martedì, 5 Novembre 2024

ALLUMINIO NEI VACCINI E NELL’ALIMENTAZIONE: FACCIAMO CHIAREZZA SULLA SUA AZIONE

VACCINIL’alluminio si trova in natura nell’acqua e negli alimenti. La sua presenza però risulta necessaria per la formulazione di alcuni farmaci come i vaccini (non tutti), in questo caso è utilizzato come adiuvante.

Spesso si paragona l’effetto dell’alluminio presente nel latte materno o adattato che viene ingerito  attraverso il canale alimentare all’adiuvante vaccinale che invece penetra all’interno del corpo umano per mezzo di un atto medico, e cioè l’iniezione intramuscolare dei vaccini che lo contengono.

Freedom Press in merito a questa dicotomia a volte non chiara e che spesso intimorisce i genitori che allattano i propri figli, intervista il dottor Girolamo Giannotta, pediatra di lungo corso che da tempo si è dedicato ad approfondire il valore dell’alimentazione umana e dei suoi effetti sulla gravidanza e sulla crescita dei bambini, ma anche sugli studi e ricerche immunologiche che coinvolgono i vaccini pediatrici.

  • Innanzitutto dottor Girolamo Giannotta, è indispensabile separare il destino dell’alluminio in funzione al modo in cui viene ingerito o somministrato?

Separare le due cose è talmente ovvio che appare pleonastico ribadirlo. Tuttavia, molte persone non hanno ben chiara la sostanziale differenza e non esistono tanti contributi scientifici finalizzati a far chiarezza.

  • L’alluminio ingerito, dove si trova e quando diventa pericoloso per la salute?

L’alluminio è il terzo elemento presente nella crosta terrestre, ed è il più abbondante metallo. Si tratta di un catione trivalente che si combina con altri elementi e lo si ritrova nei tessuti vegetali, animali e nelle acque. È praticamente presente in tutti gli alimenti in piccole quantità, tali da non rappresentare un pericolo per la salute se la capacità di eliminarlo è normale. L’acqua potabile però potrebbe contenere una quantità maggiore se il sistema di trattamento prevede l’utilizzo dell’alluminio. Se però il carico di alluminio è rilevante, fino al punto da sovrastare la capacità escretoria del corpo umano, l’eccesso è depositato in diversi tessuti quali ossa, cervello, fegato, cuore, milza e muscoli. Questo ingente accumulo provoca malattie e morte.

  • Nel latte materno è presente l’alluminio, in termini di valori ci può fare un confronto con quello presente nei vaccini?

Il carico corporeo stimato nel primo anno di vita, derivante dal latte materno o dal latte adattato, arriva a circa 100 mcg (microgrammi), mentre il carico derivante dalle campagne vaccinali più intense può arrivare a 4000 mcg o 4 mg (1). Come risulta evidente, il carico derivante da una campagna vaccinale intensa è circa 40 volte più grande rispetto all’esposizione realizzabile per via alimentare. Di tutt’altra opinione sono Mitkus et al. (2), che ritengono che l’esposizione episodica ai vaccini (che contengono i Sali d’alluminio come adiuvante), non rappresenta altro che un rischio estremamente basso per i lattanti ed i benefici che derivano dall’uso di questi vaccini, sovrastano le teoriche preoccupazioni. Se dobbiamo preoccuparci o non preoccuparci dell’alluminio vaccinale non può dipendere dalle nostre personali posizioni.

  • Come viene eliminato l’alluminio assorbito tramite l’apparato digerente?

Della quota ingerita dai soggetti sani, solo lo 0,3% dell’alluminio è assorbito dal tratto gastrointestinale. In condizioni normali il rene è in grado di eliminare la quota assorbita che è estremamente piccola rispetto alla quota ingerita, pari allo 0,3% circa, come già detto (3).

Nel sangue, l’alluminio ingerito è generalmente complessato con delle molecole organiche. Una delle molecole che lo complessa è la transferrina che di norma trasporta il ferro (4).

Circa il 95% di un dato carico di alluminio si lega alla transferrina ed all’albumina all’interno dei vasi sanguigni per poi raggiungere i reni che hanno il compito di eliminarlo. Circa la metà dell’alluminio presente nel sangue passa rapidamente in direzione dei fluidi extravascolari ed il 40% di questa quota poi ritorna nel sangue. Circa il 10% dell’alluminio del sangue si associa agli eritrociti che lo eliminano più lentamente a causa di un tempo di ritenzione più lungo di quello del plasma, ma più corto dei 120 giorni di vita dei globuli rossi.

  • Dove si deposita l’alluminio, quanto e come viene escreto?

