Allarme sistema sanitario italiano. Nel confronto internazionale è tra gli ultimi posti in Europa

meridiano-sanita-2016

Roma – A Palazzo Rospigliosi il 15 novembre 2016  si è svolta l’undicesima edizione del Forum Meridiano Sanità durante il quale è stato presentato il Rapporto Meridiano Sanità, elaborato da The European House-Ambrosetti.

NEL CONFRONTO INTERNAZIONALE IL SISTEMA SANITARIO ITALIANO SI COLLOCA TRA GLI ULTIMI POSTI IN EUROPA

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Il Meridiano Sanità Index – elaborato da The European House – Ambrosetti e giunto alla sua terza rilevazione – mostra come il Paese manifesta un sensibile ritardo dalla media europea sul fronte dell’efficienza e appropriatezza dell’offerta sanitaria e sul fronte della capacità di risposta del sistema sanitario ai bisogni di salute. Sul fronte della qualità dell’offerta sanitaria siamo in linea con l’Europa mentre sul fronte dello stato di salute mostriamo (ancora) performance migliori della media europea.

LE RISORSE ECONOMICHE DEDICATE ALLA SANITA’ SONO INFERIORI RISPETTO AD ALTRI PAESI

Si spende una quota inferiore rispetto al PIL (6,9% del PIL rispetto ad una media europea del 7,4%1) e la spesa media – pubblica e privata – per abitante è molto più bassa (2.951 euro rispetto ad una media di 3.774 euro, a parità di potere di acquisto). A fronte della performance media dell’Italia nel confronto europeo, si registrano forti difformità a livello regionale. Il Meridiano Sanità Regional Index – giunto al suo secondo anno di rilevazione – mostra che ci sono aree di indagine in cui le disomogeneità regionali sono più accentuate che in altre. L’Emilia Romagna (7,2) e la Lombardia (7) occupano le prime 2 posizioni. Seguono Trentino Alto Adige e Toscana con un punteggio pari rispettivamente a 6,9 e 6,7. Le Regioni del Sud ottengono valori inferiori alla media nazionale.

CAMPANELLI DI ALLARME: Dal punto di vista dello stato di salute, anche se l’Italia si posiziona ancora tra i primi posti in Europa, si evidenziano alcuni campanelli d’allarme. Nel 2015 per la prima volta in 10 anni è diminuita la speranza di vita alla nascita, il tasso di mortalità è stato il più alto dal dopoguerra ad oggi e, inoltre, continuano a calare gli anni vissuti in buona salute.

In aggiunta al fenomeno dell’invecchiamento demografico, oggi l’Italia deve affrontare altre importanti sfide per la salute delle persone. La sfida di gran lunga più importante per i sistemi sanitari e sociali è quella delle patologie croniche che rendono necessaria una specificità di organizzazione e un impegno di risorse molto importanti.

Oggi il 38% della popolazione ha almeno una patologia cronica, valore che sale a 74,8% nella popolazione tra i 65 e i 74 anni e supera l’85% negli over 75.

Aumentano i fattori di rischio delle patologie croniche sia tra i bambini che tra gli adulti. Diversi fattori di rischio concorrono all’insorgenza di patologie croniche. Se si esclude l’età e l’ereditarietà – fattori di rischio non modificabili – si può agire su tanti altri aspetti: alimentazione, attività fisica. Oggi il 38% della popolazione ha almeno una patologia cronica, valore che sale a 74,8% nella popolazione tra i 65 e i 74 anni e supera l’85% negli over 75. Consumo di tabacco i quali, a loro volta, influiscono su altri fattori di rischio intermedi (ad esempio: ipertensione, glicemia, ipercolesterolemia, sovrappeso e obesità). Tra le principali malattie croniche figurano l’Alzheimer, le cardiopatie ischemiche, i disturbi respiratori cronici, il diabete e i tumori. Queste patologie si configurano come quelle a più alto impatto per il sistema perché caratterizzate oggi dai maggiori tassi di mortalità, numero di anni di vita sana perduti per disabilità (DALY) e costi socio-sanitari ad essa associati.

Nel 2030, in Italia: ‒ Le cardiopatie ischemiche saranno ancora la prima causa di morte (oltre 100 mila decessi) e la seconda per anni di vita sana perduti per disabilità (DALY). ‒ La prevalenza del diabete raddoppierà (da 3,3 a 6,1 milioni di persone) e la mortalità aumenterà del 35%. ‒ Moriranno di Alzheimer 87 mila persone (+28% rispetto a oggi) e i costi socio-sanitari passeranno da 6 a 12 miliardi di euro. ‒ Ci saranno circa 5 milioni di persone con una diagnosi di tumore, con un aumento di sopravvivenza che supererà il 60% e la conseguente cronicizzazione della malattia.

Le coperture vaccinali calano, sotto livelli che mettono a rischio la salute dell’individuo e della collettività.

