di Christian Montagna
Sanremo – Si è conclusa da poche ore la 75 esima edizione del Festival di Sanremo. A trionfare è stato Federico Olivieri, in arte Olly, cantautore e rapper italiano, che ha sbaragliato i suoi concorrenti come l’ateniese Fidippide dopo una lunga maratona durata cinque sere.
Tutto è filato liscio: tempi giusti, scaletta rispettata e guai a tardare. Conduttore stirato e pettinato, ospiti terrorizzati e battute col contagocce. Guai a parlare di monologhi: che balorda nostalgia delle serate in cui Amadeus e Fiorello si rincorrevano sul palco, mi verrebbe da dire!
Sarà stato anche il Festival dei record in termini di ascolti e share (e di questo non possiamo che complimentarci con le scelte artistiche del Direttore) ma un compitino così, compiuto e preciso, non lo si vedeva da tempo.
E forse è stato anche troppo. Perché si sa, Sanremo non è Sanremo se non ci sono polemiche e fuori onda; se non ci sono riferimenti politici “puramente casuali a cose o persone”; se il gossip non si insinua tra una nota e l’altra; se non ci si addormenta sul divano mentre lo si guarda fino a notte fonda e l’indomani si arriva tardi a lavoro… insomma la verità è che non siamo mai contenti o che forse avevamo delle abitudini che abbiamo dovuto cambiare troppo in fretta! E come spesso accade siamo resilienti al cambiamento.
Sicuramente, però, non eravamo pronti a quest’eccessiva dose di buonismo.
Nessuna sbavatura, nessun fuori programma e nessuna grande polemica; un rigore oserei dire “militare” che ha atterrito i co-conduttori per tutte le serate, ansiosi di terminare presto e bene la presentazione e con l’ansia di chi legge il gobbo su tizzoni ardenti.
Strizzando l’occhio al Fanta Sanremo, si sono esibiti i ventinove “big” in gara, molti dei quali già noti alla kermesse.
Sul podio, disapprovato dal pubblico in sala, sono saliti Lucio Corsi con “Volevo essere un duro” e Brunori Sas con “L’albero delle noci“. Fedez e Simone Cristicchi si sono classificati rispettivamente al quarto e quinto posto.
Un Festival a favore di musica e di click, dove i grandi della musica italiana hanno gareggiato alternandosi ai giovani esordienti; dove alcune certezze, a detta di classifica, han fatto il loro tempo; dove la musica italiana si è mostrata all’altezza di quella internazionale, evolvendo in termini di cura della performance.
Le canzoni di Sanremo le devi ascoltare, studiare, sentire, digerire e risentire… ti devono stancare fino a quando, dopo un po’ di giorni, cominci a canticchiarle come se le conoscessi già da tempo: solo allora capisci che ti piacciono realmente e che quando tutto finisce provi un po’ di balorda nostalgia.
Canzoni che faranno la storia, che rimpingueranno le casse delle case discografiche o che rimarranno semplicemente nel cuore degli ascoltatori; tormentoni estivi da ballare durante l’ aperitivo al tramonto e canzonette che, ahimè, andranno nel dimenticatoio: insomma una nutrita pagina di musica che, si spera, non venga letta troppo in fretta…
Continua su FREEDOMPRESS.IT