I siti di deposito essenziali sono osso, fegato e rene. Muscolo e sistema nervoso centrale accumulano molto di meno rispetto ai precedenti tessuti, anche se circa 1/3 del contenuto corporeo finisce in questi distretti. Mentre il contenuto di alluminio che si può trovare nelle ossa arriva al 54% dell’alluminio totale depositato, nel sistema nervoso centrale si accumula l’1%. Il cervello umano può accumulare circa 8 mcg/anno per tutta la vita.

In definitiva, circa il 2% dell’alluminio che è entrato nel sangue viene trattenuto nel corpo per anni, il resto è escreto con le urine.

  • In base a ciò che ci ha appena spiegato, deduciamo che l’alluminio ha la capacità di accumularsi nel cervello, è esatto?

Anche se non mi fido delle personali opinioni, avverto la sensazione che esista qualche motivo di preoccupazione proprio per due motivi essenziali:

1- l’alluminio può accumularsi nel cervello;

2- l’alluminio è neurotossico.

  • L’alluminio, o meglio l’adiuvante vaccinale ha un destino diverso se somministrato a livello intramuscolare?

Come già anticipato, molti vaccini, eccetto quelli a virus vivi, contengono Sali di alluminio come adiuvanti, senza i quali gli antigeni vaccinali, alle quantità presenti nei vaccini, non sarebbero in grado di evocare una risposta immunitaria specifica.

I vaccini che contengono i Sali di alluminio vengono iniettati per via intramuscolare. Gherardi et al. (5), avevano da tempo dimostrato che le particelle di alluminio iniettate nel muscolo erano scarsamente biodegradabili, erano prontamente fagocitate e drenate in direzione dei linfonodi regionali, potevano viaggiare all’interno dei macrofagi nella circolazione sanguigna per poi determinare un lento accumulo nel cervello.

  • Quale prova scientifica può dimostrare la presenza di questo adiuvante, dopo la profilassi vaccinale?

Tante volte le scoperte sono frutto del fato o del caso. Infatti, i medici francesi che si occupano di malattie neuromuscolari quando devono fare una biopsia muscolare, contrariamente al resto del mondo, prelevano un frammento di deltoide che spesso è sede di iniezione vaccinale.

Fu così che venne identificata nei pazienti affetti da CFS/ME (chronic fatigue syndrome/myalgic encephalomyelitis) la miofascite macrofagica (MMF), dovuta alla persistenza delle particelle di alluminio, utilizzate come adiuvante vaccinale. La MMF rivela che esiste un’inaspettata e lunga persistenza dei Sali d’alluminio all’interno delle cellule immunitarie, che negli individui suscettibili è in grado di produrre la malattia (5). Questa lunga biopersistenza all’interno dei macrofagi è il prerequisito per la lenta traslocazione in direzione del cervello con la produzione di una tossicità ritardata (5).

  • Quindi l’alluminio segue completamente strade diverse in funzione della sua somministrazione?

Come è diventato chiaro, l’alluminio ingerito è complessato nel sangue dalla transferrina e dall’albumina e poi viene eliminato dal rene, se non si realizzano le condizioni per un accumulo cerebrale. Viceversa, quello iniettato con i vaccini trova albergo nelle cellule della linea macrocitico-macrofagica, laddove persiste per un tempo lungo e dalle quali prende il via un lento  trasferimento anche in direzione al cervello, sede di neuro-tossicità ritardata (5). Persiste a lungo perché è un materiale alieno la cui eliminazione non è facile e non è immediata.

  • Diventa necessario parlare e spiegare il ruolo della neurotossicità dell’alluminio dottor Giannotta

L’alluminio quando è all’interno del cervello produce uno stress ossidativo (6) ed ha un’emivita nei tessuti cerebrali che è di circa 7 anni. Per i non addetti ai lavori, l’emivita e quel tempo necessario per eliminare il 50% di una data quantità di alluminio. Il rimanente 50% diventa 25% dopo altri 7 anni, nella pura ipotesi che altro accumulo non si sia concretizzato. È del tutto evidente che dobbiamo evitare il suo accumulo nei tessuti cerebrali. Il sistema nervoso centrale è particolarmente sensibile allo stress ossidativo indotto dai metalli ed esami autoptici, post-mortem, condotti in soggetti affetti in vita dalla malattia di Parkinson hanno dimostrato elevate concentrazioni di alluminio nei campioni esaminati (7).

  • Quando il quadro peggiora ulteriormente?

