di Cinzia Marchegiani
Mascherine sì, mascherine no! L’epidemia da Covid-19 ci ha insegnato che troppo spesso le scelte più di buon senso sono quelle che aiutano concretamente a diminuire il contagio e riescono a dare respiro alle strutture sanitarie, soffocate purtroppo dai molteplici ricoveri quotidiani per le priorità dettate dalle gravi e severe polmoniti, per predisporre e organizzare nuovi reparti dedicati.
Ogni emergenza pandemica porta nuove evidenze scientifiche, nuovi approcci per delineare inedite linee guida per il contenimento del contagio e soprattutto nel tutelare proprio le persone più fragili che non necessariamente devono essere anziane. Molte sono in dialisi, altre hanno il diabete, altre ancora in trattamento terapeutico e non solo in chemioterapia. Poi ci sono persone affette da malattie neurodegenerative e malati rari, molti con altre disabilità. Malati che vivono quotidianamente con supporti di ventilazione e/o tracheotomizzati. Ecco una platea che “con” o “per” Covid-19 il senso non cambia. Si rischia di morire perché la loro vita dipende dalle buone abitudini di igiene e di controllo del contagio anche e soprattutto da parte dei loro famigliari che se ne prendono cura h24.
Il neurologo dottor Marcello Villanova che dirige l’unità “Riabilitazione e Recupero Malattie Neuromuscolari” presso l’ospedale privato accreditato Nigrisoli di Bologna, una unità diventata un importante punto di riferimento per moltissimi pazienti che provengono da tutta Italia e anche dall’estero, proprio in questa emergenza epidemica ha dovuto affrontare con i suoi pazienti la gestione di questo virus e le opportune quanto mai prioritarie tutele che gli stessi famigliari devono attuare per ridurre più possibile il rischio contagio.
Ora, dopo oltre due mesi e mezzo dall’inizio dell’epidemia mondiale si è confermato che il 50-75% delle persone con il Covid-19 era asintomatica. E solo ora si evidenzia la necessità di un cambio di rotta nel gestire questa emergenza. Il professore ordinario di Immunologia clinica dell’Università di Firenze Sergio Romagnani ha spiegato lo studio dei casi di Vò Euganeo: “L’isolamento dei contagiati (sintomatici o non sintomatici) non solo risultava capace di proteggere dal contagio altre persone, ma appariva in grado di proteggere anche dalla evoluzione grave della malattia nei soggetti contagiati perché il tasso di guarigione nei pazienti infettati, se isolati, era nel 60% dei casi pari a soli 8 giorni”.
Il Dottor Marcello Villanova in merito alla gestione concreta di questa emergenza per ovvie necessità professionali ha cercato sin da subito di sensibilizzare i genitori, i famigliari dei suoi pazienti ad attuare regole molto severe per ridurre al minimo ogni forma di contagio. Non solo, ovviamente proprio per comprendere meglio questa nuova epidemica si è immerso nella lettura di studi pubblicati e cercato di analizzare i dati ad ora a disposizione. L’idea è stata sempre quella di fornire potenziali consigli e riflessioni a chi questa emergenza la combatte nel fronte degli ospedali pubblici.
. Dottor Villanova, cos’è che ha scoperto leggendo le pubblicazioni relative al campo neurologico nel contesto dell’infezione COVID-19?
Leggendo alcuni dati pubblicati in letteratura già nel 2016 ho scoperto che i coronavirus hanno un azione neurotropa. Uno studio clinico eseguito su più di 200 bambini afferiti in alcuni ospedali cinesi con quadri clinici di encefalite e/o infezioni delle vie respiratorie ha mostrato come questi avessero sviluppato anticorpi IgM contro i coronavirus. Anticorpi che, in seguito, sono stati riscontrati anche nel liquor cefalorachidiano dimostrando la tropismo del virus per il sistema nervoso centrale.
. Perché il COVID-19 è diverso dalle forme influenzali, perché ci sono così tanti decessi e ricoveri in terapia intensiva?
Il quadro clinico dominante nell’infezione da COVID-19 è quello di tipo respiratorio molto più severo di quello di una banale influenza stagiomale. Per certi versi ricorda ciò che è accaduto nella SARS (sindrome respiratoria acuta grave). Altro dato di interesse, da quello che è emerso in alcuni studi clinici effettuati negli ospedali cinesi durante l’ infezione COVID-19, è che diversi pazienti hanno presentato un distress respiratorio acuto per un apparente mancanza di regolazione del respiro spontaneo. Quadri clinici simili potrebbero osservarsi anche in Italia in queste ore. Il tutto non correlato in modo certo alla gravità del quadro respiratorio. Bene, in questi casi, alcuni dati della letteratura suggeriscono come potenziale causa un cattivo controllo della funzionalità respiratoria di tipo centrale. In sostanza, un distress che nasce da un danno dei centri del respiro dovuti al COVID-19 localizzati nel tronco encefalico più che dalla compromissione del polmone. Dati, questi che potrebbero avere un importanza in un contesto di follow up clinico. La neuroinvasione da parte di COVID-19 potrebbe avvenire attraverso le connessioni sinaptiche a partire dai chemorecettori situati nelle basse vie respiratorie.
