Roma, gli occupanti si facevano scudo con un bambino vicino alle bombole? Ora si scopre che 37 non erano censiti. Il Garante indaghi

L’inchiesta

di Cinzia Marchegiani

Roma – I fatti  accaduti a Roma hanno fatto il giro del mondo. Hanno indignato, hanno sollevato sconcerto. Ma hanno diviso anche le sentenze emesse dai lettori che a seconda della propria estrazione culturale e politica hanno manifestato le loro osservazioni. Tutte degne di nota.

Ma..

Proprio da un giornale straniero che si viene a sapere che gli occupanti del palazzo di via Curtatone erano affacciati alle finestre facendo bella mostra dei loro figli (minorenni). A mò di scudo? Nella foto un piccolo bambino è stato messo sulla finestra senza alcun parapetto vicino le bombole del gas, le stesse bombole che poi saranno lanciate sulla polizia e prenderanno fuoco sulla stessa piazza.

Il magazine pubblica: “: ieri prima lo sfratto in ! Immigrati utilizzano i bambini come scudo protettivo e bombole di gas come armi“.

Gli immigrati sono rifugiati, va spiegato. Cliccare sulla foto per ingrandire

Quei bambini si potevano ferire, cadere e fare male!?

E ora i nodi vengono al pettine. Freedompress aveva fatto un articolo in merito dove spiegava la realtà di via Curtatone. I rifugiati non sono stati abbandonati dalle istituzioni, ma gli stessi non si sono operati affinché si potesse risolvere questa situazione tra illegalità e diritti:

“L’amministrazione capitolina aveva terminato il censimento delle 107 persone in condizioni di fragilità che, in seguito allo sgombero avvenuto sabato 19 agosto, erano rimaste temporaneamente presso l’immobile privato situato in via Curtatone, vicino alla stazione Termini. Roma Capitale in merito stava progressivamente occupandosi di tutte le fragilità più critiche, indirizzando gli aventi diritto presso il circuito di accoglienza (i cosiddetti extra Spraar) predisposto dai Servizi Sociali capitolini….ma nei mesi scorsi, nonostante ripetuti tentativi, non era stato possibile effettuare il censimento a causa dell’opposizione degli occupanti”.

Noi avevamo sollevato la domanda. Perchè molti di loro si erano opposti al censimento e essere aiutati a trovare un’altra sistemazione?

Bè..la domanda potrebbe avere molte risposte. In primis sappiamo che quando avviene uno sfratto per gli italiani, spesso le madri con i figli vengono separati dagli uomini e portati in posti che possono dare un’accoglienza dignitosa. Agli italiani che non hanno figli,  dalle cronache dei giornali si sa che non vengono date loro case o sistemazioni alloggiative tanto che molte cronache parlano di persone che vivono in strada, nelle proprie macchine.

Ma veniamo al fatto sconcertante e la rivelazione. Dalle immagini potete vedere che in Via Curtatone vi sono dei bambini minorenni, messi in mostra alle finestre. Di loro però il Comune afferma che non ne conoscevano l’esistenza dal comunicato che oggi il Campidoglio ha pubblicato:

“Lo sgombero dell’immobile privato di via Curatone avvenuto sabato 19 agosto è stato disposto dalla Prefettura. Noi abbiamo appreso venerdì 18 agosto, che l’operazione sarebbe avvenuta in quella data. Nei mesi precedenti, tramite gli operatori della Sala Operativa Sociale (SOS), abbiamo tentato più volte di effettuare il censimento delle persone presenti nell’immobile, ma non era stato possibile a causa dell’opposizione degli occupanti. Un impedimento che era stato segnalato alla Prefettura. Successivamente la stessa Prefettura ci ha consegnato un censimento che non segnalava, ad esempio, la presenza di minorenni tra gli occupanti. Al momento dello sgombero erano, invece, presenti 37 minorenni”.  È quanto riferisce in una nota il delegato alla Sicurezza di Roma Capitale, Marco Cardilli”.

La nota prosegue spiegando come si sono potute accertare le presenze in questo stabile: 

Soltanto in seguito allo sgombero gli operatori della SOS hanno potuto effettuare il censimento completo delle fragilità presenti nell’immobile. A tutti è stata garantita prima assistenza ed è stata formulata una proposta per l’inserimento nel circuito di accoglienza di Roma Capitale. Tuttavia, molti hanno rifiutato l’offerta. L’amministrazione capitolina, sia prima dello sgombero che in seguito alle operazioni, ha svolto pienamente le proprie funzioni senza lasciare nulla di intentato”.