Nel 2015 la copertura nazionale media per le vaccinazioni contro poliomielite, tetano, difterite, epatite B pertosse e Haemophilus influenzae (ESAVALENTE NdR) è stata del 93,4%; con un decremento di 1,3 punti percentuali rispetto al 2014 e di quasi 3 punti percentuali rispetto al 2011. Particolarmente preoccupanti sono i dati di copertura vaccinale per morbillo e rosolia (VACCINI FACOLTATIVI NdR) che hanno perso 5 punti percentuali dal 2011 al 2015, passando dal 90,1% all’85,3%. Anche sul fronte delle coperture dei programmi di vaccinazione per anziani (over 65) contro l’influenza, l’Italia ha registrato negli ultimi anni un drammatico calo. Nella stagione influenzale 2014-2015 la copertura registrata è stata la più bassa verificatasi negli ultimi 10 anni (48,6%), pari ad un calo di 6,8 punti percentuali rispetto alla stagione precedente. La stagione 2015-2016 mostra un lieve aumento, che porta il dato a 49,9%.  La stagione 2015-2016 mostra un lieve aumento, che porta il dato a 49,9% ancora molto lontano dai livelli raggiunti negli anni precedenti e ancor più da quelli raccomandati (75%).

CRESCE LA RESISTENZA AGLI ANTIBIOTICI DI BATTERI CHE POSSONO PORTARE GRAVI INFEZIONI

RESISTENZA ANTIBIOTICA

L’Italia è uno dei Paesi europei con il più alto tasso di utilizzo di antibiotici sia in ambito ospedaliero che extra ospedaliero e inoltre è il Paese europeo con il più alto livello di disinformazione (secondi i dati Eurobarometer). Queste sono alcune delle cause che portano l’Italia ad essere tra i Paesi europei con il maggior livello di resistenza agli antibiotici.

SFIDE, OCCORRE INVESTIRE DI PIU’ SULLA SANITA’

Il rapporto Meridiano Sanità fotografa le sfide future:A fronte di tutte queste sfide, che minacciano la sostenibilità del SSN, l’intero sistema di welfare e la capacità di crescita economica, occorre investire di più in sanità. Allo stato attuale, il modello di previsione della spesa sanitaria su PIL di Meridiano Sanità stima al 2050 un rapporto spesa sanitaria/PIL pari al 9,2%. L’investimento in prevenzione ha un impatto positivo sulla spesa sanitaria; il modello di previsione di Meridiano Sanità ha altresì stimato che un euro investito in prevenzione genera 2,9 euro di risparmio nella spesa per prestazioni terapeutiche e riabilitative e che l’orizzonte temporale nel quale l’investimento in prevenzione manifesta i suoi impatti sulla spesa per prestazioni curative e riabilitative, in percentuale della spesa sanitaria totale, è di 10 anni. Ad oggi l’Italia spende in prevenzione 98,4 euro pro-capite. Se il nostro Paese investisse quanto la Germania (126,4 Euro) la spesa sanitaria al 2050 sarebbe l’8,7% del PIL con un risparmio di 4 miliardi di Euro l’anno”

LE PROPOSTE DI MERIDIANO SANITÀ 2016 PREVENIRE LE MALATTIE INFETTIVE

 Lanciare una campagna informativa sull’importanza, il valore e la sicurezza delle vaccinazioni.

 Investire maggiori risorse in prevenzione (raggiungendo almeno il LEA del 5% della spesa sanitaria).

 Implementare il nuovo Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale in modo omogeneo sul territorio nazionale.

 Valutare l’obbligatorietà di alcuni vaccini per l’ammissione dei bambini a scuola.

CONTRASTARE LA RESISTENZA AGLI ANTI-MICROBICI (AMR)

 Implementare iniziative di antimicrobial stewardship.

 Realizzare campagne di comunicazione sull’AMR.

 Attribuire alle DG delle strutture sanitarie indicatori di performance sul controllo delle infezioni ospedaliere e la diffusione di ceppi resistenti.

 Introdurre incentivi alla R&S di nuovi antibiotici e procedure di fast-track.

 Promuovere la ricerca di base e quella indipendente sui nuovi antibiotici.

RIDURRE I FATTORI DI RISCHIO MODIFICABILI E GESTIRE LE PATOLOGIE CRONICHE AD ALTO IMPATTO

 Aumentare l’estensione e ridurre le disomogeneità regionali dei programmi di screening e stratificare i pazienti per classe di rischio per favorire la diagnosi precoce e la gestione efficace delle patologie.

 Individuare e diffondere le soluzioni più efficaci per la riduzione dei fattori di rischio modificabili delle patologie ad “alto impatto”.

 Avviare progetti sperimentali a livello regionale e locale per realizzare PDTA costruiti con la logica dell’Health Pathway Design.

 Introdurre indicatori di accesso effettivo all’innovazione farmacologica.

 Diffondere gli strumenti di sanità digitale per migliorare l’accessibilità e garantire la continuità delle cure.  Diffondere la sperimentazione di soluzioni di telemedicina con provato profilo di costoefficacia e costo-utilità e definire gli strumenti di tariffazione e finanziamento adeguati.

 Individuare nuove fonti di finanziamento di carattere pubblico-privato, come ad esempio i Social Impact Bond, per favorire la diffusione di soluzioni innovative per la gestione delle cronicità.

Fonte Meridiano Sanità

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