Lazio, covid test. D’Amato lancia l’allarme: “C’è troppa psicosi, 28 mila tamponi”. Insorgono i cittadini

 

 

di Cinzia Marchegiani

Regione Lazio – C’è qualcosa che non va sui tamponi test covid.

A lanciare l’allarme sulla psicosi tampone è l’Assessore alla Sanità e l’Integrazione Sociosanitaria della Regione Lazio Alessio D’Amato che tramite la pagina FB Salute Lazio spiega che oggi (17 ottobre 2020) occorre recarsi a fare il tampone solo su richiesta del proprio medico curante e aspettare il periodo di incubazione.

Non è uno scherzo. Ecco il suo ammonimento:

Su quasi 28 mila tamponi, vero e proprio record, oggi nel lazio si registrano 994 casi positivi (il dato tiene conto di oltre 200 recuperi di notifiche della asl roma 2 e della asl di frosinone), 12 i decessi e 62 i guariti. I positivi sui tamponi effettuati sono il 3,6%

c’e’ troppa psicosi per i tamponi, ne stiamo facendo un numero enorme, il piu’ alto numero di testati in rapporto alla popolazione.

Ricordo che e’ opportuno che ci sia una indicazione medica e soprattutto per i casi di contatto e’ inutile fare la corsa al tampone nell’immediatezza. Serve – continua D’Amato – contattare il proprio medico, seguire le sue indicazioni e aspettare almeno il periodo dell’incubazione altrimenti il rischio e’ quello di non accertare un’eventuale positivita’’

POI I DETTAGLI CHE FANNO EMERGERE I CASI E L’ETA’ DEI DECESSI 

***ASL ROMA 1: sono 173 i casi nelle ultime 24h e si tratta di centocinquantotto casi isolati a domicilio e quindici da ricovero. si registrano cinque decessi di 81, 87, 89, 92 e 99 anni con patologie;

***ASL ROMA 2: sono 250 i casi nelle ultime 24h (il dato tiene conto di 106 recuperi di notifiche arretrate) dei centoquarantaquattro casi odierni diciotto sono i casi con link familiare o contatto di un caso gia’ noto e ventuno i casi individuati su segnalazione del medico di medicina generale. Si registrano tre decessi di 70, 85 e 95 anni con patologie;

***ASL ROMA 3: sono 71 i casi nelle ultime 24h e si tratta di quaranta casi con link familiare o contatto di un caso gia’ noto e quattro i casi con link ad un cluster familiare, in corso l’indagine epidemiologica. Si registra un decesso di 92 anni con patologie;

***ASL ROMA 4: sono 48 i casi nelle ultime 24h e si tratta di quaranta casi con link familiare o contatto di un caso gia’ noto e quattro i casi individuati su segnalazione del medico di medicina generale;

***ASL ROMA 5: sono 55 i casi nelle ultime 24h e si tratta di cinque casi con link ad un battesimo, in corso indagine epidemiologica. dodici i casi con link familiare o contatto di un caso gia’ noto. tre i casi individuati su segnalazione del medico di medicina generale. Si registra un decesso di 88 anni con patologie;

***ASL ROMA 6: sono 59 i casi nelle ultime 24h e si tratta di trenta casi con link familiare o contatto di un caso gia’ noto e tre i casi individuati in fase di pre-ospedalizzazione;

***Si è appena conclusa alla presenza dell’assessore alla Sanità e l’Integrazione Sociosanitaria della Regione Lazio Alessio D’Amato l’odierna videoconferenza della task-force regionale per il COVID-19 con i direttori generali delle Asl e Aziende ospedaliere, Policlinici universitari e l’ospedale Pediatrico Bambino Gesù.

Nelle province si registrano 338 casi e due i decessi nelle ultime 24h. Nella Asl di Latina sono sessantaquattro nuovi casi e di questi ventiquattro sono con link familiare o contatto di un caso già noto. Un caso di rientro dalla Spagna e tre casi con link a scuola nautica di Gaeta dove è in corso l’indagine epidemiologica. Si registra un decesso di 86 anni con patologie.

Nella Asl di Frosinone si registrano centottanta nuovi casi e il dato tiene conto di circa cento recuperi di notifiche arretrate.

Nella Asl di Viterbo si registrano settantaquattro nuovi i casi e si tratta di trentadue casi con link familiare o contatto di un caso noto. Un caso individuato al test sierologico e uno in fase di pre-ospedalizzazione. Si registra un decesso di 83 anni con patologie.

Nella Asl di Rieti si registrano venti nuovi casi e si tratta di diciotto casi con link familiare o contatto di un caso già noto e due casi individuati in fase di pre-ospedalizzazione.

L’annuncio dell’Assessore D’Amato non cade nel vuoto. Ma non come vorrebbbe. Infatti la risposta dei cittadini non si è fatta attendere e dimostra che queste regole hanno lacune davvero gravi, soprattutto perchè molti bambini piccoli non sono stati ricevuti dai medici (cosa che D’Amato chiede) e invitati direttamente a fare i tamponi:

Una signora ribatte: “Psicosi per il tampone! Per forza anche per un semplice raffreddore il pediatra non ti fa il certificato per rientrare a scuola senza aver fatto il tampone, molti neanche ti visitano per valutare la situazione prima il tampone se il risultato è negativo ti fanno la visita con certificato! Sarebbe opportuno richiedere per tutti il certificato dopo i 5 giorni in modo da non richiedere tamponi ogni 2 settimane!”

E un’altra ancora sostenendo la suindicata tesi conferma: “lo leggeranno? Mia nipote, 17 mesi, due giorni a 37, il pediatra non l ha visitata e l ha mandata a fare il tampone!”

Un’altra mamma conferma il delirio dietro questi tamponi, gestiti malissimo partendo dai medici: “Noi lo abbiamo fatto solo perché aveva il nasino chiuso e nemmeno gli colava. Perché non controllano cosa fanno i medici? Almeno per i piccoli si dovrebbe avere più riguardo e invece sono diventati numeri, è una vergogna”.

E così a valanga molti contatti FB a spiegare il motivo per il quale le persone vanno a fare i tamponi. Tutto ciò dimostra quanto la sanità e la gestione Covid ha imposto regole illogiche ma soprattutto che i cittadini, a differenza di ciò che molti media vorrebbero far credere, si sono resi sempre disponibili al contenimento del contagio del virus.

Forse davvero c’è qualcosa che non va, non c’è comunicazione tra medici e Regione? I medici non si prendono alcuna responsabilità? Non si fa più clinica negli ambulatori medici? Ora è allarme psicosi… ma non è quella che i cittadini hanno alimentato anzi hanno fatto bene i compiti a casa e si affidano responsabilmente ai medici e alle indicazioni della Regione Lazio!

Assessore D’Amato dia risposte serie a questi genitori, ma anche medici che non fanno diagnosi, perchè il messaggio che passa è che esiste solo il covid.

 

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