Telecom Italia Shock 2. Dipendenti torchiati? Il risiko finanziario e le verità sottaciute

di Mario Galli

FreedomPress esattamente tre giorni fa aveva approfondito con un’indagine mirata il caso Telecom Italia Shock. Il risiko finanziario giocato sulla pelle dei lavoratori, le vittime sacrificali. Un intero comparto che riguarda migliaia di lavoratori Telecom Italia rischia di essere fagocitato da logiche che dipenderebbero esclusivamente dagli intrecci dell’alta finanza e della politica.

Purtroppo i dipendenti che da tempo stanno manifestando con scioperi sempre più numerosi con adesioni senza precedenti e che hanno sfiorato il 75 % sembrano invisibili a questa politica che rimanda al mittente della protesta comunicati stampa di ordinaria inutilità. Dipendenti nella morsa del Jobs Act o qualcosa di più, quali sono le responsabilità di questo governo?

Presto detto!

FreedomPress non si è fermato ed è andato avanti cercando di capire se sarebbero emersi altri elementi utili e ha ricevuto in questi giorni altre informazioni che è bene diffondere. Ci ha scritto il deputato del Movimento 5 Stelle Alessandro Di Battista, sollecitato dal nostro articolo e ci ha spiegato che la sua collega, la deputata Roberta Lombardi, conosceva benissimo questa situazione e che lei stessa stava approfondendo la vicenda Telecom Italia con gli strumenti a sua disposizione.

La Lombardi infatti con un video del 26 gennaio 2017, descrive cosa sta accadendo in Telecom Italia: “Il management vuole disdire gli accordi collettivi integrativi e vuole avvalersi di un contratto aziendale diverso che prevede strumenti tra i quali: controllo a distanza, riduzione delle ferie, demansionamento fino a due livelli, sospensione scatti di anzianità, superamento salario accessorio, riduzione buono pasto”.
Ma non solo. Nonostante una interrogazione presentata dal Movimento 5 Stelle al Ministro del Lavoro Poletti, il Governo ha risposto che i lavoratori Telecom non avevano nulla da temere. Parole, rassicurazioni non seguite dai fatti poiché con il nuovo anno, la dirigenza Telecom avrebbe effettuato tagli a carico dei lavoratori. La Lombardi conferma, dal suo profilo Facebook, quello che anche FreedomPresso aveva fotografato: “Niente tranche dei premi di risultato già da Giugno 2016, mentre GENEROSI BONUS – fino a 55 MILIONI – vengono elargiti alla dirigenza aziendale guidata da Flavio CATTANEO, dei bonus discutibili visti i risultati di bilancio di Telecom Italia Mobile non entusiasmanti“.
Roberta Lombardi poi accusa il Jobs Act di aver creato questo stato di cose, ponendo di fatto i lavoratori in una posizione più debole rispetto ai datori di lavoro. 
L’interrogazione parlamentare è stata presentata il 21 dicembre 2016, come detto, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali e, oltre a descrivere e premettere alcuni principi indiscutibili come la contrattazione nazionale, uno strumento essenziale per assicurare la forza collettiva dei lavoratori e ottenere condizioni di lavoro dignitose per tutti, anche per chi si trova in situazioni individuali o aziendali particolarmente deboli e ricattabili ed è il riferimento principale, per le retribuzioni, l’inquadramento professionale, l’orario di lavoro e le relazioni sindacali; come la contrattazione azienda, che ha un ruolo complementare, integrativo e non sostitutivo del contratto nazionale, ovvero di affinare e migliorare a livello aziendale e territoriale le principali materie che regolano il rapporto di lavoro.
Nell’interrogazione, la Lombardi, passa poi a descrivere nel dettaglio le misure intraprese da Telecom Italia contro i lavoratori e poi passa a chiedere se il Ministro interrogato non ritenga necessario intervenire, per quanto di competenza, allo scopo di tutelare i diritti dei lavoratori dell’azienda Tim favorendo il raggiungimento di condizioni migliori di quelle proposte sia sotto il profilo economico che normativo.
INTERROGAZIONE, LA RISPOSTA DEL MINSITRO POLETTI
La risposta è del 12 gennaio. Con essa il Ministro fa riferimento ad un processo di riorganizzazione che ha avviato iniziative volte a favorire il riequilibrio economico e la competitività mediante una strategia commerciale più efficace e la previsione di un piano straordinario di riduzione dei costi per un valore complessivo di 1,6 miliardi.
Secondo il Ministro tanto è bastato per giustificare delle scelte che hanno avuto delle ripercussioni negative sui lavoratori? Quale sia la strategia commerciale non è dato saperlo, ma il Ministro sottolinea che continuerà a monitorare sulla situazione aziendale rappresentata anche al fine di intervenire, ove possibile e nel rispetto delle proprie competenze, per riconoscere una maggiore tutela dei diritti dei lavoratori interessati.
Quelle che ci poniamo sono alcune domande: perché nessun organo di stampa ne parla? Perché tutte quelle trasmissioni televisive fatte di grida contro gli immigrati e di cittadini esasperati non si occupano dei lavoratori Telecom e delle loro famiglie che rischiano, dopo decenni di lavoro, di ritrovarsi con una riduzione del loro reddito complessivo e con la drammatica condizione psicologica di non essere più motivati a rendere un servizio di qualità.
Pur se in questa Italia va tanto di moda il “sovranismo”, nessuno si occupa del probabile risiko finanziario che c’è dietro questa vicenda e di cui Freedom Press ha tracciato alcune linee nel precedente articolo.
Come redazione di Freedom Press restiamo a disposizioni di chiunque abbia segnalazioni ed informazioni che riguardano questa vicenda che non deve e non può passare sotto silenzio. Oggi tocca ai lavoratori Telecom, domani a chi toccherà?
Ecco il Video di Roberta Lomabardi. “Tolgono al povero per dare ai ricchi”

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