato esposto anche se i Carabinieri gli avevano detto di presentare querela e che “Illegalmente uno di questi figli in cambio di… mi dava acqua“. Non solo, la donna scriveva che in privato avrebbe detto chi fosse questa famiglia.
In questo frullatore assurdo i ragazzi sono stati coinvolti non solo dalle continue aggressioni ‘materiali e verbali’ che si svolgevano nella loro abitazione, ma anche sui social. Questi post lasciati su quel gruppo (molti cittadini di Zagarolo frequentano per avere informazioni di qualsiadi tipo o chiedere un suggerimento) hanno lasciato una ferita incolmabile proprio in questo ragazzo, additato come la peggiore fiera della terra.
La famiglia Iovino contattata telefonicamente ci dice di essere ora un po’ più serena, anche se ancora non riescono a credere che questa donna sia uscita dalla loro vita.
La signora Iovino ci racconta:
“E’ stata una esperienza devastante. Mi, ci sentivamno impotenti di fronte ad una cattiveria gratuita e perpetrata per minare il benessere nostro e soprattutto dei nostri figli. Quando ho letto quel post sul gruppo di FB mi sono sentita male, attonita, impietrita. Come donna e come madre non riuscivo a capire il motivo di quella grave e infondata accusa voluta esternare nei confronti di mio figlio che tra l’altro è andato anche in ospedale per le sue aggressioni”. “E’ sconvolgente come Facebook purtroppo dia la possibilità di accusare così sfacciatamente minori e non sentirsi tutelati da nessuno. Ringrazio gli amminsitratori del gruppo che una volta informati della querelle in atto hanno creato un post per spiegare a tutti i contatti di non rispondere più a questa donna”.
RAGAZZI OLTRAGGIATI NEI LORO LUOGHI PIU’ SACRI. LA SCUOLA LI HA AIUTATI?
– Signora Iovino, è terminata una terrificante esperienza. Ieri siete stati convocati dai Carabinieri di Zagarolo, vi hanno consegnato cinque dispositivi che vi permetteranno di capire se la donna è vicino a voi (minimo 500 metri di distanza) anche se ha un daspo per il Comune di Zagarolo.
Guardi, chiamiamolo regalo il dispositivo che ora dobbiamo portare sempre con noi. Ho, abbiamo dei momenti in cui viviamo un terribile déjà vu. Appena vediamo una macchina simile a quella della nostra ormai ex coinquilina il nostro cuore comincia a correre all’impazzata. Ci sono dei momenti di grande fragilità, smarrimento non lo neghiamo; ma siamo felici per questa ordinanza che viene a sanare una situazione difficile che non trovava soluzione. Ringrazio moltissimo i Carabinieri di Zagarolo, hanno compreso immediatamente non solo la grave situazione, ma hanno avuto la sensibilità di essere sempre tempestivi nei momenti di grande paura e criticità in virtù della presenza, in questo teatro dell’orrore, di ragazzi piccoli che non avevano alcuna colpa se non quella di chiedere di vivere sereni, andare a scuola, giocare nel cortile e invitare gli amici a casa”.
– Mi ha detto che i suoi figli hanno cambiato abitudini. Avevano paura di addormetarsi, erano spesso stanchi, e avevano difficoltà ad accettare questa situazione di grande tensione. Tensione che non aveva pause, ogni giorno di questa esperienza avete dovuto affrontare momenti difficilissimi. La scuola ha compreso, ha preso in carico le fragilità che stavano vivendo i vostri figli, avete avuto un sostegno anche dalle istituzioni scolastiche?
“I compagni dei miei figli sono stati tenerissimi, molto vicini al loro smarrimento. Io però devo ringraziare in modo speciale la professoressa Giuliana Proietti Zaccaria, dirigente scolastico dell’Itistituto Enrico Fermi di Frascati e la professoressa Mirella Storti coordinatrice della classe del mio figlio maggiore. Hanno immediatamente capito la grave situazione che stava vivendo mio figlio più grande; delle minacce, ingiurie vissute nella quotidianità nel luogo più sacro di ogni persona, la propria abitazione e poi quando purtroppo oltre al suo ricovero, ha subito anche la mia partenza perchè ricoverata al PTV. Si sono attivate immediatamente e coinvolto anche gli altri studenti. E ci hanno contattato telefonicamente per sincerarsi della salute di tutti i familiari. Queste cose colpiscono, perchè ti rendi conto che la scuola accoglie anche i problemi e li fa propri, e li affronta anche con il resto della classe. Favorendo anche un momento di riflessione. Per questo non finirò mai di ringraziarle per la testimonianza viva e diretta che hano saputo rendere e cogliere“.
Quello che appena mi ha raccontato mamma Barbara è un doppio orgoglio per me che scrivo questo racconto di cronaca. Un lieto fine e avere la contezza che l’istituto, dove ho trascorso i miei cinque anni più belli di formazione scolastica, possiede quella sensibilità e attenzione nei riguardi di uno studente che vive un momento di grande difficoltà e fragilità e offrire non solo riparo, ma rendere questa esperienza un momento di riflessione per tutti.
Conclude il Giudice per le indagini preliminari con la delega per la scrupolosa ed assidua vicinanza sull’esattezza della misura ai Carabinieri con la facoltà di subdelega e per gli adempimenti di cui all’articolo 282 quater c.p.p. ricordando alla persona sottoposta alla misura (daspo ndr) che la violazione anche temporanea di tali obblighi comporterà l’aggravamento della misura in atto (non esclusa l’applicazione della custodia cautelare in carcere).
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