sabato, 12 Ottobre 2024

Vaccini. Il relatore Federico Gelli (PD) difende il testo del decreto legge non modificato alla Camera

di Cinzia Marchegiani

Roma – Ieri alla Camera dei Deputati il M5S e la Lega Nord e Autonomia hanno presentato la questione pregiudiziale sul sul decreto in materia di prevenzione vaccinale.

Dalila Nesci (M5S) presenta la pregiudiziale sul provvedimento n1: “Calpesta Costituzione e le sentenze della Corte costituzionale in tema di decretazione d’urgenza”

Marco Rondini (LNA) illustra la sua questione pregiudiziale n.2: “Decreto dannoso. Bambini, diritti violati per appagare esigenze mediatiche della Lorenzin”

Ricordiamo che la Camera con 285 voti contrari e 87 favorevoli respinge le questioni pregiudiziali costituzionale sul decreto in materia di prevenzione vaccinale presentata dall’On. Marco Rondini della Lega Nord e Autonomie e Dalila Nesci del Movimento Cinque Stelle.

 

 

 

INTERVENTI SULLE QUESTIONI PREGIUDIZIALI COSTITUZIONALI

Intervengono sulle questioni pregiudiziali presentate i deputati Rosanna Scopelliti (AP-CpE-NCD), Marilena Fabbri (PD), Ibvan Catalano (Misto-CI), Eleonora Bechis (Misto-AL-TIpI), Giovanni Paglia (SI-SEL-POS) e Paola Binetti (Misto-UDC-IDEA).

GELLI, RELATORE DI MAGGIORANZA DEL PARTITO DEMOCRATICO E IL SUO INTERVENTO

Il relatore di maggioranza dem, Federico Gelli ha voluto iniziare la sua relazione spiegando che “Il  decreto-legge ha iniziato il suo iter al Senato, nell’altro ramo del Parlamento, ed è stato un percorso lungo e articolato: ben 40 giorni di esame in Commissione ed in Aula. Obiettivamente, oggettivamente, rispetto al tempo che abbiamo avuto a disposizione alla Camera, il Senato ha avuto la possibilità di approfondire il provvedimento in molti suoi aspetti: sono stati approvati numerosi emendamenti, ed è stato modificato il testo rispetto alla versione iniziale. E tutto questo, voglio ricordarlo perché è molto importante, senza ricorrere al voto di fiducia: sapete bene quanto sia importante raccogliere una maggioranza in quel ramo del Parlamento. Ed è stato quindi un dibattito vero, è stato un dibattito parlamentare, dove tutti hanno potuto esprimersi, a volte anche con delle espressioni un po’ colorite, come avete potuto ascoltare; ma sicuramente è stato un dibattito parlamentare vero, pur con le diverse espressioni e le diverse posizioni. Ed inoltre, il provvedimento al Senato è stato votato da una maggioranza più ampia della maggioranza che sostiene il Governo”.

GELLI: “IL TESTO DEL PROVVEDIMENTO ALLA CAMERA E’ IDENTICO A QUELLO CHE E’ STATO APPROVATO AL SENATO”

Federico Gelli ci tiene a spiegare che anche se in Aula  non è stato apportato nessun cambiamento al provvedimento trasmesso alla Camera: “La Commissione affari sociali ha svolto ugualmente un esame molto ampio: certamente con un periodo minore a disposizione rispetto al Senato, ma in maniera molto intensa. Le giornate di domenica, lunedì e martedì hanno permesso un ulteriore confronto con il Governo, il Ministro, i sottosegretari hanno partecipato a questa discussione: oltre venti ore di discussione generale e di discussione sugli emendamenti. Quindi un ampio spazio alla discussione, anche alla verifica e al confronto sulle proposte emendative. Il testo così come quindi è stato mandato all’Aula di oggi, è lo stesso identico testo che è stato approvato al Senato

GELLI: “TESTO ASTRATTAMENTE MIGLIORABILE, PERFETTIBILE, MA VISTE LE CONDIZIONI DI PARTENZA NON OPPORTUNO NON ALTERARE”

