Def, audizione Padoan in Parlamento: “Disagio sociale non si è arrestato. Il rialzo dell’IVA si può evitare”

 

Roma –  Le Commissioni speciali riunite per l’esame di Atti del Governo di Camera e Senato, presso la Sala del Mappamondo, nell’ambito dell’attività conoscitiva preliminare all’esame del Documento di economia e finanza (Def) 2018, ai sensi dell’articolo 118-bis, comma 3, del Regolamento della Camera e dell’articolo 125-bis, comma 3, del Regolamento del Senato, hanno svolto l’audizione del ministro dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan.

“Nel corso degli anni passati abbiamo registrato un graduale miglioramento delle principali statistiche macroeconomiche”, ma “il disagio sociale non si è arrestato, le disuguaglianze in alcuni casi sono cresciute oppure è aumentato il divario tra chi stava bene e chi stava male già prima della crisi”.
E’ quanto dichiara il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan nel corso dell’audizione sul Def in Parlamento, sottolineando che “la politica economica deve migliorare la propria cassetta degli attrezzi” e ricordando che il governo ha introdotto in questa logica gli indicatori Bes sul benessere sostenibile.
Per Padoan molto resta ancora da fare, “i progressi sono uniformi ma esiste una base su cui proseguire ed allargare lo sforzo di miglioramento del benessere, dell’equità e della sostenibilità sociale, economica e ambientale”.
RIALZO DELL’IVA PER PADOAN SI PUÒ EVITARE. Secondo Padoan il protrarsi dell’incertezza politica in Italia potrebbe essere “potenzialmente in grado di frenare gli investimenti”. Quanto al temuto rialzo dell’Iva, si può evitare con misure alternative, come già avvenuto negli anni passati:Il modo per farlo è la Nota al Def e la legge di bilancio. Non serve un provvedimento in precedenza a questo”.
L’imposizione di dazi da parte degli Stati Uniti, con le ipotizzabili ripercussioni della Cina e degli altri Paesi, rappresenta “il rischio più significativo” per le previsioni di crescita. Padoan di fronte alle Commissioni Speciali di Camera e Senato, ha sottolineato che le tensioni commerciali a livello internazionale avrebbero un impatto sui livelli produttivi e sull’occupazione anche in Europa.
Quanto invece all’eventuale protrarsi della fase di incertezza politica in Italia potrebbe essere “potenzialmente in grado di frenare in particolare la diffusa partenza degli investimenti”, ha detto il ministro dell’Economia, spiegando che proprio per questo le stime di crescita contenute nel Documento sono state orientate alla cautela. A pesare sono peraltro anche – ha ribadito – “i rischi geopolitici di medio termine che si sono più chiaramente evidenziati negli ultimi mesi”.

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