L’alluminio ingerito con l’alimentazione è una eccito-tossina per il sistema nervoso centrale capace di esacerbare la presentazione clinica peggiorando la condizione di eccito-tossicità od agendo attraverso la microglia che è stata già condizionata (microglia priming). Blaylock et al. (8), ritengono che i sintomi eterogenei presentati dai soggetti affetti da disturbi dello spettro autistico (ASD) sono collegati con la cattiva regolazione della neurotrasmissione glutamatergica nel cervello, associata all’incremento della funzione dei recettori eccitatori determinata dalle citochine pro-infiammatorie prodotte dal sistema immunitario, condizione che rappresenterebbe il sottostante processo fisio-patologico di tutte queste eterogenee entità. Per questi autori, le eccito-tossine ambientali ed alimentari (mercurio, fluoro ed alluminio) possono esacerbare i problemi clinici e patologici poiché aggravano l’eccito-tossicità e il condizionamento della microglia in senso pro-infiammatorio.

  • Ci può spiegare il meccanismo d’azione dei Sali d’alluminio, anche se è un argomento molto tecnico?

Le citochine pro-infiammatorie sono prodotte in risposta all’iniezione del vaccino. Infatti, gli adiuvanti di alluminio promuovono lo stress ossidativo ed incrementano l’attività dell’inflammasoma NLRP3, che porta a rilasciare alcune citochine pro-infiammatorie.  

Concludendo, i Sali di alluminio iniettati come adiuvanti vaccinali vengono assunti dalle cellule dell’immunità innata (soprattutto dalle cellule dendritiche), ingaggiano un recettore detto NLR (NLRP3), che assieme ad altre proteine si organizza in un complesso macromolecolare intracellulare che trova nell’enzima caspasi-1 il suo terminale enzimatico. Compito ingrato di questo enzima è quello di convertire la pro IL-1βe la pro IL-18 in IL-1βed IL-18. Il ruolo della caspasi-1 non è limitato alla sola conversione della pro IL-1β in IL-1β, ma incide decisamente sulla secrezione delle citokine pro-infiammatorie: IL-1β, IL-1α, IL-6, TNF-α, IL-18, ed IFN-γ.

Altra questione di fondamentale rilevanza è che la IL-1β modula l’attività di diversi fattori di trascrizione quali AP1, CREB e, soprattutto il fattore NF-κB. Ciascuno di questi fattori di trascrizione regola una pletora di geni trascritti precocemente nella risposta infiammatoria (9).

Come potete notare, la questione Sali di alluminio non è così banale poiché troppo eventi conseguono alla sua somministrazione in qualità di adiuvante nei vaccini che li contengono.

Grazie al dottor Giannotta che ci ha traghettato in un viaggio seppur difficile per conoscere un elemento naturale presente nell’alimentazione umana, l’alluminio, e ci permette di fare il giusto distinguo tra elemento ingerito tramite l’ingestione di liquidi o cibi, da quello invece introdotto dalla profilassi vaccinali e quanto anche l’alimentazione incide la condizione di eccito-tossicità, andando ad esacerbare i problemi clinici e patologici. “L’alluminio ingerito con l’acqua e gli alimenti è eliminato in gran parte dal rene, mentre quello vaccinale non può essere eliminato dal rene perché permane per un tempo indefinito come materiale alieno all’interno di determinate cellule del sistema immunitario, che lo possono così trasferire al sistema nervoso centrale con una certa facilità” – conclude il dottor Giannotta.

 

di Cinzia Marchegiani

 

Bibliografia essenziale.

1- Keith LS, Jones DE, Chou CH. Aluminum toxicokinetics regarding infant diet and vaccinations.Vaccine. 2002; 20: S13–S17.

2- Mitkus RJ, King DB, Hess MA et al. Updated aluminum pharmacokinetics following infant exposures through diet and vaccination. Vaccine. 2011 Nov 28; 29 (51): 9538-43.

3- http://emedicine.medscape.com/article/165315-overview#showall.

4- Priest ND. The biological behaviour and bioavailability of aluminium in man, with special reference to studies employing aluminium-26 as a tracer: review and study update. J. Environ. Monit. 2004, 6: 375-403.

5- Gherardi RK, Eidi H, Crepeaux G et al. Biopersistence and brain translocation of aluminium adjuvants of vaccines. Front Neurol. 2015 Feb 5; 6: 4.

6- Drago D, Cavaliere A, Mascetra N, et al. Aluminum modulates effects of beta amyloid (1-42) on neuronal calcium homeostasis and mitochondria functioning and is altered in a triple transgenic mouse model of Alzheimer’s disease. Rejuvenation Res. 2008 Oct. 11(5): 861-71. 

7- Bolt HM, Hengstler JG. Aluminium and lead toxicity revisited: mechanisms explaining the particular sensitivity of the brain to oxidative damage. Arch Toxicol. 2008 Nov. 82 (11): 787-8. 

8- Blaylock RL, Strunecka A. Immune-glutamatergic dysfunction as a central mechanism of the autism spectrum disorders. Curr Med Chem. 2009. 16 (2): 157-70.

9- Stylianou E, Saklatvala J. interleukin-1. Int J Biochem Cell Biol. 1998 Oct; 30 (10): 1075-9.

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