giovedì, 10 Ottobre 2024

L’inganno globale. La scienza e i suoi tortuosi aiuti ai cambiamenti climatici

di Mario Galli

Bisogna tassare il cibo per salvare il pianeta. Avete capito bene.

Ve lo ripeto.

Bisogna mettere una tassa sul cibo per salvare il pianeta….No, non sono impazzito.

Si tratta dell’ultima trovata di un gruppo di professori dell’Università di Oxford. Secondo loro, tassare gli alimenti può aiutarci a contrastare i “cambiamenti climatici”.

Per farla breve, praticamente, vorrebbero far diventare vegani tutti coloro che non hanno un reddito elevato, imponendo una tassazione fuori dal comune di tutti i prodotti di origine animale.

Quindi, se pensate che lo scontrino della spesa sia già fuori controllo adesso, aspettate che le idee di questi scienziati diventino il cavallo di battaglia di qualche lobby. Forse non c’è nemmeno da aspettare tanto.

Secondo loro, tassando del 40% prodotti come la carne di manzo, oppure prodotti lattiero-caseari e pollame del 20%, ed alcuni oli vegetali, il pianeta si potrà salvare.

Quaranta per cento?

Ciò significa che un chilo di carne macinata, che oggi costa circa 6 euro, avrà un costo di 8 euro. Un litro di latte biologico potrebbe anche salire di 3 euro, a seconda di quanto lo si paga oggi.

L’impatto finanziario sarebbe enorme. Immaginatelo su scala globale.

Il consumatore medio, messo di fronte alla scelta di come spendere i suoi soldi (economia) sceglierà di mangiare, forse, soltanto fagioli e riso.

In uno studio del 7 novembre 2016, l’Oxford Martin School, dell’Università di Oxford, ha suggerito un sistema di tassazione per scoraggiare la gente dal comprare certi cibi.

Gli scienziati hanno suggerito di tassare gli alimenti che contribuiscono maggiormente al riscaldamento globale antropogenico, ovvero il cambiamento climatico imputabile all’uomo.

La relazione afferma:

L’aumento dei prezzi degli alimenti genererebbe un contributo altissimo, da parte del sistema alimentare, per ridurre gli impatti del cambiamento climatico globale”, ha detto il dottor Mark Springmann della Oxford Martin School, che ha guidato lo studio.

Ci auguriamo che i responsabili politici siano in grado di raccogliere questa sfida”.

Secondo la relazione, gran parte della riduzione delle emissioni deriverebbe dal fatto che a prezzi più elevati corrisponderà un minore consumo di prodotti animali, visto che la loro produzione prevede emissioni particolarmente elevate.

I ricercatori hanno scoperto che, per pagare i danni causati al clima dalla sua produzione, la carne dovrebbe costare il 40% in più a livello globale. Il prezzo del latte dovrebbe aumentare fino al 20% ed il prezzo degli oli vegetali potrebbe anche aumentare in modo significativo.

I ricercatori stimano che tali aumenti dei prezzi si tradurrebbero in un consumo di circa il 10% in meno di prodotti alimentari “ad alto contenuto di emissioni”.

Sembra fantascienza vero?

Ma aspettate. Non è finita qui.

Il rapporto dice anche che questo non andrà ad influenzare l’alimentazione della popolazione a basso reddito.

Aspettate un momento! Fermi tutti.

Come si può pensare che un aumento del 40% del prezzo della carne bovina, un aumento del 20% del prezzo di altri tipi di carne e del latte, non pregiudichi l’alimentazione, ad esempio, di una famiglia numerosa, di una famiglia monoreddito, o di una famiglia a basso reddito?

O forse bisognerà fare la spesa con la dichiarazione dei redditi, ed allora solo ai ricchi verrà addebitato il prezzo tassato?

Questi hanno capito tutto!!

Il piano è quello di compensare eventuali difficoltà detassando altri alimenti (magari quelli che oggi troviamo al banco vegan, tra l’altro spesso in etichetta pieni o di sale o di zucchero), compensando le perdite di reddito connesse con aumenti di prezzo con l’utilizzo di una parte delle entrate fiscali per la promozione della salute.

Come ragionamento è bello. Ma a quale prezzo?

In questo modo l’unica a pagare sarà la classe media, rendendole praticamente impossibile l’accesso a carne e latticini e con i soldi di chi potrà permetterselo ripianare il costo dei prodotti vegan per le persone a basso reddito.

Allucinante.

Pensate se questi professori si fossero documentati sugli impatti dei pesticidi e della coltivazione industriale (contemplando il relativo aumento dell’anidride carbonica) cosa avrebbero potuto teorizzare? Avrebbero tassato verdura e cereali?

Che dire di quei bambini che diventano vegetariani per forza perché le loro famiglie non possono più permettersi un taglio di carne a buon mercato?

Che dire dei micronutrienti della carne e del latte che mancheranno perché diventati un lusso?

Anche se alcune famiglie dicono di aver cresciuto bambini perfettamente sani con una dieta vegana, ci sono benefici nutrizionali che provengono da prodotti di origine animale che sono difficili da sostituire, o meglio devono essere obbligatoriamente integrati.

