Napoli. Fulvio Filace, seconda vittima nel rogo del prototipo sperimentale CNR

 

di Cinzia Marchegiani

Napoli – Fulvio Filace non ce l’ha fatta. È morto all’ospedale Cardarelli di Napoli nella notte il tirocinante di 25 anni rimasto vittima della disastrosa esplosione dell’auto prototipo con cui stava viaggiando insieme alla sua professoressa, la ricercatrice del Cnr Maria Vittoria Prati.

Tante preghiere e speranze per questo giovane talento che era ricoverato sospeso tra la vita e la morte.

Il CNR è in lutto. Prima il decesso della ricercatrice e ingegnere al Cnr-Stems a causa del rogo verificatosi nell’auto sulla quale viaggiava, Maria Vittoria Prati. Oggi per la perdita di Fulvio Filace. Entrambi si trovavano a bordo dell’auto ibrida e sperimentale esplosa sulla tangenziale di Napoli.

CNR ANNUNCIA LA MORTE DEL LORO RICERCATORE FULVIO FILACE:

Un improvviso peggioramento nella notte e poi la notizia che nessuno avrebbe voluto ricevere. È morto Fulvio Filace, il tirocinante che si trovava con la ricercatrice Maria Vittoria Prati a bordo dell’auto esplosa a Napoli. Grande sgomento e dolore per il Consiglio nazionale delle ricerche, che si stringe attorno alle famiglie delle due vittime, ai colleghi, agli amici, ai tanti che oggi piangono Fulvio e Maria Vittoria. La Presidente Maria Chiara Carrozza esprime il proprio cordoglio sincero in rappresentanza dell’Ente. Dopo l’avvio dell’audit interno, il Cnr si è immediatamente adoperato per ricostruire le cause del gravissimo evento, e facilitare lo svolgimento delle necessarie e doverose indagini da parte degli inquirenti. La perdita di due vite, peraltro in circostanze così drammatiche, segna profondamente la comunità scientifica, in ogni parte d’Italia. Nei prossimi giorni, in segno di vicinanza e rispetto per le due vittime e i loro cari, lo svolgimento di numerosi eventi continuerà ad essere rivisto e riprogrammato.”

Atto dovuto ora si indaga per duplice omicidio e incendio colposi

LA FAMIGLIA DI FULVIO AVEVA COMUNICATO TRAMITE IL SUO PROFILO INSTAGRAM LA NECESSITA’ DI VERITÀ E GIUSTIZIÀ PER SUO FIGLIO CHE ERA RICOVERATO IN OSPEDALE

Due giorni fa dall’account del proprio figlio Fulvio la famiglia comunicava il tragico incidente ma anche la necessità di risposte per quel tragico incidente:

Venerdì pomeriggio sulla tangenziale di Napoli è esplosa un’auto in transito. Una notizia ripresa presto da tutti i media locali e nazionali per la gravità dell’incidente.
In quella macchina c’erano due persone, una di queste era Fulvio. 25 anni, laureando alla Magistrale di Ingegneria Meccanica, una vita piena di sogni, l’ambizione di lavorare in Ferrari: oggi Fulvio è in coma farmacologico, intubato, con ustioni di terzo grado in gran parte del corpo e con i bronchi occlusi. La ricercatrice che era con lui, invece, è deceduta.

Fulvio, durante il suo tirocinio curriculare, era in un’auto prototipo di un progetto del @cnrsocial denominato Life-Save che ha l’obiettivo di convertire le auto tradizionali in modelli ibridi-solari, uno spin-off dell’Università di Salerno, portato avanti da quattro partner italiani (@eProInn, Mecaprom, LandiRenzo e @Solbian).

La famiglia concludeva: 

È giusto che la tecnologia progredisca e vada avanti, non vogliamo però che un ragazzo pieno di sogni possa diventare un martire dell’innovazione. Fulvio è vittima di un test fallimentare che cambierà per sempre la sua vita e quella della nostra famiglia. E troppe domande oggi ci tormentano.

TANTO DOLORE E ORA DOMANDE CHE CERCANO RISPOSTE Molte le persone si unicono ora al dolore della famiglia di Fulvio. Muore un giovane pieno di talento e sogni. E le domande davvero sono tante:

Come mai un prototipo sperimentale viaggiava in una tangenziale senza vietare il traffico cittadino? Erano davvero in sicurezza i due ricercatori in quella macchina e come poteva viaggiare in una strada pubblica senza alcun monitoraggio esterno di un eventuale gruppo di supporto?


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