. Altre peculiarità di questo nuovo coronavirus da far emergere?
Un’altro dato neurologico che mi ha incuriosito è la frequente presenza di anosmia e ageusia. Cosa significa, in parole povere non si sentono più gli odori e i sapori. Ricordo che i due sensi sono strettamente legati da un punto di vista funzionale. Ciò che ho scoperto leggendo alcuni articoli di colleghi cinesi, uno appena uscito, è che questo disturbo sarebbe legato ad un danno delle terminazioni nervose periferiche del nervo olfattivo. Cioè, quelle che partendo dal cosiddetto bulbo olfattivo raggiungono la mucosa delle nostre narici. Questa strada – in seguito – potrebbe essere utilizzata dal virus anche per raggiungere il sistema nervoso centrale, penso al talamo e al tronco encefalico. Disturbi clinici che sembrano migliorare nel corso della guarigione anche se in alcuni gli esiti sembrano persistere per più lungo tempo. Studi in questo senso sarebbero auspicabili. Infine, sempre da alcuni dati in letteratura quadri clinici più lievi si otterrebbero con esordio dell’infezione di tipo gastro-intestinale o attraverso penetrazione congiuntivale, molto probabilmente per una minore carica virale.
. Dottor Villanova come dobbiamo leggere questa notizia?
Tutto questo ci indicherebbe che la penetrazione del virus attraverso le cavità nasali gioca un ruolo importante perchè potrebbe costituire una via attraverso la quale COVID-19 raggiunge il sistema nervoso centrale. Quindi, naso e bocca tendono ad essere due vie di ingresso da tenere estremamente sotto’occhio per l’ingresso del COVID-19.
. Dottor Villanova, cosa deduciamo da tutte queste importanti osservazioni di natura clinica? L’uso della mascherina è un atto pleonastico o invece di grande utilità? E perché?
Quello che se ne deduce è che una buona azione preventiva deve contemplare la diminuita entrata del virus nelle cavità nasali e in tutti i tragitti che portano al polmone come la bocca. Non c’è cosa migliore per eliminare/attenuare questo ingresso che indossare una mascherina come protezione. Questa diverrebbe importante anche per diminuire lo spargimento di carica virale da parte degli asintomatici/paucisintomatici che spesso girano sereni per le nostre strade. Insomma, la mascherina dovrebbe essere resa obbligatoria per tutti e soprattutto negli spazi più ristretti e fra questi autobus, farmacie, centri commerciali ancora oggi aperti. Questa limita il passaggio di goccioline infette da virus diminuendo per lo meno la sua carica virale.
. Quanto è importante guardare la Cina che per prima ha arginato la diffusione della epidemia per adottare quelle misure che sono state di successo?
Tutto direi. Guardare il continente che per prima ha affrontato il Covid-19 deve essere imperativo. Sempre da studi effettuati in Cina si è constatato che il numero maggiore di complicazioni respiratorie e decessi si è ottenuto in Whuan verosimilmente perché agli inizi la popolazione circolava senza protezioni. Il tasso si è abbassato notevolmente nelle regioni limitrofe proprie perché la Cina ha obbligato tutti ad indossare una mascherina oltre che a mettere in atto misure contenitive come lo stare chiusi in casa. Protezione che tutt’oggi indossano. Per concludere, chiudere la bocca ed il naso delle persone è di primaria importanza così come le piazze e le scuole. Ora però, è il momento di battersi tutti insieme contro un nemico invisibile, ma molto insidioso. che si chiama COVID-19.
Grazie ai medici che fanno della propria mission un importante viaggio di esplorazione, di discussione e riflessione. Importanti contributi che certamente salvano e tutelano al meglio la nicchia dei malati che sono presi in carico dal dottor Villanova presso l’unità “Riabilitazione e Recupero Malattie Neuromuscolari” presso l’ospedale privato accreditato Nigrisoli di Bologna, e danno invero un impulso a poter fare di più poiché abbiamo le conferme che non solo gli anziani (come se i nostri parenti poi non avessero un valore umano) vengono colpiti da questo virus nuovo in modo davvero devastante. In fondo le regole del contagio e della carica virale che ci ha appena spiegato Villanova insegnano che non tutto è gestibile, ma molto sì ed è ciò che fa la differenza nell’affrontare con le armi giuste questa emergenza sanitaria.
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