USA. In TV arriva Giulia, Muppet con autismo in “Sesame Street”. L’Italia non pervenuta nel cambiamento culturale

 

di Mario Galli

USA – La notizia è di un paio di giorni fa e l’ha pubblicata Newsweek, rivista generalista statunitense.

Un Muppet con autismo farà il suo debutto il 10 Aprile in “Sesame Street”, un programma televisivo educativo per bambini arrivato alla 46ma stagione negli Stati Uniti d’America e che è diventato famoso proprio per la partecipazione dei pupazzi Muppet.

Il debutto sarà una prima assoluta per questo spettacolo. L’introduzione di un Muppet con autismo è destinata a contribuire alla stigmatizzazione l’autismo e a ridurre l’isolamento dei bambini ai quali viene diagnosticato.

Il Muppet si chiamerà Julia, avrà la pelle di colore giallo ed i capelli arancioni.

STIME AUTISMO, UNA VERA EPIDEMIA. I Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie degli USA stimano che il disturbo dello spettro autistico sia stato identificato in un bambino ogni 68 – circa l’1,5 per cento di tutti i bambini negli Stati Uniti – con una incidenza quattro volte più comune tra i ragazzi che tra le ragazze. La diagnosi comprende una vasta gamma di comportamenti, di capacità di comunicazione e di capacità di apprendimento. Non esiste un trattamento medico per ASD, ma vari interventi terapeutici possono promuovere lo sviluppo nei bambini con autismo.

IN ITALIA, VA IN ONDA LA SUPERFICIALITÀ E I CATALOGHI DELLE DONNE DELL’EST. In Italia, paese dove vanno in onda (sulle reti di Stato) cataloghi delle caratteristiche per le quali una donna dell’est sia preferibile come modello di moglie/compagna/fidanzata siamo ben lungi dall’avere questa sensibilità. La Rai dopo le polemiche sollevate sul web contro il programma pomeridiano ha deciso la chiusura di “Parliamone sabato” condotto da Paola Perego su Rai1.

Forse era migliore un certo tipo di televisione e di cinema, certamente più sboccato e casareccio, ma con una grande umanità dentro e che metteva in comunicazione Jimmy il Fenomeno con i grandi della commedia all’italiana. Oggi non sarebbe politically correct, ma almeno non trattavano la donna come oggetto e, semmai, insegnarono all’italiano medio come era fatta una donna.

Ma in un Paese che sta regredendo sotto tutti i punti di vista pensate che sia possibile arrivare a concepire un cartoon con personaggi autistici?

Parafrasando un grande della commedia teatrale italiana, quando un giorno civiltà remote troveranno, tra le macerie della nostra, i video dell’Isola dei Famosi penseranno: “Guarda come stavano combinati i ‘famosi’, pensa quelli che non contavano un cavolo”.

 

 

Italia non pervenuta nel cambiamento culturale attraverso la Tv di Stato. Parliamone sabato sembrerebbe solo una punta dell’iceberg. Il mondo è cambiato e molti ancora non se ne sono accorti. Poi sono le fake news che rovinano le menti delle persone…eh già!

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