OCCUPAZIONE ANDATA AVANTI DA PIÚ DI TRE ANNI E NON HANNO VOLUTO CENSIRE I BAMBINI?

Dietro questa pagina di cronaca ci si chiede come l’illegalità e la richiesta dei diritti possano coesistere contemporaneamente. Eppure in Italia quando si assistono a degli sfratti, come è accaduto alla sottoscritta, le famiglie sono state abbandonate a se stesse, e nonostante la resistenza ad oltranza le persone sono state anche denunciate per resistenza alle forze dell’ordine, mentre le famiglie sono state separata dagli affetti. In Italia – sia chiaro – i bambini devono essere censiti, esistono regole che devono essere rispettate proprio per la tutela dei bambini e  della loro salute. Non si può pretendere di occultare la loro esistenza e poi usarli come le foto mostrerebbero, per fare opposizione ad uno sfratto esecutivo. Il Garante dell’infanzia in questo caso dovrebbe indagare come stanno le cose, in un’Italia che si difendono tanto i diritti dei bambini, ci si chiede se la loro dignità sia stata rispettata e anche i loro diritti.

IL PALAZZO DI VIA CURTATONE È UNA PROPRIETÀ PRIVATA, E PER QUESTO SONO STATE ATTUATE TUTTE LE PROCEDURE PER LO SFRATTO

Gli occupanti sono rifugiati che da tempo occupavano questa proprietà privata. Grazie ad un articolo pubblicato su Sole24ore a firma di Carlo Festa si aggiungono particolari non secondari su questa occupazione che andava avanti ad oltranza: “Qui, nella più assoluta illegalità, da circa 3 anni è stato occupato, per mano di fantomatici movimenti per il diritto alla casa, Palazzo Curtatone, l’ex sede Federconsorzi e Ispra. Così dal 2013 il palazzo è occupato da oltre 450 persone, per lo più rifugiati di nazionalità etiope ed eritrea stipati nei 32mila metri quadrati dell’edificio. Una vicenda che dimostra come, alla fine, la gestione dei flussi migratori, tanto decantata, sia amministrata in modo assolutamente casuale. I rifugiati, che hanno diritto all’accoglienza e di cui si dovrebbero occupare il Governo e il Comune di Roma trovando una sistemazione alternativa, hanno da tre anni occupato questo palazzo che è diventato il simbolo dell’indifferenza e dell’illegalità”.

E ora si scoprono dettagli importanti. Il Comune aveva chiesto un censimento sulle persone che avevano occupato illegalmente questo edificio che nonostante si dica fosse di proprietà di un fondo immobiliare, la Omega, che pagava utenze per 240.000 euro annui e tasse per 575.000 euro/annui e per questo(come spiega l’articolo di Sole24ore) aveva fatto valere i suoi diritti chiedendo lo sfratto, tanto che il 1° dicembre 2015 il Gip presso il Tribunale di Roma aveva emesso un decreto di sequestro preventivo dell’edificio ex art. 321 codice procedura penale, proprio in relazione al reato di occupazione abusiva (“invasione di terreni ed edifici”) ma questo provvedimento non è ancora stato eseguito dalle autorità, nonostante due solleciti formali, uno l’11 gennaio e l’altro il 9 febbraio 2016. Infine Idea Fimit (la società che gestisce l’immobile) ha chiesto al Comune di Roma di poter essere esentata dall’Imu. Niente da fare. Le ultime notizie risalgono a qualche mese fa, quando il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha messo lo sgombero dell’immobile di via Curtatone tra gli obiettivi prioritari della Prefettura, dopo il caso di alcuni eritrei arrestati dal nucleo speciale di intervento della Guardia costiera e rintracciati nell’immobile di via Curtatone.

I bambini, di loro nessuno ha parlato, un giornale straniero ha sollevato questo problema. Una pagina bruttissima di cronaca che ha molte ombre e generato molti dubbi. Per noi, quello più importante è la tutela di questi bambini. Che sia oggetto di reale approfondimento. È palese il loro coinvolgimento in questa scena di guerriglia che è stata giudicata secondo le tantissime sensibilità, ma spesso senza conoscere i dettagli. 

 

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