L’intervento dell’On. Gelli prova a spiegare le motivazioni per il quale c’è stata la volontà di non modificare il testo del provvedimento:

Questo testo ovviamente potremmo dire che astrattamente potrebbe essere migliorabile, perfettibile: qualunque legge e qualunque provvedimento è perfettibile e migliorabile. Ed è credo però legato ad un nuovo punto di equilibrio, un punto di equilibrio che, vista la situazione data, viste le condizioni di partenza, credo che sia opportuno non alterare. È questo punto di equilibrio che noi ovviamente vogliamo oggi ribadire qui in Aula. Quindi non è solo, semplicemente, meramente una questione di tempi, come è stato riportato durante il dibattito in Commissione, legata alla scadenza del decreto-legge, come è stato detto da altri, ma è soprattutto legato alla volontà di non modificare il testo di un provvedimento al quale si riconosce una grande importanza“.

La vaccinazione è quindi un contesto di sanità pubblica. Spiega Gelli: “Limmunizzazione di un soggetto non è solo un vantaggio al singolo soggetto, ma determina un beneficio per l’intera comunità. Infatti le raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità, delle società scientifiche, del mondo della scienza in generale, fanno sempre riferimento alla possibilità di raggiungere un livello di protezione così ampio e così importante, perché il virus, il microrganismo, il batterio possa non circolare all’interno della comunità. Ecco che appunto viene definita per questo motivo un interesse di sanità pubblica“.

GELLI: “LA VACCINAZIONE UN ATTO SANITARIO CON RAPPORTO RISCHI BENEFICI MOLTO VANTAGGIOSO”

Il relatore dem, Federico Gelli sottolinea come la vaccinazione rappresenta un atto sanitario con un rapporto rischi/costi e benefici molto vantaggioso: “direi straordinariamente vantaggioso: non è paragonabile a nessun’altra prestazione sanitaria. Per la frequenza con cui tali infezioni possono colpire una popolazione, per i danni che possono determinare sotto il profilo scientifico, le vaccinazioni sono da ricomprendersi in un ambito di sanità pubblica, e non in un aspetto di protezione individuale. Basti ricordare un fatto e una data storica, che forse ci siamo già dimenticati: l’8 maggio 1980 l’Assemblea dell’Organizzazione mondiale della sanità, dopo circa duecento anni dalla sperimentazione sui vaccini, dichiarava le completa eradicazione del vaiolo dal nostro pianeta. Una data memorabile e storica: basti ricordare i danni devastanti che questa infezione provocavano sugli individui”.

Gelli dopo aver spiegato come la spesa dei vaccini sia quella che incide solo per il 2% sulla spesa complessiva dei farmaci, molte molte multinazionali produttrici dei farmaci, a partire dagli Stati Uniti e dall’Europa, hanno smesso di produrre questi farmaci:

“Le aziende produttrici infatti preferiscono investire sia nella ricerca, che nella produzione, in quei farmaci più redditivi, in quei farmaci che danno maggiore garanzia di guadagno e se i vaccini sono sicuramente un farmaco ad elevato valore sociale, il valore sicuramente economico ad essi attribuito è molto basso se paragonato agli altri farmaci. Eppure, mentre la vaccinazione di un bambino protegge non solo il singolo dalla malattia, ma anche l’intera comunità, qualsiasi altro farmaco esplica la sua azione solo sul paziente che lo assume. Questa è la sostanziale differenza”.

GELLI: ” ERRORE PENSARE AL RUOLE DELLE VACCINAZIONI QUANDO CI SONO LE EPIDEMIE”

“Un errore clamoroso” spiega Gelli,  le vaccinazioni servono proprio per prevenire le epidemie: “Non si interviene quando l’epidemia è in corso, perché non è possibile fermare e curare con il vaccino il morbillo, il morbillo va prevenuto, va agito perché la corte di persone sensibili a questa malattia venga in qualche modo immunizzata e si impedisca che si arrivi a questa. Pensate a quanti costi sociali e costi economici, ad esempio, per un ricovero ospedaliero di un bambino. Sapete bene che le complicanze per il morbillo sono molto elevate soprattutto per il bambino, ma anche per l’adulto”.

