di Cinzia Marchegiani
Il glifosato batte il primato dei pesticidi in Italia.
Arrivano i risultati in un rapporto che l’ISPRA ha da poco pubblicato relativi al biennio 2015-2016 e mostrano la presenza di pesticidi nel 67% delle acque superficiali e nel 33% di quelle sotterranee, sulla base dei dati provenienti dalle Regioni e dalle Arpa/Appa.
I pesticidi sono le sostanze chimiche utilizzate in agricoltura, ma anche in altri settori, per combattere organismi ritenuti dannosi. Come tali, tuttavia, rappresentano un rischio per gli ecosistemi e per l’uomo, che in seguito al loro uso possono essere esposti ai residui lasciati nell’ambiente.
Lo scorso 10 maggio l’ISPRA ha presentato l’edizione 2018 del “Rapporto nazionale pesticidi nelle acque”, che raccoglie le informazioni delle indagini svolte nel biennio 2015-2016.
Sono 35.353 i campioni di acque superficiali e sotterranee analizzate in Italia nel biennio 2015-2016, per un totale di quasi 2 milioni di misure analitiche e 259 sostanze rilevate (erano 224 nel 2014). Nel 2016 sono stati trovati pesticidi nel 67% dei 1.554 punti di monitoraggio delle acque superficiali e nel 33,5% dei 3.129 punti delle acque sotterranee, con valori superiori agli SQA nel 23,9% delle acque superficiali e nel 8,3% delle acque sotterranee. Gli erbicidi, in particolare, rimangono le sostanze riscontrate con maggiore frequenza principalmente per le modalità ed il periodo di utilizzo che ne facilita la migrazione nei corpi idrici, ma aumenta significativamente anche la presenza di fungicidi e insetticidi.
IL GLIFOSATO ASSIEME AL SUO METABOLITA AMPA È L’ERBICIDA CHE PRESENTA IL MAGGIOR NUMERO DI SUPERAMENTI NORMATIVI
Il documento IPSRA spiega che nonostante un notevole incremento dell’attività di monitoraggio e l’evoluzione dei metodi analitici – con un aumento della copertura territoriale, del numero di campioni e delle sostanze cercate – le sostanze responsabili della maggior parte dei superamenti normativi (come il glifosate e l’AMPA, l’ATRAZINA-desetildesisopropil o il metolachlor ESA per citare alcuni esempi), non sono ricercate omogeneamente sul territorio nazionale.
Il glifosate, insieme al suo metabolita AMPA, è analizzato in 5 regioni (nel biennio precedente era monitorato solo in Lombardia) ed è l’erbicida che presenta il maggior numero di superamenti. Nel 2016, infatti, entrambe le sostanze risultano superiori agli standard di qualità ambientale per le acque (SQA) previsti dalla norma, rispettivamente nel 24,5% e nel 47,8% dei siti monitorati per le acque superficiali.
Significativa la presenza di altri erbicidi, come nel caso del metolaclor, che supera i limiti nel 7,7% dei punti di monitoraggio e del suo metabolita metolaclor-esa – ricercato solo in Friuli Venezia Giulia – che supera i limiti nel 16% dei siti, nonché del quinclorac, superiore ai limiti nel 10,2% dei casi. Tali valori dimostrano l’opportunità di estendere in maniera uniforme il monitoraggio anche in altre regioni.
Nel complesso, salgono a quasi 400 le sostanze ricercate in Italia. La situazione è differente tra regione e regione ed e’ indispensabile incrementare il monitoraggio riguardo a nuove sostanze indicate dalle linee guida dell’ISPRA.
DISOMOGENEI I RISULTATI, DISOMOGENEE LE INFORMAZIONI E LE RICERCHE DEI PESTICIDI NELLE DIVERSE REGIONI D’ITALIA
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