Gli autori di questo studio, però, non sono d’accordo.

Pensano che il mondo sarebbe un posto migliore se ognuno di noi diventasse vegano ( con prodotti industriali)?

Ricordate quando l’ONU raccomandò vermi, larve e coleotteri come una parte sana della dieta umana per la sicurezza alimentare?

Lungi da me parlar male di chi fa determinate scelte alimentari. Ognuno è libero di scegliere, ma proprio perché siamo liberi, non può venire uno studio universitario ad imporre quello che dobbiamo o non dobbiamo mangiare.

Una breve nota sui cambiamenti climatici.

Quanto di voi cercano di non sprecare? Cibo, oggetti e quant’altro. Quanti di noi hanno un orto, o cercano di acquistare frutta e verdura di stagione, cercando di essere responsabili nei confronti dell’ambiente?

Quanti di noi guardano programmi televisivi in cui si fanno gare di cucina e dove poi il cibo viene buttato, magari solo perché “impiattato” male?

Per ora lasciatemi dire che tutta questa “isteria da cambiamento climatico” lascia solo grandi crepe e dubbi notevoli.

L’intera teoria del cambiamento climatico è viziata.

Vi ricorderete quando Al gore stava realizzando un film che spaventò i bambini  e ricorderete quante teen ager seguirono Leonardo di Caprio su questa “causa giusta”…. e la “causa giusta” rapidamente prese piede così velocemente che, per molte persone, quelle persone che semplicemente accettano ciò che viene detto alla TV, è diventato un “modus vivendi” in un lasso di tempo relativamente breve.

Sappiamo tutti quanto sia facile manipolare e programmare il pensiero della maggior parte delle persone e dell’informazione con messaggi e frasi ripetute spesso.

Se per quasi 20 anni il clima è stato stabile; se non è stato più possibile descrivere il fenomeno del riscaldamento globale quando, in realtà, il mondo non è stato in una fase di riscaldamento; allora gli scienziati si sono resi conto che la tesi del riscaldamento globale era difettosa ed hanno cambiato il nome da “riscaldamento globale” a “cambiamenti climatici”.

Hanno continuato a relazionare statistiche selezionate all’uopo e sovvenzionate massicciamente da chi aveva interesse economico.

I parametri si sono evoluti nel corso degli anni, così come il modo in cui dati sono stati registrati, interpretati, e presentati.

Ma da nessuna parte è stato detto che il riscaldamento globale, il raffreddamento globale ed i cambiamenti climatici ciclici sono normali. E così è stato fin dall’inizio. La Terra è un costante flusso di questi cicli regolari. Fanno parte di cicli ancora più grandi che ci sono stati prima della venuta dell’uomo e ci saranno anche dopo la sua scomparsa.

Sempre la solita domanda. Cui prodest? A chi giova?

Nel mondo ci sono sempre state e sempre ci saranno delle teorie che conducono scelte politiche di ampio respiro.

Dall’epoca degli antichi greci, passando per gli imperatori romani, fino ad arrivare a Napoleone, Hitler e fino ai giorni nostri.Il filo conduttore costante è sempre lo stesso.

C’è qualcuno che pensa un’idea. Per pensare, questo qualcuno, ha bisogno di mangiare. Per mangiare deve avere soldi. Allora cerca chi può pagargli l’idea. Ma l’idea, per essere comprata, deve essere messa a reddito, ovvero mi deve dare un ritorno economico. E così è stato per le teorie illuministiche, per le teorie positivistiche, per il naturalismo giuridico, per il romanticismo.

Come avremmo potuto sfruttare il lavoro degli schiavi africani se la comunità scientifica (composta di bianchi) non avesse preso per buona la teoria della superiorità della razza bianca, o dell’inferiorità dei negri rispetto a quella?

Come avrebbero potuto gli antichi popoli del Mediterraneo farsi guerra, se aurùspici ed àuguri non avessero interpretato (sesterzi alla mano) il volere degli dei?

Ed oggi, partendo dai produttori di tofu, passando per i proprietari terrieri produttori di soia, fino ad arrivare alle produzioni di quinoa ed amaranto, come possono immettere nel mercato un prodotto che costa 5 volte di più di altri prodotti commerciali e non subire un danno economico?

Stesso discorso vale per l’olio extravergine d’oliva. Ma ve ne parlerò un’altra volta.

Per ora mi basta di avervi spiegato, sebbene in parte, il concetto di inganno globale.

Va sempre ricordato che proprio per tesi contrastanti degli scienziati in merito a precisi argomenti…la scienza non deve e non può imporre ma solo dare indicazioni, d’altronde i suoi fallimenti sono il segno anche della sua evoluzione, mentre avanza disarciona tesi e dogmi passati e ne prepara altri per il futuro immediato. Ma qui si parla anche di logica perché si toccano argomenti alquanto complicati e mentre si demonizza un aspetto antropico, non si rende altrettanto risalto all’inquinamento industriale che il mondo vegano porta con se, a meno che non si accetti la sfida di produrre industrialmente senza pesticidi, contaminanti e fertilizzanti.


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