Telecom, guerra per il cambio al vertice. I retroscena e i nuovi scenari

di Mario Galli

Il 4 maggio 2017 è la data inevitabile in cui verrà rinnovato del Consiglio di Amministrazione di Telecom Italia. Attualmente l’azionista di maggioranza è la società francese Vivendi che detiene il 23,9 % del capitale sociale. Abbiamo ampiamente trattato delle vicende che legano il gruppo Vivendì di Vincent Bolloré all’Italia e a Telecom e mentre si chiede di tagliare la cinghia ai dipendenti, il Consiglio uscente pensa di ridurre i componenti del board (odioso inglesismo che sta ad indicare il collegio, il comitato) da 16 a 13, ma è ancora aperta la possibilità di averne 15.

Giochi e giochini che poco dovrebbero importare poiché i punti fermi di tutta la vicenda resteranno sempre gli stessi:

Vincent Bolloré, presidente del Consiglio di Sorveglianza di Vivendi, avrà ancora il voto decisivo;

Flavio Cattaneo è confermato Amministratore Delegato;

interessante sarà approfondire la figura dell’indipendente Felicité Herzog, banchiera e consulente francese vicina a Bolloré e moglie di Serge Weinberg, Chairman della casa farmaceutica Sanofi ed ex membro della Commissione Trilaterale.

I nomi che circolano.

Sebbene dunque le pedine fondamentali siano ben definite, la figura del presidente rimane un mistero. Mal si comprende come, tra i nomi che circolano per la successione all’attuale presidente Recchi, vi sia l’israeliano Amos Genish, ex CEO di GVT, società brasiliana che offre connessioni a banda larga e attuale capo del Convergence Officer di Vivendi. Genish ha firmato di recente un patto di non concorrenza con Telefonica, la compagnia di TLC spagnola che ha rilevato GVT, dunque risulterebbe quantomeno incompatibile con la figura di presidente Telecom, dato che il patto con Telefonica risulta ancora in essere.

Circola poi il nome di Arnaud del Puyfontaine, attuale CEO di Vivendi e vice presidente Telecom. Sarà spregiudicato a tal punto Bolloré da tingere di blu l’ultimo barlume di tricolore italiano nei vertici dell’azienda Telecom? Più facile a dirsi che a farsi. Se lo smantellamento in atto in Telecom da parte del gruppo francese è più che una supposizione di un risiko finanziario, allora Bolloré non può permettersi di cancellare quel che resta di un simulacro di italianità in Telecom. Sebbene chi abbia seguito le nostre inchieste sa che in Telecom, a quanto pare, viene rispettato tutto tranne che gli interessi italiani visto che i profitti per il gruppo francese Vivendi ci sono, ma per i lavoratori (italiani) no.

Agcom, la politica e l’outsider.

Comunque il 9 aprile andranno presentate le liste per il Cda e, molto probabilmente, per quella data, ancora non saranno chiariti i chiaroscuri dell’indagine avviata dall’UE per possibili aiuti di Stato nelle gare Infratel vinte da Enel Oper Fiber (da cui dovrebbero scaturire notizie positive per Telecom) e potenzialmente negativa potrebbe apparire l’aggiudicazione di Fastweb di gare Consip per servizi di cui Telecom era il precedente gestore. Ma si attende la pronuncia dell’Agcom sulla posizione di Vivendi che detiene anche quasi il 30% di Mediaset e la legge Gasparri vieta una concentrazione nel comparto dei media e delle telecomunicazioni. Ricordatevelo, ci torneremo a breve.

Le ultime indiscrezioni, poi, fanno il nome di Luca Cordero di Montezemolo che in questi giorni ha categoricamente smentito una possibile sua candidatura alla presidenza del CdA di Telecom. O meglio, il manager uscente Alitalia ed ex Ntv (come Cattaneo, attuale AD Telecom) ha dichiarato che non ne sa nulla. Vivendi non ha commentato l’indiscrezione. Forse un semplice sondaggio per far uscire allo scoperto la politica italiana? Cosa c’entra la politica italiana? Ricordiamoci che Montezemolo è (o almeno è stato) molto vicino all’attuale Ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda. O meglio, questi è il pupillo di quello. Visti i recenti (molto apparenti) attriti sulla vicenda Alitalia, “gestita male” secondo il Ministro, non è escluso che l’indiscrezione possa essere venuta fuori per “saggiare” la disponibilità della politica di fronte ad una scelta come quella di Montezemolo; scelta che dovrà essere gioco forza di maggioranza.

Un Presidente “all’italiana”?

Riassumendo dunque la situazione. Ricordate che vi ho parlato dell’Agcom? Gran parte della vicenda ruota attorno alla decisione dell’Agcom (concentrazione quote Mediaset/Telecom) che, con ogni probabilità, non verrà presa prima della presentazione delle liste per il CdA. Se Vivendi presenterà una lista di maggioranza, potrebbe attirare maggiormente le attenzioni dell’Agcom. Visto pertanto il forte interesse di Bolloré/Vivendi per Mediaset e la francese Orange, la partita potrebbe proseguire vagliando le diverse opzioni e non si esclude che lo stesso Recchi possa mantenere il suo posto. Questa sì, una scelta, più che italiana, all’italiana.

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