GELLI SPIEGA IL MOTIVO PER IL QUALE LE VACCINAZIONI OBBLIGATORIE NON SIANO ADOTTATE ANCHE PER GLI ADULTI. SONO I BAMBINI CHE CONTAGIANO I GENITORI TORNANDO DA SCUOLA?

L’Onorevole Gelli ne è certo, e questa liena è stata ripresa anche da altrio onorevoli in Aula: “Sul tema della copertura (l’ho sentito anche nel dibattito in Commissione): ‘ma allora perché non facciamo la vaccinazione agli adulti?’ Perché semplicemente la scienza ci dice che l’unico vero meccanismo per impedire il veicolo e la circolazione del microrganismo è intervenire sulle corti in un particolare segmento di età. Se noi impediamo che il bambino prenda il morbillo o la rosolia è evidente che questa non verrà trasmessa poi al genitore perché nella stragrande maggioranza dei casi il morbillo viene trasmesso dal bambino che è più esposto perché ha un sistema immunitario che si difende ovviamente in maniera diversa rispetto all’adulto e quindi è più esposto a certe malattie infettive. Ed è per questo che in tutto il mondo le vaccinazioni vengono praticate, soprattutto per alcune malattie cosiddette dell’infanzia, proprio nel periodo dell’infanzia”.

PER GELLI LA CULTURA DELLA VACCINAZIONE SI E’ PERDUTA. COLPA  CON LE FAKE NEWS E DELLE ISTITUZIONI E DI CHI HA ALIMENTATO LA DISINFORMAZIONE

Sul calo delle vaccinazioni Gelli attribuisce particolari poteri alla Fake news ma anche responsabilità precise alle istituzioni: “Potrei dire che in questi anni abbiamo perso la cultura della vaccinazione, che nel nostro Paese questa cultura della vaccinazione è andata in qualche modo disperdendosi e forse ci sono anche delle responsabilità. Ci sono delle responsabilità delle istituzioni pubbliche che forse non hanno fatto tutto quello che dovevano fare, ma c’è anche la responsabilità di chi ha alimentato la disinformazione. Le fake news, le bufale, che si sono riscontrate, le cattive verità che si sono alimentate nel corso di questi anni non hanno certamente contribuito a instaurare una corretta cultura della vaccinazione“.

GELLI E I “NO VAX”

Federico Gelli riporta la sua visione dei NO VAX: “E poi, anche qui, è particolarmente curioso: ormai in tutti i colloqui, gli incontri che abbiamo, non ascoltiamo più i “no vax”, ascoltiamo coloro che sono a favore della vaccinazione, ma guarda caso, ci sono tanti se e tanti ma, che mettono nel cammino dell’affermazione chiara e netta di quanto sia importante il ruolo della vaccinazione.

EVENTI AVVERSI? GELLI PARLA ANCHE DI QUESTA EVENTUALITA’

Gelli affronta il problema che mette paura i genitori riguardo alla pratica vaccinale: Ovviamente possono essere presenti eventi avversi. Soprattutto la cosa importante è che ci sia un nesso di casualità tra quello che è la somministrazione del vaccino e i potenziali eventi avversi, perché sappiamo benissimo che una cosa è la segnalazione che viene fatta dal medico vaccinatore o dal genitore, altra cosa dimostrare il nesso di causalità tra la somministrazione e l’evento avverso”.

ULTIMA RATIO, LA SANZIONE AMMINISTRATIVA

Gelli poi conclude affrontando il tema delle sanzioni economiche:Da zero a sei anni è legata all’iscrizione scolastica e da sei a sedici anni è legata ad una sanzione amministrativa, ma la sanzione amministrativa – ci voglio ritornare solo per un frangente di secondo – è l’ultima ratio. Prima della sanzione amministrativa c’è un percorso importante di conoscenza, di informazione e di coinvolgimento dei genitori e dei familiari, prima di tutto dalla scuola e poi soprattutto dagli uffici dell’igiene pubblica del territorio, che hanno il compito fondamentale di convincere e motivare nella scelta vaccinale e sulla bontà della vaccinazione”.

 

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