lunedì, 17 Novembre 2025

Covid-19. UGL Sanità denuncia: “A novembre senza piano pandemico, specchio di un fallimento”

La Denuncia


di Cinzia Marchergiani

“L’Italia si è fatta sorprendere. Questa è la colpa più grave delle istituzioni. Non è mai esistito un piano pandemico che mettesse la nazione nelle condizioni di affrontare un’emergenza come quella esplosa nello scorso inverno.”

 

Arriva gelida la denucia del sindacato UGL Sanità. D’altronde impossibile far finta di nulla di fronte al nuovo disatro che il nostro paese sta rivivendo. Sembra un orribile Deja vu!

La verità non può essere alterata dalle letterine che il Premier Conte continua a scrivere ai quotidiani. La verità è che siamo a novembre 2020 e ancora siamo senza piano antipandemico, nonostante le informazione sugli anni precedenti e senza covid abbiano sempre fotografato ospedali al collasso non solo nel periodo autunnale e invernale. Non sono servite le continue denunce raccolte dai giornali degli operatori sanitari che mostravano un sistema sanitario al collasso che non permettevano di gestire afflussi massicci di pazienti, foto inequivocabili che mostravano pazienti sdraiati per terra, occupare le barelle sottratte alle ambulanze. Un disastro sanitario in scena ogni anno (ed eravamo senza il covid) grazie alla politica che ha permesso tagli alla sanità, che invece di eliminare dirigenti incapaci, ha pensato di risparmiare sui posti letto, far chiudere nosocomi di grande supporto strategico ai territori e avviato alla apertura delle Case della salute che di fatto non sono riuscite negli anni ad arginare non solo le emergenze invernali, ma anche in ogni mese dell’anno.

LA DENUNCIA UGL SANITA’, NESSUN PIANO PANDEMICO A NOVEMBRE. La denuncia arriva dalla UGL SANITA’ che mostra una deriva della gestione di questo paese nel momento che occorreva trarre importanti lezioni impartite dalla emergenza covid alle spalle. Ci doveva essere una vera rivoluzione, che non c’è stata. Sembra che l’emergenza che l’Italia e il mondo intero hanno poi vissuto con il covid non abbia insegnato nulla, ma proprio nulla.

A denunciare questa marissima realtà interviene Gianluca Giuliano, Segretario Nazionale della UGL SANITA’, con un comunicato stampa appena pubblicato:

“COVID-19, GIANLUCA GIULIANO (UGL SANITA’): “OSPEDALI AL COLLASSO, OPERATORI STREMATI E NON PROTETTI. E’ LO SPECCHIO DEL FALLIMENTO DELLA GESTIONE SANITARIA DA PARTE DELLE ISTITUZIONI”


Lockdown, una parola che si pensava potesse essere stata lasciata alle spalle dopo la prima ondata del virus e che invece ora sembra la soluzione estrema per frenare l’emergenza sanitaria legata alla nuova recrudescenza del Covid-19 . I terribili numeri  che arrivano in questi giorni dagli ospedali e dalle altre strutture di ricovero confermano come il rischio di dover fare i conti con la decisione della chiusura sia una ipotesi possibile. Le segnalazioni che raccogliamo dagli operatori impegnati in prima linea – dice Gianluca Giuliano, Segretario Nazionale della UGL Sanità – sono quelle di categorie ormai allo stremo, sottoposte a turni massacranti, in alcuni casi decimate dai contagi cui sono andati incontro a causa di protocolli di sicurezza spesso non rispettati. Le immagini di ambulanze in attesa, di pazienti che devono ricorrere all’ossigeno nelle loro vetture, l’utilizzo delle chiese per ampliare i posti letto evidenziano un quadro drammatico, inimmaginabile in un paese civile. Il lockdown sembra così poter essere l’unica soluzione per creare una barriera e provare a risalire la china. E’ terribile dirlo ma è così”.

 


CONTINUA IL SEGRETARIO DELLA UGL SANITA’: “L’ITALIA SI E’ FATTA SORPRENDERE, NON E’ ESISTISTO NESSUN PIANO PANDEMICO CHE METTESSE LA NAZIONE IN CONDIZIONI DI AFFRONTARE UN0EMERGENZA COME QUELLA ESPLOSA NELLO SCORSO INVERNO”

“L’Italia si è fatta sorprendere. Questa è la colpa più grave delle istituzioni. Non è mai esistito un piano pandemico che mettesse la nazione nelle condizioni di affrontare un’emergenza come quella esplosa nello scorso inverno. Ancor più grave è che non si sia fatto tesoro degli errori compiuti e ci si sia fatti trovare impreparati alla nuova ondata del virus. Le Usca, Unità Speciali di Continuità Assistenziale, sono rimaste un miraggio e questa è una delle cause del collasso degli ospedali”.

IL SEGRETARIO NAZIONALE UGL SANITA’ CONCLUDE NELLA SUA DENUNCIA: “CITTAFìDINI PAGANO CARO IL RPEZZO DELLA PANDEMIA E LE CATEGORIE PROFESSIONALI, SCARSEGGIANO ANCHE I DPI ADEGUATI”

“Intanto c’è chi, insieme con i cittadini, paga un caro prezzo alla pandemia. “La categorie professionali della sanità – conclude il Segretario Nazionale della UGL Sanità – sono state nuovamente mandate allo sbaraglio e dalle testimonianze che ci arrivano da tutta Italia la situazione è in costante peggioramento. Scarseggiano DPI adeguati e chi è in servizio fatica ormai a coprire turni incessanti che si ripetono senza sosta per far fronte all’enorme mole di accessi ai pronto soccorso o ricoveri nei reparti di terapia intensiva. Si cerca ora di tamponare in maniera frettolosa una falla che non doveva aprirsi. E’ inevitabile il ricorso a nuove assunzioni ma se il personale che entra e quello già in servizio non è adeguatamente protetto e i contagi, se non addirittura i decessi, si moltiplicano come si può pensare di far fronte alla situazione? La realtà è sotto gli occhi di tutti. La recrudescenza del Covid-19, la nuova possibilità di un lockdown totale stanno certificando il totale fallimento dell’attuale gestione del SSN. Una volta sconfitto il virus bisognerà ripartire, facendo tesoro di un’esperienza terribile come quella che dallo scorso febbraio stiamo vivendo. Servirà edificare una nuova sanità nazionale che abbia i lavoratori, la loro formazione, i loro diritti, la loro sicurezza al centro del progetto di rilancio”.

Sembra un orribile Déjà vu. E a pagare saranno ancora tante famiglie, con le morti non arginate, sia degli operatori sanitari, dei malati che non potranno essere presi in carico (Covid- NONCovid) e dell’intero settore economico a cui i DPCM ristori non porterà alcun sostegno reale. Una carneficina… ancora!

 

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