Regione Lazio. Vaccini e la legge sull’obbligo per l’accesso ai nidi. Ora si scoprono gli altarini

Regione Lazio – La proposta di legge di iniziativa di Giunta che intendeva rendere i vaccini obbligatori requisito di accesso agli asili nido pubblici e privati nel Lazio, approvata all’unanimità dall’esecutivo guidato da Nicola Zingaretti il 16 gennaio, era approdata alla Pisana solo dopo due giorni. Una Circostanza mai vista e non dettata da alcuna urgenza né epidemica né da percentuali di copertura vaccinali, ma sulla scia delle scelte di altre Regioni. Ma ora tutto il PD fa una bella retromarcia, ma sono stati necessari gli interventi dell’opposizione per non far passare questa legge ormai battezzata “Carbonara“.

LA PROTESTA, UNA LEGGE CON ITER D’URGENZA? La proposta di legge nata dal nulla ha determinato la protesta degli esponenti delle opposizioni, determinati a conoscere i motivi di un iter d’urgenza e lamentando scarso preavviso. In particolare, il consigliere Davide Barillari del Movimento 5 stelle ha posto il problema delle proposte di legge in attesa di essere esaminate dalla commissione e “scavalcate di fatto da atti urgenti di Giunta”.

Chiesta inoltre una giornata di audizioni prima di procedere alla presentazione degli emendamenti. Si va verso un ciclo di audizioni sulla proposta di legge di iniziativa di Giunta che intende rendere i vaccini obbligatori requisito di accesso agli asili nido pubblici e privati nel Lazio. È quanto ha annunciato il presidente della commissione Salute e politiche sociali del Consiglio regionale del Lazio, Rodolfo Lena, al termine della seduta di questo pomeriggio. Sollecitazioni in tal senso sono venute dal M5S, da Francesco Storace (la Destra), Olimpia Tarzia (lista Storace) e la posizione favorevole, dai banchi della maggioranza, di Gianluca Quadrana (lista Zingaretti).

Prolungati anche i termini per gli emendamenti sui due articoli che costituiscono il testo attraverso il quale si intende intervenire sulla legge regionale 59 del 1980 (Norme sugli asili nido) sull’assolvimento dell’obbligo vaccinale previsto dalla normativa nazionale. Ad oggi le richieste di modifica sono già 92 presentate da Davide Barillari e Devid Porrello del Movimento cinque stelle; 48 da Storace, 39 da Tarzia, due da Giancarlo Righini (FdI), due dal vicepresidente Antonello Aurigemma (Forza Italia) e due dal presidente Rodolfo Lena (Pd).

La seduta di oggi è stata incentrata tutta sull’ordine dei lavori. Una serie di questioni poste prima del supplemento di discussione che il presidente Lena aveva già annunciato in apertura per consentire l’intervento di consiglieri di minoranza assenti in occasione della presentazione della proposta alla commissione il 18 gennaio. Dai banchi di opposizione è stata contestata la corsia preferenziale accordata alla proposta, approvata in Giunta il 16 ed approdata alla Pisana dopo due giorni. “Non credo ci siano precedenti in Regione“, ha osservato Storace, ricordando che un’urgenza simile è talora riconosciuta alle leggi di bilancio, ma previa consultazione dei capigruppo. Salvo ci sia un’emergenza nel Lazio. I termini “urgenza” ed “emergenza” sono stati respinti da Marta Bonafoni (Si-Sel), per la quale anzi vanno corretti. La vicina scadenza delle iscrizioni agli asili nido dovrebbe far parlare di “tempismo” anziché di urgenza, così come al posto di emergenza sarebbe preferibile riferirsi a “precauzione” e “prevenzione”. Lena, invece, ha tenuto a sottolineare la regolarità formale della procedura che ha portato la proposta di legge in commissione.

Anticipati alcuni temi che sembrano destinati a tornare nel corso dell’iter. Dai dubbi di costituzionalità, per i quali Barillari ha preannunciato una pregiudiziale in Aula, ai quelli sulla natura di scuola dell’obbligo che potrebbe avere anche l’asilo nido (Tarzia). Sulla libertà di scelta hanno parlato Pietro Sbardella (Misto), Antonello Aurigemma e lo stesso Storace. Maria Teresa Petrangolini (Pd), invece, ha sottolineato come la misura sia a tutela non solo dei 50 mila bambini che ogni anno nascono nel Lazio, ma pure tra quelli che tra loro per altre patologie non possono vaccinarsi e sono protetti proprio da un’elevata copertura di protezione degli altri. Quadrana ha ricordato i successi delle campagne che da anni hanno portato a debellare la poliomelite, mentre Bonafoni ha ricordato i rischi che l’Oms ha segnalato se si scende al di sotto del 95 per cento di copertura (nel Lazio è al 95,2). Durante il confronto è stata richiamata, dalle opposizioni, l’esistenza di una delibera di Giunta del 30 dicembre che andava in una direzione analoga a quella della proposta di legge in discussione, ma che l’assessore Rita Visini – presente ai lavori di oggi – ha chiarito non essere stata pubblicata, quindi ancora priva di efficacia.

Ottenuta stasera in commissione sanità la sospensione su emendamenti legge vaccini. Ora si avvierà una lunga serie di audizioni con associazioni, esperti, comitati e genitori (richiesta M5S che era stata negata giovedì scorso).

I COMMENDI A CALDO

Davide Barillari :GRAZIE alla pressione dei cittadini indignati che hanno inviato mail a tutti i consiglieri regionali e GRAZIE alla presenza di tante mamme e tanti papà oggi pomeriggio in commissione… che ha spaventato il PD facendogli fare una veloce retromarcia!

Francesco Storace :Una maggioranza poco vaccinata ha dovuto fare marcia indietro sulla inusitata fretta con cui pretendeva di imporre a famiglie e bambini del Lazio l’obbligo della punturina. Anziché approvare la legge sui vaccini in poche ore l’opposizione li ha costretti a programmare una serie di audizioni, a posporre la discussione generale ricominciando da zero e a procrastinare il deposito degli emendamenti. L’arroganza non paga“.
Noi di FreedomPress avevamo pubblicato la lettera che il gruppo formatosi Genitori Laziali per la Libertà di Scelta avevano inviato alla redazione, che pone importanti dubbi e quesiti su una proposta di legge che si voleva far passare in sordina, e che spiega cosa in realtà si vorrebbe attuare. Buona lettura Regione Lazio. Nidi e materne vietate a chi non si vaccina? Ecco cosa la legge di giunta non dice

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